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Benevento, 24-03-2025 14:11 ____
Al netto del fatto che si tratta di una prima edizione e molti aspetti vanno migliorati, la manifestazione e' stata al di sotto delle attese
Una rappresentazione sul tema delle streghe per essere tale deve risvegliare le paure che sono in noi, far risuonare le corde dell'inconscio, ma la dislocazione in piu' punti, non omogenei fra loro, non ha ottenuto il risultato sperato, commenta Marina Vicenzo
Redazione
  

Un commento sulla manifestazione "Janara. Le streghe di Benevento" che si è svolta in città nello scorso fine settimana, ci è giunto da Marina Vicenzo.
"Egregio direttore - scrive - si è appena svolta in città la prima edizione di "Janare", evento dedicato al legame inscindibile tra Benevento e la presenza delle streghe sul territorio.
Non è una novità assoluta come idea, già da diversi anni, a fine settembre, si svolge "La notte delle streghe", organizzata dall'Associazione "Sannitamania" che regala, ad iniziar d'autunno, piacevoli spettacoli a tema.
Ben venga, comunque, la possibilità di ampliare l'offerta su un argomento che è così intimamente legato alla città  e rappresentativo di un periodo che ha profondamente segnato la nostra storia.
L'intento di Frascadore e Girolamo, gli organizzatori dell'evento, già nella scelta delle date, non una ma tre giornate dedicate, lasciava ben sperare in una costruzione scenografica coinvolgente e filologicamente sorprendente.
A mio modesto parere, così non è stato; al netto del fatto che si tratta di una prima edizione, e molti aspetti vanno migliorati e messi a punto, la manifestazione è stata al di sotto delle attese.
Spezzettata, frammentata, ha mescolato non in maniera armonica Longobardi e Janare.
Forse sarebbe stato meglio concentrarsi esclusivamente sul tema prefissato delle Streghe.
Un simile tema, quello della stregoneria, dovrebbe dispiegarsi in tutta la sua potenza oscura, mefistofelica, rabbrividente; bisognerebbe avere a disposizione uno spazio unico, un fondale che faccia da degna quinta a quel periodo così particolare e di paura.
Una rappresentazione su questo tema, per essere tale, deve risvegliare le paure che sono in noi, far risuonare le corde dell'inconscio, ma la dislocazione in più punti, non omogenei fra loro, non ha ottenuto il risultato sperato.
Corso Garibaldi non è idoneo, dal mio punto di vista; con le vetrine, gli spazi larghi, l'illuminazione, il passeggio consueto di gente che magari non è interessata all'evento, toglie atmosfera e non regala brividi.
Se qualche spunto buono c'è stato, lo si è visto nei vicoli così caratteristici: il buio, gli angoli misteriosi, le improvvise apparizioni di janare come tableaux vivants, è quella la strada giusta che crea il mood necessario per calarsi nell'epoca e vivere l'emozione della paura.
Perché allora non pensare, per la seconda edizione, a dislocare il tutto nel quartiere Triggio?
Sarebbe l'occasione per dare nuova linfa a quel quartiere storico che è il vero cuore di Benevento, facendone per una volta il centro attrattivo della città.
Lì ci sono le atmosfere giuste, Calata Olivella e i vicoli così particolari dell'antico Trivium sarebbero la cornice adatta per celebrare il mito delle Janare.
Da cittadina orgogliosa della città e della sua storia così importante, ho cercato di argomentare le mie impressioni in una critica che spero venga letta in maniera costruttiva.
L'idea è buona, i contenuti possono essere sottoposti ad una migliore definizione degli obiettivi.
Se l'intento è creare la magia, forse siamo ancora un po' distanti dal risultato".

comunicato n.169799




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