Peppino De Lorenzo ricorda personaggi beneventani scomparsi non da molto. Tra questi spicca la figura di Gerardo Infantino
Era stato a casa sua nel 1960 al seguito di un mastro pittore e divennero amici. Dopo molti anni sotto quella pittura e' riemersa la scritta con il nome degli autori di quelle pennellate. Un ricordo anche di Antonio Orlacchio e di Ornella Forni Mariani
Nostro servizio
Peppino De Lorenzo, anche questa settimana, rinverdisce la memoria di altri personaggi beneventani scomparsi da non molto, con i quali ha avuto contatti quando gli stessi erano in vita.
Si tratta, nello specifico, di Gerardo Infantino, Antonio Orlacchio e Ornella Mariani Forni.
Gerardo Infantino (nella foto di apertura)
E' stato un personaggio per molti aspetti singolare che tutti conoscevano. Si è spento, all'età di 79 anni, lo scorso 3 marzo.
Conobbi Gerardo quando ragazzino, quindicenne, nel lontano 1960, comparve, per la prima volta, nella mia casa in piazza Santa Maria.
Mio padre, infatti, in quel tempo, decise di fare imbiancare alcune stanze e, per l'esecuzione dei lavori, interessò Pasquale Catallo che, all'epoca, era ritenuto un maestro.
Fu così che, insieme a Catallo, per aiutare quest'ultimo, comparve Gerardo Infantino, quindicenne, come detto, che già allora tutti chiamavano Gerardino.
Avendo solo qualche anno più di me, da subito, divenimmo amici.
La presenza dei due in casa, che durò alcune settimane, fino al completamento della pitturazione, rappresentò una festa.
Da allora, per una vita intera, non ho più perso i contatti con Gerardino.
Pasquale Catallo si è spento, novantenne, solo qualche anno fa.
Or non è molto, quando, a distanza di tempo, con mia moglie, decidemmo di imbiancare, ancora una volta, quelle stanze che, oggi, ospitano lo studio, nel corridoio, l'operaio, nel togliere i vecchi parati, sulle mura, malgrado il tempo trascorso, comparvero, per me dimenticate, delle scritte, di mio pugno, in cui si leggeva: "Questa opera è stata realizzata nel mese di aprile 1960 dal maestro Pasquale Catallo insieme all'aiutante Gerardino".
La vita è fatta anche e, principalmente, di queste cose semplici.
Successivamente, con l'aiuto di Guido Del Basso De Caro, nel tempo in cui questi era presidente dell'Ente per il Turismo, Gerardino fu assunto in quell'ufficio.
Narrava che avesse conosciuto don Guido quando, con Pasquale Catallo, era andato a tinteggiare la sua casa in piazza Guerrazzi.
Negli ultimi tempi, incontravo Gerardino, con la moglie Giovanna, ogni domenica, nei pressi della chiesa S. Sofia, di cui è stato severo ed attento custode per molti anni, recandomi in quella zona, per consolidata abitudine, con il direttore di Gazzetta, Alfredo Pietronigro, per gustare un caffè.
Poi, l'improvvisa scomparsa, qualche anno fa, della signora Giovanna ha mutato la vita di Gerardino anche se non gli è mancato l'affetto dei familiari tutti e, segnatamente, della sorella Lucia, una donna, quest'ultima, dolcissima, di cui mi onoro di essere il medico.
Un 'altra passione di Gerardo era quella della realizzazione di edifici e monumenti cittadini con materiale povero.
Quando l'ho salutato per l'ultima volta, giorni fa, nella sala mortuaria del "Fatebenefratelli" ho visto andare via una parte serena ed indimenticabile della mia fanciullezza.
In quel momento, anche se mi trovavo, con tristezza, dinanzi ad una bara, ho rivissuto l'innocenza e la spensieratezza dell'infanzia, un meraviglioso viaggio nei sentimenti e nei ricordi.
Grazie, Gerardino, per l'affetto che, per una vita intera, mi hai riservato.
Antonio Orlacchio (nella prima foto in basso).
La torrida estate scorsa, il 2 settembre, per la precisione, una dolorosa malattia ha portato via Antonio Orlacchio, già segretario al Comune di Benevento, nonchè ex sindaco di Cautano dal 2009 al 2014.
Antonio Orlacchio giunse a Palazzo Mosti nel 2001 e, per circa dieci anni, guidò, con zelo e preparazione, la segreteria dell'ente.
In quel tempo, io ero consigliere di opposizione e con Antonio si stabilì, da subito, un rapporto cordiale, quest'ultimo anche favorito dal suo carattere aperto.
Lunghe e ripetute le nostre conversazioni nel suo studio che era ubicato e comunicante con la sala consiliare.
Come già ebbi modo di scrivere nel momento della sua scomparsa, evitando di cadere nelle consuete rievocazioni di rito, oltre ai problemi che, con il suo aiuto, trovavano una definitiva ed agevole soluzione, mi è gradito ricordare che lui, spontaneamente, mi offrì il suo appoggio in uno dei tanti momenti difficili che la politica disseminò lungo il mio cammino.
Infatti, anche se con qualche forzatura, lui mi concesse un prezioso aiuto quando, per cedere il mio incarico in Ospedale, fui relegato inoperoso in un corridoio.
Bene. Antonio, per mitigarmi l'affronto, quando si presentava la possibilità, mi aiutava facendomi partecipare a quante più commissioni consiliari possibili permettendomi, in questo modo, di usufruire di giorni di congedo ed evitare il corridoio del Dipartimento di Salute Mentale, in quel tempo, ubicato in via delle Puglie.
Basta rinverdire questo lontano ricordo per comprendere appieno l'indole e la bontà d'animo di Antonio Orlacchio.
Ornella Forni Mariani (nella seconda foto in basso)
Quando si ravvisava la necessità di esternare la sua libertà di pensiero, Ornella Forni Mariani non aveva timore di nessuno ed era difficile fermarla.
Quella libertà, tuttavia, le procurò non poche amarezze. Fra le tante, basta ricordare la nota inchiesta della Procura e della Digos del 2022 nel corso della quale fu anche perquisita la sua abitazione.
Donna, in definitiva, coraggiosa e senza paura.
Con lei, nel tempo, diversi i contatti avuti ed il nostro rapporto, malgrado, talvolta, con vedute divergenti, rimase sempre integro.
Ricordo che fu una delle prime persone a telefonarmi a conclusione dell'indagine condotta dalla Procura della Repubblica di Napoli e dai Carabinieri di Caserta, nel 2009, che bloccò il mio programmato licenziamento dal posto di lavoro.
Esordì, dicendomi: "Ma come hai fatto? Quale strada hai seguito?".
Ed io: "Sono stato aiutato dal destino. La Procura di Benevento mi ha lasciato solo. Quella di Napoli, invece, mi ha difeso. Sia bel chiaro, le dissi, che, per molti di noi non sia una novità che i magistrati, essendo anche loro fatti di carne ed ossa, non siano né migliori, né peggiori di noi. Ora, però, il limite si sta, giorno dopo giorno, superando ed il cittadino, mai come oggi, è indifeso. I giudici con la schiena ritta, sfidando anche il credo popolare, ci sono. E' inutile negarlo".
Ora, ripensare a quel periodo della mia vita mi scuote ancora, a distanza di tanto tempo.
Eppure, nel ricordare Ornella, mi restituisce intatto quel senso di ingiustizia. Il mio cuore ed il mio cervello conservano una traccia che non si cancellerà mai.
Addio, cara Ornella, nel ricordo delle tue battaglie per un Paese diverso. Ti auguro di riposare in pace.
comunicato n.169779
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