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Benevento, 24-01-2025 20:11 ____
Il Teatro di Mulino Pacifico e' stato invaso dai formidabili ed apprezzati attori della soap piu' longeva della Rai, "Un posto al sole"
In scena e' andato "Streghe da marciapiede". Con le attrici abbiamo anche delle positive potenzialita' del Teatro che permette di creare nel pubblico e sopratutto in quello giovanile, un senso critico. Cosa questa che i social cercano di cancellare. Una persona che non ha senso critico e' piu' malleabile e condizionabile sia da un punto di vista politico che sociale. Chi ha cultura e senso critico ha la possibilita' di fare un ragionamento, di avere un suo pensiero che in questa societa' e' oramai bandito, ci hanno detto Gina Amarante, Luisa Amatucci, Miriam Candurro ed Antonella Prisco
Nostro servizio
  

Il Teatro di Mulino Pacifico gestito dalla Solot è stato invaso stasera dai formidabili ed apprezzati attori della soap più longeva della Rai, "Un posto al sole".
Spettacolo con il tutto esaurito per "Streghe da marciapiede" di Francesco Silvestri per la regia di Stefano Amatucci.
Interpreti Gina Amarante, Luisa Amatucci, Miriam Candurro, Antonella Prisco (tutte nella foto di apertura con al centro Antonio Intorcia) e Peppe Romano.
Con loro, con le attrici, tutte sedute sul palco ad attenderci dopo le ultime prove, abbiamo fatto una piacevole ed interessante chiacchierata.
E dunque, abbiamo chiesto, "Streghe da marciapiede" proprio nella città delle streghe. Sensazione ed emozione da non perdere...
Antonella Prisco ci ha detto che effettivamente c'è una magia in più. Diciamo che stasera, già durante le prove, abbiamo avvertito una energia diversa rispetto alle altre volte.
Un po' siamo state suggestionate da questa storia di Benevento e dalla vicinanza con le streghe.
Ed allora ci è sembrato da un lato molto naturale venire qui e presentare e far conoscere le nostre janare ma dall'altro lato siamo anche curiose di capire, una città con questo retroterra culturale, come reagirà davanti alle nostre streghe.
Il pubblico beneventano. abbiamo detto noi, è esasperatamente composto.
Ben difficilmente lo abbiamo sentito esprimere il proprio dissenso rispetto alla interpretazione di un artista anche quando questo dissenso sarebbe palesemente necessario.
Luisa Amatucci ci ha detto che, visto che parliamo di streghe, noi cercepiamo, anche se il pubblico è composto, le sue vibrazioni.
Lo spettacolo è stato scritto da un autore straordinario, Francesco Silvestri che purtroppo non è più tra noi.
In scena siamo quattro prostitute e viviamo tutte e quattro insieme in una casa svolgendo la nostra attività di meretrici però fuori da casa.
Gina Amarante ha quindi ripreso per dire che una di queste quattro donne ha la brillante idea di portare a casa un ragazzo che è particolare, misterioso, e non si sa se sia magico lui o le quattro donne a renderlo tale.
In ogni caso la cosa importante e che queste quattro donne riversano su questo giovane tutte le proprie fragilità e punti deboli ed in qualche modo anche i propri passati oscuri con i loro segreti.
Li riversano su questo ragazzo e grazie a lui vengono fuori anche le conoscenze di queste quattro protagoniste.
I momenti dello spettacolo si alternano tra quelli a casa, e quindi relativi alla quotidianità, al momento in Tribunale visto che queste quattro donne poi vengono accusate di averlo ucciso.
Qui c'è Peppe Romano, ha ripreso Amatucci, che fa l'ispettore e che vuole indagare su queste quattro donne ma non riesce a capire e quindi va anch'egli in tilt in quanto preso ed ossessionato da queste donne.
Miriam Candurro ha detto che lui, l'ispettore, inizia a sospettare che queste quattro donne non siano solo delle prostitute ma che abbiano qualcosa da nascondere e che questo ragazzo non sia solo stato ucciso ma che ci sia qualcosa di più e da qui le streghe da marciapiede.
Una diomanda tutta a vostro merito, abbiamo ripreso noi.
Queste rappresentazioni, portate in teatri piccolini, ancorché caratterizzate dal tutto esaurito, con incasso comunque parco, non riescono a soddisfare esigenze di carattrere finanziario.
Insomma, certamente non è certamente il guadagno, ancorché legittimo, ad alimentare ed a sostenere questo sforzo recitativo.
Insomma qui stasera non può che uscire l'incasso per una cena per tutte voi che recitate, per i tecnici, per la regia e così via.
Alle volte può essere più comprensibile che un attore o un cantante si metta sul palco di questi piccoli teatri con la sua chitarra perché può sperare di portare a casa qualcosa di tangibile (o legge, è intervenuta Amatucci, oggi è di moda...).
Ed allora perché lo fate? Solo estrema passione per il teatro?
Oltre la passione, ci è stato risposto, quello che facciamo lo dobbiamo a Stefano Amatucci che un giorno ci ha incluse in un gruppo di WhatsApp e ci ha detto: Che ne pensate, volete fare questa cosa? Abbiamo subito detto tutte di sì e da allora si è creata una nuova famiglia. Questo è il nostro posto nel mondo in qualche modo. Ci ritroviamo, stiamo insieme e lo facciamo con il piacere di farlo.
C'è "Un posto al sole" che invece attende al soddisfacimento delle incombenze quotidiane, abbiamo sottolineato noi...
Sì, è il nostro altro spazio nella vita, è stata la risposta corale.
E' peraltro una cosa rara ma noi ci stimiamo, ci rispettiamo e lo facciamo con amore e non è sempre così.
Lo facciamo, insomma, per il piacere di farlo. Non abbiamo mai lontanamente pensato ad uno scopo di lucro.
Questa è l'occasionme buona per dire che noi siamo ostaggi di Stefano Amatucci, il regista, ha detto scherzosamente Antonella Prisco. Ci tortura e ci obbliga e questa è la nostra occasione per poterlo dire...
Spostiamo un attimo l'attenzione su un argomento che è caro a questo giornale, abbiamo ancora interloquito noi, e cioè la presa che il teatro può avere sulle giovani generazioni che certamente vivono un momento più complicato rispetto alla precedenti, momenti complicati e difficili che talvolta, purtroppo e sempre più spesso, sfociano anche in atti di violenza. Un discorso lungo e complesso che, ci rendiamo conto, non si può esaurire in una battua, ma il teatro può inserirsi in questa problematica e portare del buono?
Il teatro dà lo stesso contributo che dà la cultura in generale, ci ha detto Miriam Candurro.
Permette di creare nel pubblico e soprattutto in quello giovane, un senso critico.
Cosa questa che, per quanto riguarda i social, questa realtà nuova che i ragazzi utilizzano, cerca di cancellare.
Una persona che non ha senso critico è più malleabile e condizionabile sia da un punto di vista politico che sociale.
Chi ha cultura e senso critico ha la possibilità di fare un ragionamento, di avere un suo pensiero, un pensiero personale che in questa società è oramai bandito.
E dunque c'è un disegno dall'alto gestito da pochi personaggi che gestiscono il mondo... abbiamo chiesto noi...
Assolutamente sì, ci è stato risposto, ne siamo convinte oramai da tempo che è così.
Per cui la cultura, il cinema, l'arte in genere, permette a chi ne usufruisce o a chi lo fa, di creare un senso critico ed una propria opinione che è un qualcosa che oggi vale molto ma molto di più di quando noi eravamo ragazze e di quando lei era più giovane.
Questo ovviamente, ha aggiunto Luisa Amatucci, quando il teatro è fatto bene perché oggi non è tutto così.
Il teatro è opinionabile. C'è molto cabaret ma quello non è teatro...
Dovrebbe essere un momento di grande riflessione per tutti e di introspezione.
Infine, una parola di incoraggiamento nei confronti di attori professionisti come voi che portano avanti questo gioiellino ed a cui hanno dedicato la loro vita... abbiamop chiesto loro.
Gli diciamo, hanno detto tutte in coro, di continuare a crederci ed a resistere.
E' vero, può sembrare che di sogni non si viva, ha rimarcato Candurro, ma non è così.
E qui è finita la nostra piacevole chiacchierata. Giusto in tempo per cambiarsi ed assumere gli abiti di scena.
Il pubblico numeroso era lì pronto ad entrare. Le streghe dall'esterno pronte a supportare l'evento prima di volare verso il Noce...

 

 

 

 

 

 

comunicato n.168627




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