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Benevento, 17-01-2025 16:09 ____
Enzina aveva uno spiccato senso dell'accoglienza, sensibilita' e rispetto. Alla base di tutto nella sua tabaccheria c'era il rapporto umano
Per lei come per le altre longeve imprenditrici di piazza Duomo a Sant'Agata dei Goti, il cliente non era l'acquirente con cui il rapporto iniziava e terminava con il passaggio di danaro. Quanta diversita' dall'agire contemporaneo! racconta Andrea De Rosa
Redazione
  

Ci scrive Andrea De Rosa, già preside, per parlarci di Enzina Falco, vedova De Rosa, che, per oltre sessant'anni, ha avuto un'attività commerciale in piazza del Duomo a Sant'Agata dei Goti.
Non è un elogio funebre, spiega, ma la sua storia si intreccia con quella della piazza e di tante altre donne, piccole imprenditrici, che hanno dato vita e sostanza a un luogo simbolo della città.
"Una settimana fa, il 9 gennaio, in Sant'Agata, all'età di 85 anni - si legge - si è spenta Enzina (Vincenza) Falco, vedova di Livio De Rosa.
A 20 anni, giovanissima sposa, Enzina comincia a condurre, insieme con il marito e, poi, con il figlio Alessandro, un'accorsata rivendita di tabacchi (la numero 1 a Sant'Agata).
AIla tabaccheria era associato un negozio di merceria e intimo. Attività che ha svolto per più di 60 anni.
Enzina è appartenuta ed è stata l'ultima esponente di quella categoria di donne imprenditrici, che hanno fatto la storia del centro storico di Sant'Agata, in particolare di piazza del Duomo (miez' 'o squad', popolarmente detto, ufficialmente piazza Sant'Alfonso), che interrompe via Roma, per far posto al colonnato del Duomo.
Donne sagaci, intelligenti, a loro modo combattive, tenaci, decise ad affermarsi e che, con il loro savoir faire, contribuivano a migliorare le condizioni economiche delle proprie famiglie.
Dal piccolo commercio, che tale era, nasceva il riscatto sociale della seconda generazione.
Mi riferisco a Teresa Bernardo, al confine con via Roma, fruttivendola, a Filomena Capobianco, negozio di biancheria e casalinghi, Vincenza Perna, erbivendola, Elvira Perillo, rinomata salumeria, Rosaria Iaquinto affermato laboratorio di sartoria, Antonietta Grasso, nota parrucchiera, Maria Martino, alimentari e diversi, donna Rosa Finelli, riparazione bici.
Tutte scomparse, dopo aver operato per oltre quarant'anni.
Queste donne hanno personalizzato il commercio, tanto che, a chi si dirigeva verso piazza Duomo e gli si chiedesse dove andava, la risposta era: "da Enzina", oppure da "zi' Elvira", da "zi' Teresa", e non a comprare questo o quello.
Il negozio non era soltanto la bottega, ma il luogo d'incontro dove c'era il volto amico, chi non ti imbroglia, ti rassicura, ti consiglia e al quale fai le tue confidenze. Si stabilisce così un'amicizia, che prescinde dal contratto d'acquisto.
La piazza non è più quella di un tempo, si è trasformata.
Gi ultimi anni della vita di Enzina, hanno coinciso con il trapasso, il cambio di destinazione d'uso della piazza, una volta cuore pulsante, centro della vita cittadina, avendo a pochi passi il Comune, il Palazzo Vescovile, i due storici circoli di piazza Umberto.
Ora, si presenta con un aspetto quasi desolato, con due soli esercizi commerciali sempre aperti.
Set ideale e di grande effetto per spot pubblicitari di rinomate griffe ma priva dell'animosità, della vivacità tipiche di un focolare domestico trasportato all'aperto.
Enzina, come le altre, aveva uno spiccato senso dell'accoglienza, sensibilità e rispetto.
Alla base di tutto non c'era il guadagno, bensì il rapporto umano. Quanta diversità dall'agire contemporaneo!
Oggi le attività a livello familiare hanno fatto luogo all’anonimato, alla massa che affolla i centri commerciali e spopola paesi e cittadine, dove il compratore è un numero segnato dal contatore di ingressi.
Per Enzina, il cliente non era l'acquirente, con cui il rapporto iniziava e terminava con il passaggio di danaro.
Questa sua modalità di essere, lei l'ha esternata, consacrata, direi, in un suo scritto, su fogli di un'agenda, quando chiedeva (a figli e nuore che amorevolmente l'assistevano) di dedicarle "ancora qualche minuto", per salutare e ringraziare tutti.
“Grazie a tutte le persone che mi sono state più amiche che semplici clienti. Il nostro è stato un rapporto di fiducia, di stima che ci ha consentito di attraversare giorni belli e meno belli, con la serenità di chi ha una relazione onesta e rispettosa".
Quale chiosa a tale messaggio, proveniente direttamente dal cuore, con la lucidità retrospettiva di chi ha la consapevolezza di aver terminato la corsa?
Commovente ed edificante, ispirato a valori lontanissimi dall'odierno parametrare tutto in termini economici. C'è un'etica anche nel commercio!
Di questo va dato atto a Enzina e alle altre donne di piazza del Duomo".

comunicato n.168490




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