La crisi alla Provincia non esce dall'angolo. Dall'incontro dei consiglieri provinciali non nasce il governo istituzionale per gestire deleghe di peso
Lombardi non azzera gli incarichi dati alla sua ex maggioranza cosi' come richiesto dall'opposizione. E' pronto a sfidare i numeri avversi ma rischia di essere sfiduciato, un'azione amministrativa il cui divieto non sembra essere cosi' graniticamente sancito dalla normativa Delrio che ha tentato l'abolizione delle Province. Alla Stampa il presidente da' una versione dei risultati della riunione che e' pero' smentita seccamente dai suoi oppositori
Nostro servizio
Alla fine una parola di saggezza e di realismo politico l'ha espressa il consigliere provinciale dei mastelliani, Umberto Panunzio che ha detto ai giornalisti, ancora sotto la Rocca dei Rettori al termine dell'incontro svoltosi nella sala Giunta, che le campane vanno ascoltate entrambe.
Ed è proprio così.
Ci riferiamo all'annunciato incontro che il presidente della Provincia, Nino Lombardi, ha tenuto alla Rocca con tutti i consiglieri provinciali (11 in totale, lui compreso). Non hanno risposto all'invito per motivi di lavoro, ci è stato detto, sia Raffaele De Longis, del Pd che Gaetano Mauriello di Fratelli d'Italia.
Ma i numeri, in questa circostanza, non contavano.
Al termine della riunione, durata circa un'oretta, il presidente Lombardi si è presentato ai giornalisti nella sua stanza per il resoconto dell'incontro a cui, ovviamente, la Stampa non è stata ammessa.
Ultimata la dichiarazione di Lombardi, i pochi giornalisti presenti, si sono recati nuovamente in Sala Giunta
per ascoltare la dichiarazione dell'opposizione ma non hanno trovato nessuno.
Sono scesi in strada ed hanno trovato Iachetta, Fuschini ed Agostinelli ed è stato così che hanno potuto apprendere anche la lora versione dei fatti, versione sostanzialmente differente da quello che aveva narrato poco prima Lombardi.
E qui è tornato utile l'ammonimento di Panunzio...
Che cosa era successo cerchiamo di spiegarlo.
Lombardi, sul filo della necessità din una interpretazione delle cose che stava raccontando, ha detto che era stata proposta una intesa istituzionale e che i consiglieri dell'opposizione avevano preso tempo per confrontarsi all'interno dei partito, così come è giusto che facessero, ha detto il presidente, e che si sarebbero rivisti in capo ad 8 o 10 giorni.
La proposta è stata di una gestione collegiale comunque delle deleghe più importanti e che riguardano il Documento Unico della Programmazione (Dup), il Bilancio di previsione ed il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (Ptcp), deleghe che erano sul tavolo, ha detto Lombardi.
In pratica, abbiamo riscontrato poi noi, ponendo una domanda precisa al presidente, si trattava delle deleghe che erano state assegnate a Carmine Agostinelli quando questi, segretario provinciale di "Noi di Centro" faceva parte della maggioanza, una maggioranza che non c'è più proprio dal momento in cui Agostinelli è passato con l'opposizione, con "Fratelli d'Italia", deleghe che poi Lombardi non ha più riassegnato e per questo erano sul tavolo.
Insomma si poteva parzialmente accontentare l'opposizione senza cedere alla loro richiesta.
Un ragionamento sottile, fatto da un esponente navigato della politica quale è Lombardi, ma che non ha colto nel segno.
Questo però è quello che il presidente poteva concedere, anche spinto dai suoi, senza cedere.
Azzerare le deleghe, così come era stato richiesto dai tre partiti che hanno rappresentanza in Consiglio provinciale, Forza Italia, Fratelli d'Italia e Partito Democratico, ma anche dalla Lega che non ha consiglieri provinciali, non se ne parla e comunque non era argomento all'ordine del giorno dei lavori di oggi, ha detto il presidente ai giornalisti.
E' chiesto un governo istituzionale ma questo passa già attraverso la convergenza su punti fondamentali ed è quello che proponiamo noi atteso che le deleghe più importanti stanno sul tavolo per poter essere condivise da tutti gli 11 consiglieri, presidente compreso.
Nonostante questo diniego Lombardi ha detto che la interlocuzione sarebbe continuata nel giro di qualche giorno.
Per Lombardi l'intento era quello di incontrarsi per trovare una convergenza di carattere programmatico.
Questo incontro ha anche aggiunto Lombardi ai giornalisti, era di carattere istituzionale e non rappresentava le segreterie politiche anche perché i partiti stessi hanno dichiarato che ogni gruppo era alternativo all'altro.
Racconto diametralmente opposto, quello fatto poi per strada dai tre rappresentanti dell'opposizione e cioè che innanzitutto non avevano affatto chiesto tempo per poter portare la proposta di Lombardi all'esame dei partiti di appartenenza.
Che era ferma la loro posizione e cioè che senza l'azzeramento delle deleghe non ci sarebbe stata nessuna altra interlocuzione, anzi, si sarebbe andati avanti con la convocazione costante di sedute di Consiglio provinciale con ordine del giorno composto dall'opposizione e da questa poi votato in Consiglio essendo maggioranza.
Ma c'è di più: L'opposizione è pronta a portare il caso della sfiducia al presidente, che si è detto non sia possibile proporre perché la legge non lo prevede, dinanzi alla magistratura in quanto non è affatto accertato che la legge medesima lo vieti, tutt'altro, atteso che il Testo Unico degli Enti Locali (Tuel) non è stato modificato affatto dalla legge Delrio che ha tentato di abolire le Province.
E così non è stato escluso, anzi è confermato, che tra gli argomenti da discutere in un prossimo Consiglio provinciale vi possa essere la votazione della sfiducia secca al presidente Lombardi.
Poi saranno i vari gradi della magistratura, facendo assurgere quell'atto all'attenzione nazionale, a stabilire se la sfiducia ad un presidente di Provincia eletto con questa normativa di "passaggio" sia possibile o meno.
Francamente, le due dichiarazioni, quella di Lombardi e quella dei consiglieri Agostinelli, Iachetta e Fuschini, hanno poco o nulla in comune.
La sintesi è che Lombardi non vuole azzerare e non azzererà, ma per principio, le deleghe.
L'opposizione chiede invece che prima ancora di parlare di programma condiviso, il presidente dovrà ritirare tutte le deleghe assegnate ai suoi consiglieri della ex maggioranza e tenerle disponibili e non necessariamente, anzi affatto, riassegnarle alla nuova maggioranza o a tutti i consiglieri del Parlamentino sannita.
Forse si potrebbe anche giungere a tanto ma così sarebbe la nascita di un governo istituzionale che prescinda da magioranza ed opposizione fino alle nuove elezioni.
E questo governo istituzionale oggi non è nato.
E così è terminata anche l'interlocuzione con l'opposizione.
Possiamo dire allora che non c'è stato nulla quest'oggi meritevole di apprezzamento.
Tutto è fermo al Consiglio provinciale di fine anno ed a quei voti che hanno segnato definitivamente la dicotomia presente tra i seggi del Parlamentino sannita dove da una parte c'è la nuova maggioranza e dell'altra la vecchia maggioranza ora minoranza.
Al centro il presidente Lombardi che non demorde e va avanti anche se non dovessero essere approvati gli importanti documenti di cui si è detto sin qui.
E pensare che la riunione era cominciata anche con qualche battuta scherzosa.
Con Fuschini che era andato ad incontrare Agostinelli che stava arrivando da San Bartolomeo in Galdo con postumi febbrili.
Si incontreranno alla Rotonda dei Pentri... alla ricerca di una intesa... è stato detto ma evidentemente non ce ne è stato bisogno.
Anche Ruggiero ha fatto la sua battuta: Ma chi ve lo ha fatto fare. Stavamo così bene noi minoranza e voi maggioranza...
Per finire due foto di curiosità, entrambe le ultime due in basso. La prima è l'addetto stampa della Provincia, Antonio De Lucia, salito addirittura sulla sedia per immortalare al meglio, con la sua Nikon. l'importante "momento istituzionale", nella seconda il presidente Lombardi mette mano alla tasca e tira fuori dei soldi, ma è solo per pagare i caffè ordinati al bar... questo per frenare le fantasie dei maliziosi...
comunicato n.168473
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