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Benevento, 15-01-2025 17:42 ____
Convegno sul tema "Tutti possiamo diventare "Pesi morti". Storie di errori ed orrori giudiziari"
L'evento si terra' sabato prossimo, 18 gennaio, all'Auditorium del Seminario Arcivescovile
Redazione
  

Sabato prossimo, 18 gennaio, alle 9.00, all'Auditorium del Seminario Arcivescovile, al viale degli Atlantici, si svolgerà il convegno "Tutti possiamo diventare "Pesi morti". Storie di errori ed orrori giudiziari".
Verrà proiettato il docufilm "Peso Morto" sulla storia del grave errore giudiziario subito da Angelo Massaro, che ha scontato da innocente 21 anni di carcere, "Il racconto di uno dei più gravi casi di errore giudiziario della storia".
"Un evento aperto alla cittadinanza, sul tema degli errori giudiziari.
Un problema grave - si legge nella nota inviata alla Stampa - che riguarda le fondamenta del nostro Stato di Diritto.
Un male che annienta o danneggia irrimediabilmente la vita di un numero impressionante di cittadini italiani e delle loro famiglie. Può colpire chiunque!
Un argomento di cui discutere in modo trasparente con la cittadinanza, al fine di far conoscere approfonditamente questo fenomeno, molto più ampio di quanto in tanti possano immaginare.
Nessuno è immune a questo subdolo e devastante male!"
L’evento è stato promosso ed organizzato dall'Ordine degli Avvocati di Benevento, dall'Università "Giustino Fortunato", dalla Scuola di Formazione Forense di Benevento e dalla Camera Penale di Benevento.
Interverranno Angelo Massaro e i giornalisti Valentino Maimone e Benedetto Lattanzi.
L'incontro sarà introdotto e moderato da Domenico Russo, avvocato, componente dell'Osservatorio nazionale sugli errori giudiziari dell'Unione delle Camere Penali Italiane e past president della Camera Penale di Benevento.
La storia di Angelo Massaro, 21 anni di ingiusta detenzione per colpa di un'intercettazione telefonica trascritta male e interpretata peggio, è raccontata nel nuovo documentario realizzato dall'associazione "Errorigiudiziari.com".
Una vita distrutta per colpa di una consonante.
Ventuno anni in carcere da innocente perché un'intercettazione telefonica viene capita male e interpretata peggio.
Una parola in dialetto pronunciata durante una normale telefonata mattutina alla moglie, diventa la prova regina dell'accusa di omicidio pur in assenza del cadavere, dell'arma e del movente.
 

comunicato n.168453




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