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Benevento, 02-01-2025 13:57 ____
Ricca poverta' o povera ricchezza: Non e' facile spiegarlo a chi insiste sul concetto di aree interne depresse da sussidiare
Sono invece zone altamente produttive ma che non sono valorizzate e adeguatamente compensate. E' necessario affermare i loro diritti e delle relative comunita' civili le quali ancora subiscono e sopportano il totale costo della raccolta dell'acqua dell'invaso sul Tammaro, nonche' quello degli aggressivi parchi eolici e superfici fotovoltaiche quasi senza alcun ricavo. Se soltanto il 25% delle energie rinnovabili ricavate sui nostri monti restasse a nostro beneficio non si parlerebbe piu' di aree interne depresse da sostenere
di Roberto Costanzo
  

Il direttore di "Gazzetta di Benevento" mi consentirà di chiudere la serie dei miei articoli dell'anno appena trascorso, con il richiamo ad un tema che mi ha visto lungamente impegnato, e non solo quest’anno, ossia le risorse idrogeologiche ed energetiche di questo vasto territorio appenninico che, in diversi ambienti e non solo in quelli politico-istituzionali, sono viste come segno di povertà e non di ricchezza.
Ricca povertà o povera ricchezza: non è facile spiegarlo a chi insiste sul concetto di aree interne depresse da sussidiare e non vuole considerarle come territori altamente produttivi che non sono valorizzati e adeguatamente compensati (nella foto Roberto Costanzo il giorno del compimento del suo 95esimo compleanno con alcuni sindaci delle nostre aree interne del Fortore, Agostinelli, Spina e Addabbo).
Nei numerosi miei articoli finora pubblicati da "Gazzetta" su questo tema mi sono sempre ispirato a quel concetto di Papa Francesco: "Anche il territorio è un essere vivente"; un soggetto che vive e produce, e come tale va rispettato, valorizzato e compensato.
Abbiamo tentato di affermare i diritti delle aree interne e delle relative comunità civili, le quali ancora subiscono e sopportano il totale costo della raccolta dell’acqua dell’invaso sul Tammaro, nonché quello degli aggressivi parchi eolici e superfici fotovoltaiche quasi senza alcun ricavo.
A volte anche qualche movimento ambientalista si ferma alla denuncia dell’occupazione geoambientale senza rivendicare il dovuto ristoro per ciò che viene sottratto a quelle aree territoriali in cui non dovrebbe essere difficile coordinare la tutela ambientale con lo sviluppo produttivo e cioè frenare l'insediamento selvaggio di parchi eolici e superfici fotovoltaiche su terreni agrari, con programmi agroenergetici che producono elettricità nel rispetto dell'ambiente e dell'agricoltura, determinando nel contempo adeguati compensi al territorio con sistematici piani di "comunità energetiche" e di "impianti agrovoltaici" gestiti da imprese agricole multifunzionali.
Se soltanto il 25% delle energie rinnovabili ricavate sui nostri monti restasse a beneficio di quelle comunità non si parlerebbe più di aree interne depresse da sussidiare.
Oggi da più parti si parla di Piano Mattei, senza ricordare però che Enrico Mattei, giusto settant'anni fa, approdò in Medioriente per sconvolgere le strategie delle cosiddette Sette Sorelle delle Industrie petrolifere mondiali, imponendo il cambiamento dei rapporti con il territorio in cui veniva estratto il petrolio.
Non più aree di semplice estrazione e sfruttamento di risorse energetiche, ma soggetti territoriali con cui trattare e contrattare: non più la paghetta del 10% alle comunità locali, bensì il 50% del valore del petrolio estratto.
Non si vuole qui sottovalutare i vari interventi che lo Stato e la Regione destinano alle aree interne; si tratta certamente di provvedimenti non negativi ma che tuttavia rappresentano soltanto dei gustosi contorni o ricchi antipasti di un menù il cui piatto forte è costituito da altro.
Il piatto forte ce lo indicò 75 anni fa Manlio Rossi Doria che parlava di riequilibrio territoriale tra fascia costiera e dorsale appenninica, attraverso il cosiddetto "ribaltamento".
In questi ultimi tempi quel piatto forte di Rossi Doria ce lo hanno riportato alla mente i disastri delle alluvioni lungo le valli e la fascia costiera, causati dalla mancanza non solo di una strategia idrogeologica lungo la dorsale appenninica, ma anche da una politica di alleggerimento del peso cementifico nelle aree vallive e costiere.
Una bella e grande regione come la Campania, deve superare non solo il triste svuotamento della dorsale appenninica, che rappresenta il 75% della superficie regionale, ma anche l'eccessivo sovraffollamento della fascia costiera: sul 25% del territorio vive l’85% della popolazione e così pure degli insediamenti produttivi e dei servizi sanitari ed universitari.
La Campania tutta, non solo le cosiddette aree interne, si salva se si accetta la logica del ribaltamento, se ci si convince che è la valle che dipende dal monte e non viceversa; e pertanto occorre partire dalla rianimazione, con adeguate compensazioni, della dorsale appenninica.
Potrà sembrare esagerato se diciamo che la salvezza della Campania inizia dall'Appennino.
Chi mi onora della sua lettura ha il diritto di dirmi che sono ripetitivo, difatti il primo mio articolo del 2024 aveva il seguente titolo: "Nessuno ha detto al ministro Salvini che l'acqua della diga di Campolattaro sarà destinata quasi totalmente fuori del Sannio"; mentre il titolo del decimo ed ultimo articolo di quest’anno, sullo stesso tema, recita appunto: "Adottare la logica Mattei a chi viene a prendersi l'acqua del Tammaro come a chi viene ad assorbire l’energia eolica e solare dai nostri monti".
Nell'ultimo mese, tra tanti appelli e prese di posizione, mi è rimasto impresso l'articolo pubblicato su un inserto giornalistico "Popotus", che è scritto e letto esclusivamente da ragazzi di dieci anni o poco più, che a tutta pagina denuncia il "troppo suolo consumato... Ogni 24 ore vengono erosi venti ettari di terreno".
Questa denuncia dei ragazzi ci riporta alla mente l’appello di Papa Francesco, "anche il territorio è un essere vivente".
Un invito a chi ci onora della lettura potrebbe essere quello di non dimenticare né la denuncia dei ragazzi, né l'appello del Papa.

comunicato n.168228




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