E' paradossale che solo oggi si scopre la vicenda della diga di Campolattaro e si assume una posizione di presunta contestazione
Pochissime sin qui le voci di contestazioni, la mia e quella di Roberto Costanzo. Accertare adesso che si trattava di un'opera nel Sannio e non per il Sannio, mi sembra un po' fuor di contesto e piu' strumentale al pari della subalternita' che finora e' stata dimostrata, commenta Pasquale Viespoli all'esito del convegno sulla sostenitibilita' del sistema idrico
Nostro servizio
Pasquale Viespoli è contrariato molto da come si stanno mettendo le cose sulla gestione dell'acqua nel Sannio, in particolare di quella enorme massa contenuta nella diga di Campolattaro.
La nostra opinione, non confortata da nessun elemento probante ma sostenuta dalle continue dichiarazioni sull'argomento e sui timori che cominciano ad affiorare in maniera sempre più decisa, è che De Luca sappia già che fare e dove dirottare la nostra acqua.
Per questo parlarne, anche con toni alti, serve e non va trascurato.
Siamo stati gli unici a lanciare continui allarmi, dice l'ex senatore e sindaco della città, assieme a Roberto Costanzo, sui pericoli che si corrono relativamente ad una gestione della Regione che disporrà il soddisfacimento di altre realtà trascurando proprio noi sul cui territorio questo bene importante, e sempre più ricercato, che è l'acqua, non solo potabile ma anche necessaria agli usi irrigui ed alle coltivazioni ed agli allevamenti.
Lo spunto per tornare sull'argomento gli è stato fornito dalla cronaca dei lavori del Convegno organizzato da Gesesa sul sistema idrico nel sannio.
Ho letto la cronaca su Gazzetta del convegno sul Servizio Idrico Integrato (foto) e mi sembra come se si fosse messa in moto una sorta di compagnia di giro dove l'unico tratto che li unisce è quello dell'autoreferenzialità. Parlano sempre tra di loro.
Uno strano modo, questo, di fare il dibattito pubblico.
Se la cantano e se la suonano, come si dice in gergo.
Alcune cose diventano paradossali e pazzesche.
La storia dell'acqua, ad esempio, è paradigmatica.
Siamo ancora al punto di non avere un soggetto attuatore, un gestore, per cui ci si muove tra contraddizioni continue e perenni, tra atti deliberativi e questioni amministrative dopo che è stata fatta una scelta di fondo e cioè la rottura per l'autonomia considerata un punto di approdo importante e fondamentale.
Io già metto in discussione questo.
Ma, al di là delle scelte che sono state fatte, prosegue Viespoli, è paradossale che si è ottimisti per il futuro, e che solo oggi si scopre la vicenda di Campolattaro e si asssume una posizione di presunta contestazione fino a diffidare rispetto all'utilizzo di quell'acqua.
Finora a parte pochissime voci di contestazioni, di dissenso e tese a fare chiarezza, tra cui la mia e quella di Roberto Costanzo, tutti gli altri sono stati disattenti.
Noi abbuiamo sempre detto che si trattava di un'opera nel Sannio non di un'opera per il Sannio.
Scoprirlo adesso mi sembra un po' fuori di contesto e strumentale, al pari della subalternità che finora è stata dimostrata.
In realtà non si è animata mai una vertenza Sannio, non dico con linguaggio un po' desueto, ma non si è mai fatta una riflessione alta sul protagonismo del Sannio nella dinamica regionale e sugli obiettivi che doveva raggiungere nella fase caratterizzata dalla progettazione finanziata dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr).
La diga di Campolattaro è diventata assorbente, dice ancora Viespoli, anche perché c'era una sorta di impedimento politico che nasce dalla legittimazione stessa di questo sindaco e di questa maggioranza che è una aggregazione che si è consolidata per scelta del presidente della Regione, De Luca, e che quindi in questo modo ha "pagato" il debito rispetto al Sannio.
C'è questo elemento di fondo di subalternità che dà l'atto di nascita e di fondazione di questo leader e di questa maggioranza strutturalmente subalterna, per costituzione.
E questo ha contribuito a non ad animare una stagione di proficuo antagonismo e protagonismo nella individuazione delle linee di di sviluppo, pur dentro il centralismo regionale, ed a perdere la straordinaria occasione della strategicità dei fondi del Pnrr.
Per cui oggi ci ritroviamo con il nulla.
Per questo io provocatoriamente insisto con il dire che da questo punto di vista per il Sannio il futuro è già passato.
Aggiungo poi che alcune cose non si possonmo proprio sentire.
Imprenditori che parlano attraverso i loro rappresentanti societari ed istituzionali come se fossero un Ente di beneficenza.
Non mi risulta che ci siano in giro benefattori (il riferimento è ovviamente a Gesesa e quindi ad Acea ndr).
Che vuol dire: Abbiamo fatto, abbiamo risolto tanti problemi...
Dove stanno queste cose risolte?
Quando si assumono certi atteggiamenti, verrebbe voglia di liquidarli con una battuta: Non sono stati neanche bravi manutentori, figuriamoci se parliamo del futuro.
E poi a Mastella bisognerebbe ricordare come è nata la Beneventana Servizi (società che ha preceduto la Gesesa ndr).
Essa nacque, per volontà politica, con una maggioranza privata ed all'epoca fui l'unico a contestare tale scelta.
Mastella non c'era in quei tempi?
Vuoi vedere che quella società alla fine l'ho fatta io?
Sono stati gli esponenti del Centrosinistra dell'epoca a volerla così e ad affidarla alla conduzione dei socialisti dell'epoca.
Capisco che un viandante, troppo viandante, ha difficoltà ad orientarsi, ma a questo signore ogni tanto bisogna ricordarglielo il percorso e la memoria di sé e delle scelte che sono state fatte sul piano politico e dell'appartenenza politica e di coalizione.
Nelle condizioni in cui ci hanno messo, questa città per riprendersi avrà bisogno di anni... ha concluso amaramente Viespoli.
comunicato n.167332
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