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Benevento, 06-11-2024 16:30 ____
"Berlinguer, la grande ambizione", e' un magnifico film commenta Massimo De Pietro
E' un quadro lucido della politica del Pci negli anni '70, con un'interpretazione magistrale di Elio Germano, uguale al segretario per movenze, postura e cadenza
Redazione
  

Ci scrive Massimo De Pietro, avvocato, per esprimere alcune riflessioni sul film "Berlinguer, la grande ambizione".
"Gentile direttore - si legge - si tratta di un magnifico film, un quadro lucido della politica del Pci negli anni '70, con un'interpretazione magistrale di Elio Germano, uguale al segretario per movenze, postura e cadenza.
Un alternarsi armonioso di immagini di epoca e colloqui serrati, espressione fedele di un tempo ricco di idee, progetti e ambizioni.
Il sogno di un socialismo democratico, patria di libertà, ispirato alla solidarietà, alla cooperazione, al bene comune che doveva prevalere sulla competizione e sugli egoismi.
Un mondo migliore da realizzare in cui il bene comune prevalesse sugli interessi individuali.
E' un film da fare vedere nelle scuole per far comprendere ai giovani, confusi dalle sterili polemiche politiche di oggi, la passione politica, i comunisti italiani e a cosa mirassero.
Dovrebbero vederlo anche taluni politici di destra che, stoltamente, comparano in Italia il fascismo al comunismo.
I comunisti italiani si sono sempre mossi nel perimetro della Costituzione e, elevandola a bussola del loro agire, progettavano un socialismo costituzionale democratico, garante di tutte le libertà.
Essi erano perfettamente consapevoli della necessità di sostenere uno Stato giovane e fragile, nato dall'antifascismo, insidiato dagli attentati e tentativi golpisti dell'estrema destra, nostalgici del fascismo, e dall’estremismo armato di sinistra.
Su tutti si erge Enrico Berlinguer (nella foto storica tratta dall'archivio di "Gazzetta" l'annuncio della sua morte), uomo di straordinario intelletto, capace di guidare il partito verso l'eurocomunismo, di distaccarsi dalla tirannia sovietica e di elaborare una strategia di un progressivo percorso di ingresso del partito nelle istituzioni e nel governo dello Stato e di unificazione dei lavoratori popolari e socialisti da fare digerire all'alleato imperialista americano, assolutamente contrario.
In Berlinguer, si agitava il funesto ricordo del golpe cileno di Pinochet, sostenuto dagli americani, che aveva spazzato via il governo comunista democratico, liberamente eletto dal popolo, guidato da Salvador Allende.
Non era convinto che, ove anche in Italia il partito comunista avesse vinto le elezioni, gli sarebbe stato consentito governare.
Da qui, prima l'astensione al governo democristiano e, nel 1978, il sostegno al monocolore democristiano guidato da Andreotti.
Poi il delitto Moro... e la seguente paralisi del sistema politico che ne è seguita fino a tangentopoli".

comunicato n.167134




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