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Benevento, 02-11-2024 15:42 ____
Monsignor Felice Accrocca alla commemorazione dei Defunti ricorda che quando muoiono i deboli per mira dei potenti e' Gesu' che li' muore ogni volta
Da ragazzo avevo paura di andare a cimitero, ha raccontato il sindaco Mastella. Poi pero' dopo la morte di mia madre ho cominciato ad andarci da solo. Questo vuol anche dire che la nostra presenza di essere umano non si estingue con la morte ma continua a vivere
Nostro servizio
  

Lo scorso anno, per il freddo e la pioggia, è stata un giornata da morti.
Oggi con questo sole è un giorno da Pasqua che ci aiuta a guardare l'orizzonte.
Così l'arcivescovo Felice Accrocca ha introdotto la celebrazione della Santa Messa nel giorno della commemorazione dei defunti, Messa che si è svolta sul sagrato della chiesa Madre del Cimitero.
Il Vangelo, ha poi proseguito l'arcivescovo all'Omelia, non potrebbe parlare più chiaro di così.
Vogliamo bene ai nostri defunti ed allora per farlo dobbiamo volere bene ai vivi e tra questi, come per la livella pareggiatrice di Totò, il Signore preferisce quelli che non hanno tutele ed è Lui a pareggiare i conti.
A rappresentarlo sono quelli che hanno fame, sete, gli stranieri, i malati ed i carcerati.
E' per questi che ci chiede di riconoscerli in sua vece.
Io sono lì, in quelle persone, ci dice il Signore.
Quando muiono i deboli per mira dei potenti, è Gesù che lì muore ogni volta.
La famosa Striscia di Gaza è un'area di 360 chilometri quadri, Benevento è 137 chilometri quadri. Se aggiungiamo al capoluogo qualche paese viciniore ecco che abbiamo Gaza.
Sentiamo tutti i giorni ciò che lì accade ma è come se oramai fossimo vaccinati a queste notizie ed il Signore lì continua a morire.
E dunque, ha proseguito mons. Accrocca, più efficace di tutti è fare del bene ai vivi per suffragare i defunti.
Invece noi voltiamo la faccia dall'altra parte.
Don Primo Mazzolari pose la domanda: Chi sono i poveri?
E si rispose: Quelli che nessuno vuole avere attorno.
Questo discorso ovviamente vale se crediamo ad un qualcosa che possa esistere dopo la morte.
Per partecipare a ciò che sarà dopo di noi, devo fare bene adesso.
Tutti devono comparire davanti al tribunale di Dio che non sbaglia con le sentenze.
Lì potremo portare solo il bene che abbiamo fatto in vita. Null'altro.
Questi materassi pieni di soldi non li potremo portare con noi. Non possiamo portare nulla se non quello che abbiamo donato.
Per prendere la sabbia, dobbiamo avere la mano aperta, ha concluso mons. Accrocca.
A questo punto è stata data lettura della Preghiera per la Patria da parte di Gabriella Florio (nella ventitreesima foto in basso), maresciallo dei Carabinieri.
Lo squillo di tromba del silenzio è stato portato da Vincenzo Monetti, allievo del maestro Vincenzo D'Arcangelo (entrambi nella sedicesima foto in basso con Monetti a sinistra) al Conservatorio "Nicola Sala".
Prima della benedizione impartita dall'arcivescovo, ha preso la parola il sindaco Clemente Mastella che ha ricordato l'evento storico di due anni prima dell'anno Mille che aprì lo squarcio della Chiesa nei confronti dei defunti che oggi ricordiamo.
Il sindaco ha parlato della paura del fiume che sa che sta viaggiando inevitabilmente verso il mare dove poi in esso scomparirà.
Una metafora fluviale, questa, per dare conto della nostra presenza nella vita, ha proseguito Mastella.
Sappiamo che dobbiamo andare avanti ed è qui che trova consacrazione anche la morte che è parimento inevitabile.
Io da ragazzo avevo paura di andare a cimitero.
Poi però dopo la morte di mia madre ho cominciato ad andarci da solo. Questo vuol anche dire che la nostra presenza di essere umano non si estingue con la morte ma continua a vivere.
Poi Mastella ha concluso citando Trilussa e la narrazione della tartaruga che facendo il passo più lungo della gamba ad un certo punto si trovò a pancia all'aria e gli fu detto: Lo sai che adesso puoi morire stando in questa posizione?
Lo so rispose la tartaruga, ma così sono in grado di vedere le stelle come mai avrei potuto fare.
Ultimata la celebrazione della Santa Messa ci si è spostati, come da tradizione, al Sacrario dei Caduti di tutte le guerre dove è stata deposta una corona d'alloro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

comunicato n.167066




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