Appare gravissimo che un medico, adempiendo con scrupolo al suo dovere professionale, si debba, poi, difendere nelle aule del Tribunale
Peppino De Lorenzo commenta la recente sentenza di assoluzione per un sanitario del 118, Emilio Tazza
Redazione
Di seguito riportiamo una nota di Peppino De Lorenzo che si sofferma su di una recente sentenza che ha interessato un sanitario del 118, Emilio Tazza (foto).
"Mentre la sanità, anche nel nostro territorio come a livello nazionale - scrive - versa in pessime condizioni senza che, malgrado i quotidiani proclami, vengano assunti, una volta per sempre, provvedimenti opportuni ed indifferibili, qui da noi, l'Asl al danno aggiunge la beffa.
Fa riflettere non poco in proposito, infatti, la sentenza di qualche giorno fa con cui il Giudice del Lavoro, Adriana Mari, ha annullato la sansione disciplinare irrorata al dottore Emilio Tazza, medico del 118 e sindacalista, da parte del responsabile della Centrale Operativa del servizio.
Già nel mese di aprile 2023, Tazza, per una simile contestazione, risultata, poi, infondata, fu prosciolto, dopo tre anni di giudizio, dal pagamento di una multa di 500 euro per un episodio verificatosi in piena emergenza Covid, di cui "Gazzetta" ebbe modo di scrivere.
Oggi, a Tazza, che noi tutti conosciamo per la preparazione professionale e l'innata disponibilità verso i pazienti, era stato contestato un intervento in codice rosso effettuato all'Ospedale "Sacro Cuore di Gesù", a carico di un paziente interessato da un severo infarto del miocardio.
Nel momento in cui, giustamente, Tazza aveva allertato il tempestivo invio di un'autoambulanza considerando che la vita del paziente fosse in serio pericolo, lo stesso sanitario si era visto accusato, sempre dal responsabile del servizio, dell'improprio uso del 118.
In sostanza, secondo la commissione che aveva sanzionato il medico, quest'ultimo avrebbe dovuto attendere. Mentre il paziente moriva, aggiungiamo noi.
Ed, infatti, la sentenza del giudice del lavoro ha ritenuto ingiuste e pretestuose le accuse in quanto, nello specifico, il medico ha operato: "...nell'esclusivo interesse della salvaguardia della vita del paziente senza alcuna violazione dei doveri di correttezza e con espressioni di civile rispetto della dignità altrui..."
Tutta la vicenda si commenta da sola ed appare gravissimo che un medico, adempiendo con scrupolo al suo dovere professionale, si debba, poi, difendere nelle aule del Tribunale.
Il caso testé descritto rappresenta una ennesima prova, qualora ce ne sia bisogno, dello sfascio in cui opera l'Asl locale.
Non ci resta, quindi, che attendere, sicuri che non mancherà, il terzo tempo".
comunicato n.166707
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