Finalmente l'attesa e' finita. Nel Lapiradium sono stati sistemati 9 reperti di origine romana recuperati sulla via Appia. Tra un po' l'inaugurazione
Il sindaco Mastella ha chiesto al soprintendente Nuzzo di affidare ai Comuni, ma anche ai privati ed a strutture alberghiere, i tanti reperti che giacciono a terra senza che nessuno se ne curi. L'intento e' di valorizzarli. Daremo cosi' anche l'idea di un Sannio totale...
Nostro servizio
Stamattina, dopo una lunga attesa, finalmente sono arrivati i repeti che saranno messi in mostra nel Lapidarium.
Ne sono 9 e sono stati scaricati dal camion che li ha trasportati e riposti nella teca he in serata era illuminata per gli ultimi aggiusti e per coprire le sculture alla vista dei turisti atteso che non è completo ancora l'allestimento.
L'inaugurazione, infatti, si terrà tra una quindicina di giorni, subito prima o subito dopo la commemorazione dei Defunti.
Nell'attesa che i reperti giungessero all'Arco, abbiamo approfittato, alla presenza del dirigente Antonio Iadicicco, di ascoltare le motivazioni di questa realizzazione da parte del progettista Marco Mazzella (nella terz'ultima foto in basso) il quale, dinanzi ai giornalisti, ha tenuto subito a precisare che sul progetto si è detto tanto anche senza avere conoscenza di quello che è stato il lavoro di inquadramento di tutto il palinsesto architettonico.
Abbiamo lavorato su due temi, ha detto Mazzella: il progetto di suolo e quello di inserimento nel contesto di un nuovo corpo di fabbrica.
Il primo tema ha richiesto uno studio su quella che è stata l'evoluzione urbanistica di questa parte della città, che va dell'epoca romana e fino al XVII e XVIII secolo, ed al'intervento del Dopoguerra 1950-1955 con il Sic di via Traiano inquadrato in un ridisegno di Luigi Piccinato che nel 1932 oblitera vico Pontile agli Orefici.
Nel farlo ruota l'asse visivo dell'Arco di Traiano di 16 gradi realizzando, appunto, via Traiano.
Il tema progettuale era dunque quello di ripristinare l'asse percettivo visivo del monumento che, rispetto all'intervento di Piccinato, era una visione non più frontale ma diagonale.
E' stata così ripristinata questa percezione sul piano visivo con un asse riproposto con questa linea bianca che è a terra e che arriva fino al vico Pontile agli Orefici.
Tutto il contorno è una pietra della nostra tradizione campana recuperata dal territorio.
L'altro tema, ha ancora detto Mazzella, è stato quello dell'inserimento di un nuovo corpo di fabbrica e qui si apre la discussione sull'isolamento del monumento.
Dovremmo ripercorrere quello che Cesare Brandi espone su due tematiche e cioè l'istanza estetica e quella storica.
Con gli interventi del 1800 le mura che cingevano l'Arco furono abbattute e da qui l'isolamento del monumento per cui dal punto di vista dell'istanza storica è stata alterata visto che il monumento oggi è isolato e non più contestualizzato.
Da un punto di vista dell'istanza estetica, i nostri predecessori l'Arco ce lo hanno conservato talmente bene che oggi è uno degli Archi di Trionfo meglio conservati al mondo.
Questo corpo di fabbrica, che è stata la sintesi di quattro stesure progettuali, poneva una duplice situazione: La prima era quella di avere un edificio che rispettasse il valore del monumento; l'altro tema è quello di porsi in relazione con l'edificio senza però prevaricarlo, un edificio che rimansse un passo indietro rispetto al monumento e che non costituisse occlusione alla vista.
Da qui nasce poi il linguaggio progettuaqle che è quello di una sorta di ossimoro e dunque a fronte di una facciata così riccamente decorata abbiamo scelto di fare delle pareti vetrate e quindi la totale trasparenza.
Terzo tema progettuale è la comunicazione ai cittadini ed ai turisti che è avvenuta con lo sviluppo di una app studiata nei dettagli che parte dalla storia della città di Benevento, con tutte le sue porte, sino ad arrivare alle singole descrizioni dei pannelli dell'Arco con la ultime ricerche dell'archeologa tedesca Erika Simon.
Infine, i reperti archeologici scelti sono quelli ritrovati lungo la via Appia.
Sin qui la importante descrizione dell'intervento, inquadrato sotto vari aspetti, da parte del progettista Mazzella.
Ovviamente in questa mattinata particolare che ha visto l'arrivo dei reperti da sistemare nel Lapidarium (nella ultime due foto in basso le ultime sistemazioni fatte in serata) l'intervento dell'assessore al Programma Integrato Città Sostenibile (Pics), il vice sindaco Francesco De Pierro che ha manifestato la sua soddisfazione al riguardo.
Finalmente è arrivato il fatidico giorno che riteniamo essere alto per l'Amministrazione comunale in carica perché su questo propgetto ci siamo spesi alacremente, ci abbiamo creduto sin dall'inizio nonostante le critichem ha proseguito De Pierro.
Oggi finalmente termina questa progettualità perché stanno per essere riposti all'interno della teca questi reperti ritrovati lungo la via Appia Antica e che si uniformano alla storia dell'Arco di Traiano, che è il monumento simbolo della nostra città.
Con questa progettualità Pics offriamo un modo nuovo, diverso e tecnicologicamente avanzato di usufruire di servizi della nostra città, meglio, consentiamo ai turisti in visita alla nostra città di poter fruire della storia di Benevento in maniera diversa.
Ci sarà lo strumento del Qr Code, che consentirà digitalmente di accedere istantaneamente alle informazioni, digitando il paragro dedicato al monumento che spiegherà la storia dell'Arco, delle singole tavole e dei reperti che inseriamo all'interno della teca.
Di tutto questo siamo particolarmente contenti.
Infine, il sindaco Clemente Mastella, ha detto di ritenere una cosa giusta utilizzare al massimo questa enorme fecondazione che c'è stata nel passato di reperti archeologici che vengono ogni tanto rinvenuti.
E qui il tutto fa buona mostra di sé anche al lato dell'Arco di Traiano. Ritengo che i turisti anche vedranno più il lapidarium questo l'Arco che sarà ripristinato nella sua integrità perché stare all'aperto è divenuto un problema anche per gli scarichi delle auto qui davanti e questo bisogna evitarlo.
Andiamo avanti in questa direzione.
Così anche con piazza Pacca che è diventata una bellissima piazza mentre sotto di essa ci sono cose che possono anche essere recuperate in un secondo momento.
Agogniamo poi la costituzione del Museo Egizio.
Ho proposto al nuovo soprintendente Mariano Nuzzo di recuperare i reperti del retrobottega, gettati a terra, anche nel Museo provinciale. Ci sono reperti che sembra non interessino nessuno.
Ho proposto allora di affidarli ai Comuni, anche ai privati, come ad alcune strutture alberghiere che possono restaurarli e metterli in mostra per dare l'idea del Sannio totale.
Sin qui Mastella.
Ai lavori di trasloco dei reperti, ha presenziato anche Simone Foresta (nella quart'ultima foto in basso), funzionario della Soprintendenza.
comunicato n.166675
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