Appartenere alla Regione giusta puo' davvero fare la differenza. Soprattutto in futuro, se il principio di autonomia differenziata fara' il suo corso
Quindi il tentativo di Matera dovrebbe essere seguito con un certo interesse, anche da noi beneventani, a prescindere dall'esito che avra' nell'immediato futuro. Anche noi sanniti potremmo passare con la Puglia nel nome di Traiano, dell'Unesco, di papa Orsini, che nacque in Puglia, e magari anche dell'Aglianico...
di Francesco Morante
La notizia è di quelle che apparentemente non hanno nulla d'interessante, per noi sanniti, sul piano locale.
Mi riferisco alla raccolta di firme per ottenere un referendum che separi Matera dalla Basilicata e la collochi nella Regione Puglia.
Chiedere un simile referendum è di sicuro spia di un disagio conflittuale tra le due sole province, Matera e Potenza, che compongono questa piccola regione.
E' quasi la conferma che non sempre "piccolo è bello".
Del resto anche noi sanniti, in Campania, abbiamo un peso specifico così marginale che la situazione di Matera la possiamo anche comprendere.
Del resto, penso che molti abbiano ancora memoria di quel 1993, quando la Provincia di Benevento, presieduta da Floriano Panza, votò all'unanimità un ordine del giorno per chiedere il distacco del Sannio dalla Campania ed essere aggregato al Molise.
In quell'occasione, come oggi, anche i telegiornali nazionali diedero la singolare notizia, quasi come una divertita curiosità.
In fondo, sembravano suggerire, non si comprende proprio quale possa essere la necessità di chiedere il passaggio da una Regione ad un'altra.
Alla fine, cosa cambia?
In effetti, in questa sorta di evoluzione istituzionale verso un regionalismo di tipo federale, iniziato con le modifiche alla Costituzione del 2001 approvate da un referendum popolare, appartenere alla Regione giusta può davvero fare la differenza.
Soprattutto in futuro, se il principio di autonomia differenziata farà il suo corso.
Quindi, il tentativo di Matera dovrebbe essere seguito con un certo interesse, anche da noi beneventani, a prescindere dall'esito che avrà nell'immediato futuro.
Questa vicenda materana, a me che per diletto mi occupo di storia locale, ha fatto tornare alla memoria un bellissimo libro dello storico tedesco Ferdinand Gregorovius, pubblicato nel 1882.
Il libro era una guida storico-artistica dal titolo "Nelle Puglie".
Ebbene, quel libro iniziava con un primo capitolo, peraltro molto corposo e interessante, su Benevento. Perché questa scelta?
Lo stesso Gregorovius la giustificava per motivi storici, per la grande omogeneità che la nostra città ha con l'area adriatica, di cui nel passato era la porta, il punto obbligato di accesso.
Lo sapevano anche i romani, che di qui passavano per andare a Taranto e a Brindisi.
Lo confermò l'imperatore Traiano quando, al principio del II secolo, fece costruire la via Traiana (o Appia Traianea, come alcuni la nominano) per andare in Puglia.
Quella strada partiva proprio qui da Benevento.
E' quasi pleonastico ricordare che anche questa strada è stata riconosciuta Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco nel sito seriale della via Appia.
Tornando alla questione regionale, c'è da ricordare che il Sannio è stato sempre insofferente verso la collocazione campana.
Nell'Assemblea Costituente, i nostri rappresentanti, Giovan Battista Bosco Lucarelli e Giovanni Perlingieri, tentarono in tutti i modi di far nascere la Regione Sannio, senza riuscirci.
Il loro progetto fu sacrificato per far nascere la Regione Molise che vide la luce solo nel 1963.
Quando nel 1970 le Regioni divennero reali, con le elezioni dei primi Consigli regionali, iniziarono i primi tentativi, grazie soprattutto a Togo Bozzi (foto), avvocato, di portare Benevento nel Molise e fuori dalla Campania.
Tentativi che conobbero l'ultimo atto in quel 1993 che ricordavamo prima, dopo di che si è quasi passati ad un fatalismo rassegnato, che viene ogni tanto spezzato in quelle occasioni in cui ci tolgono progressivamente uffici, industrie, ospedali e altro, a beneficio di altri territori campani. E si ritorna a parlare e a protestare contro Napoli.
Nel 2002 ebbi l'occasione di incontrare a Cusano Mutri il grande storico Giuseppe Galasso e di tenere con lui una conferenza proprio su questi temi regionalistici.
In quell'occasione, in privato, gli chiesi lui sinceramente cosa ne pensasse di questa tensione beneventana di uscire dalla Campania.
Mi esternò tutto il suo scetticismo, anche forse di napoletano verace qual era, chiedendomi cosa speravamo di ottenere da questo divorzio da Napoli.
Campobasso cosa aveva da offrire? In effetti non sapevo dargli torto.
Adesso però mi rendo conto che forse la questione era sbagliata in partenza. Aveva ragione Galasso. Che senso ha passare con il Molise? Con una Regione che si dubita anche che esista?
Forse anche per Benevento sarebbe meglio chiedere, come ha fatto Matera, di passare con la Puglia.
Nel nome di Traiano, dell'Unesco, di papa Orsini, che nacque in Puglia, e magari anche dell'Aglianico, che per la verità è anche un po' lucano.
Ovviamente, in una domenica pomeriggio ci può anche stare che, nell'ozio di un dopo partita, ci si diverta ad immaginare un poco di fantapolitica.
comunicato n.166664
Società Editoriale "Maloeis" - Gazzetta di Benevento - via Erik Mutarelli, 28 - 82100 Benevento - tel. e fax 0824 40100
email info@gazzettabenevento.it -
partita Iva 01051510624
Pagine visitate 638192878 / Informativa Privacy