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Benevento, 07-10-2024 16:53 ____
"Storia di due Istituzioni educative in Benevento. I Fratelli delle Scuole Cristiane. Gli Agostiniani di Napoli 1834 - 1979"
E' il titolo del libro di Angelo Fuschetto presentato alla Rocca dei Rettori
Redazione
  

E' stato presentato alla Rocca dei Rettori, davanti ad un folto pubblico, il libro di Angelo Fuschetto dal titolo: "Storia di due Istituzioni educative in Benevento. I Fratelli delle Scuole Cristiane. Gli Agostiniani di Napoli 1834 - 1979" (Edizioni Iuorio, 2024).
Oltre all'autore, ne hanno discusso, moderati dal giornalista Achille Mottola, il sindaco, Clemente Mastella, e il giornalista, Antonio De Lucia, mentre Massimiliano Fuschetto ha eseguito all'oboe due brani per un intermezzo musiciale.
L'ultimo lavoro di Angelo Fuschetto, che nel corso della sua lunga militanza di saggista, storico, giornalista, ha firmato 300 altri volumi sulla storia della sua San Marco dei Cavoti, del Fortore, del Sannio e si è occupato anche di studi su problematiche di natura sociale e culturale, ricostruisce alcune pagine di storia della chiesa di Santa Sofia del suo l'antico cenobio e dell’Istituto San Vittorino di Benevento, che per alcuni decenni tra il secolo XIX e XX furono adibiti ad Orfanotrofio ospitando, tra altro, proprio nell'attuale Museo del Sannio una Scuola per tipografi.
Il libro di fatto si occupa del lavoro che svilupparono i "Fratelli delle Scuole Cristiane" che erano impegnati nel dare istruzione agli umili, gli “Ignorantelli”: essi furono chiamati ad operare anche nella città “papalina”, in quanto appartenente allo Stato della Chiesa pur se cicondata dal Regno di Napoli, dall'arcivescovo di Benevento, il cardinale Giovanni Battista Bussi (1824 - 1844).
Con una bolla del 19 settembre 1834, l'arcivescovo assegnò ai "Fratelli" la chiesa, il chiostro e il monastero di Santa Sofia, oggi Patrimonio Unesco e lì i "Fratelli", come afferma il sacerdote Ferdinando Grassi in "I pastori della Cattedra Beneventana" del 1969, "…ben resero sapienti molte generazioni di nostri antenati".
Si tenga conto che all'epoca in città gli adulti analfabeti erano 8 su 10, anche se di ceto medio-elevato: i piccoli orfani erano "naturalmente" candidati a restare privi di istruzione per tutta la vita.
L'opera dei "Fratelli" si estese quindi anche all'Istituto San Vittorino, che affaccia su via Annunziata, e proprio in questa struttura lo stesso autore, Angelo Fuschetto, fu uno degli ospiti, avendo perduto il papà nei primi mesi della Seconda Guerra Mondiale.
Dunque, Fuschetto ha voluto con questo libro anche rendere omaggio al lavoro dei "Fratelli" che gli diedero un'istruzione.
Nel libro viene riportata anche una lettera che fu inviata a Fuschetto con la quale uno dei suoi maestri elogiava il percorso seguito dal piccolo Angelo con tanto profitto da essere riuscito ad andare molto avanti nel suo corso di studi e ad ottenere successo nella sua vita.
L'assistenza agli orfani cambiò con la proclamazione del Regno d'Italia (1861) con  la laicizzazione almeno delle strutture amministrative di gestione ed il subentro del Comune, della Provincia, della Camera di Commercio e la conseguente istituzione di una Fondazione. Il concetto di solidarietà cristiana che animava i "Fratelli" si tradusse anch'esso laicamente, secondo le tipiche coordinate, anche di natura burocratica, con le nuove autorità del nuovo Stato, che non fecero comunque mai mancare il loro apporto.
Il libro di Fuschetto analizza anche questo passaggio ed i provvedimenti e gli atti che le autorità locali misero in campo con i "Fratelli".
Secondo lo stile dell'autore, infatti, il libro è ricco di documenti inediti ed originali che consentono al lettore di farsi un quadro di fatti ed eventi quasi del tutto dimenticati.
Ne viene fuori anche la questione delle proprietà di quei beni immobili che un tempo erano stati della Chiesa e che poi furono acquisiti da Comune (San Vittorino) o dalla Provincia (chiesa di Sant'Ilario, Masseria del Vescovo, Rocca dei Rettori, la stessa chiesa di Santa Sofia, che però oggi è "trasmigrata" al Fondo Edifici di Culto ministeriale…).
In una mattina di primavera del 1920 all'istituzione benefica giunse una lettera in cui si avanzava una proposta: quella di far partecipare gli orfani ad una vera e propria scuola di formazione per tipografi sotto l’egida di una società anonima, Cooperativa tra operai tipografi "ed affini", sorta il 1° aprile del 1920 in Benevento, per atto del notaio Enrico Verrusio.
La scuola fu effettivamente istituita e andò avanti a lungo anche se tra non pochi malumori, diciamo così, dei titolari delle tipografie storiche della città.

 

comunicato n.166497




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