Il gestore e' stato inadempiente e se le contrade continuano a non essere servite dall'acquedotto ci sono evidenti responsabilita'
E' quanto afferma il Comitato Sannita Acqua Bene Comune a cui la Gesesa non ha dato corso al richiesto accesso agli atti
Redazione
Il gestore è stato inadempiente e se le contrade continuano a non essere servite dall'acquedotto ci sono evidenti responsabilita.
E' quanto afferma il Comitato Sannita Acqua Bene Comune (Abc), con il responsabile Giovanni Seneca (foto), a cui la Gesesa non ha dato corso al richiesto accesso agli atti.
"La perdurante crisi idrica dovuta ai cambiamenti climatici e alla scarsità dell'acqua - scrive - genera conflitti tra le istituzioni, come dimostra lo scontro tra Mastella ed il sindaco di Campobasso, Forte, dopo che quest'ultima ha minacciato la riduzione del flusso idrico dal Molise per la città di Benevento.
Lo spettacolo teatrale che la Solot ha portato in scena in occasione della giornata mondiale dell'acqua terminava dicendo: "La guerra dell'acqua è appena iniziata".
Gli scenari che si aprono per i prossimi anni sono davvero preoccupanti e bisogna che tutti ma soprattutto la politica prendano coscienza della gravità del problema, ascoltando Papa Francesco che invita a "trovare soluzioni condivise", e che dice che "ogni forma di privatizzazione dell’acqua è inaccettabile".
Pur consapevoli di cattive gestioni pubbliche, quanto è successo nell'ultimo Consiglio comunale a Benevento, dimostra che la gestione degli ultimi trent'anni nella nostra provincia, improntata alla logica del mercato, ha prodotto pessimi risultati.
I vertici di Gesesa, dopo aver negato l'accesso agli atti al Comitato sannita Abc, sollecitati da un'interrogazione della minoranza, hanno in parte risposto ai nostri quesiti, ammettendo gli inadempimenti contrattuali.
In merito il completamento dell'attivazione della rete idrica Gesesa, ha sostenuto che aveva soltanto l'obbligo di presentare il progetto e che sarebbe stato il Comune di Benevento a decidere, riversando i costi in tariffa o assumendosene l'obbligo.
Dalla Convenzione del 1992, invece, si evince esattamente il contrario e cioè, riportiamo testualmente la convenzione: "L'esecuzione dei vari interventi sarà affidata alla società che s'impegna sin d’ora ad effettuarli nei tempi concordati.
Quando non fossero disponibili o sufficienti i contributi dello Stato o di altri Enti, la società coprirà in tutto o in parte senza alcun limite d'importo, i relativi fabbisogni finanziari con mezzi propri o reperiti a proprio carico".
Questo significa che il gestore è stato inadempiente e se le contrade continuano a non essere servite dall'acquedotto (nonostante le promesse elettorali di Mastella) e la rete idrica fa acqua da tutte le parti, ci sono evidenti responsabilità della gestione mista con il privato.
Dalle dichiarazioni rese in Consiglio comunale si evince, inoltre, chiaramente che la società non ha istituito il laboratorio di analisi interno per garantire la qualità delle acque che abbiamo bevuto per oltre trent'anni.
Secondo Gesesa si è preferito propendere per un laboratorio esterno accreditato perché un laboratorio interno sarebbe stato più costoso.
A parte il fatto che le valutazioni sull'economicità del laboratorio esterno sono tutte da dimostrare, sta di fatto che non era una scelta istituire o meno il laboratorio, ma un preciso obbligo contrattuale, che è stato violato.
E' doveroso sottolineare che il Comune di Benevento si è servito per anni di un laboratorio privato non accreditato per il tetracloroetilene, come rilevato dall'Asl ed i cittadini si sono bevuti la pericolosa sostanza la cui presenza era addirittura negata all'inizio della vicenda.
Per quanto riguarda il terzo punto richiesto e cioè se la società si fosse dotata del telecontrollo, apprendiamo con piacere che questo sistema esiste e permette di monitorare i guasti e le perdite.
Con l'accesso agli atti, però, avevamo richiesto un documento dal quale si potessero evincere i dati delle perdite reali per ogni singolo distretto, cosa che non ci è stata data.
"Verba volant, scripta manent" (le parole volano gli scritti restano).
Pur nell'attesa di una risposta scritta, oramai la verità è evidente per tutti i cittadini.
La gestione mista ha violato gli obblighi contrattuali assunti all'articolo 5 della convenzione del 1992.
Questo doveva portare a risolvere la convenzione, invece si è continuato con tre proroghe senza gara ed addirittura il Consiglio di Distretto, nonostante le gravi problematiche della gestione privatistica, si appresta a costituire una società mista che la maggioranza dei sindaci e della popolazione della provincia di Benevento non vuole.
Invitiamo l'Eic Sannio a riconsiderare la scelta dopo le bocciature della Corte dei Conti ed a propendere per una gestione totalmente pubblica, guidata dall'efficienza e dall'economicità, abbandonando ipotesi legate al mercato ed al profitto delle multinazionali sul bene più prezioso di cui disponiamo".
comunicato n.166276
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