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Benevento, 24-09-2024 09:23 ____
"Lo dice stesso la parola: Tu... mor(e)!", rispose zio Rosario quando gli chiesi di mia madre, se ce la poteva fare
All'amata sorella fu diagnosticato un tumore maligno alla mammella e un'aspettativa di vita di soli 6 mesi. Lui, un medico, riusci' a posticipare l'evento ferale. Oggi i progressi fatti dalla medicina sono tali per cui noi dobbiamo prendere per mano i nostri amici e parenti affetti da questo male e con convinzione dir loro, forte e chiaro: Tu non mor!, commenta Beniamino Furno
Redazione
  

Un nota di speranza dedicata a tutti i malati oncologici della nostra provincia affinché, grazie al sostegno dei propri familiari, trovino la forza di combattere e non arrendersi mai.
Ad inviarcela è Beniamino Furno.
"Qualche giorno fa - scrive - ho letto sul giornale di un'innovativa ricerca condotta dall'Università di Salerno in collaborazione con l'Università Federico II di Napoli.
I risultati di questo studio hanno rilevato che una proteina prodotta da un particolare gene (Brpfi) svolge un ruolo chiave per la sopravvivenza di vari tumori, tra cui quello del seno.
Solo colpendo questa proteina è possibile sbarrare la strada ai tumori resistenti.
Nel 70% delle pazienti il tumore al seno non si ripresenta ma in 3 casi su 10, tanti in termini assoluti, si sviluppa una recidiva da pochi mesi dopo l'inizio della cura e fino a 7 o 8 anni dopo.
La squadra di ricercatori capitanata da Alessandro Weisz è riuscita ad individuare una molecola in grado di colpire proprio la proteina chiave (Brpfi) per la sopravvivenza delle cellule tumorali che fino ad oggi erano trattate con gli inibitori degli ormoni estrogeni, determinanti per la crescita e propagazione di molti tumori del seno.
Anche l'intelligenza artificiale sta contribuendo nella lotta contro il cancro: Una nuova tecnologia che prende il nome di Convergence è stata realizzata grazie ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr).
Oggi un esame istologico richiede un tempo minimo di 5 o 8 giorni per avere l'esito. In alcuni casi si può arrivare addirittura fino a 20 o 21 giorni.
Con questa nuova tecnologia (Convergence), invece, basteranno solo pochi minuti per ottenere un responso altamente affidabile, grazie all'immagine digitale.
Ancor oggi il tumore diagnosticato più frequentemente è il carcinoma della mammella, seguito da quello al colon retto.
Fortunatamente, però, oggi ci sono molte più speranze di sopravvivere e di guarigione rispetto al passato.
Settembre 2000. "Lo dice stesso la parola: Tu... mor(e)!", rispose zio Rosario (foto) quando gli chiesi di mia madre, se ce la poteva fare.
Perché lo Zios, in famiglia lo abbiamo sempre chiamato così, era un dottore (medico-chirurgo oggi in pensione) che per i pazienti dava tutto se stesso ma non amava illudere nessuno, tanto meno i suoi familiari, circa la gravità della situazione.
Sul finire degli anni ‘80 all’amata sorella le fu diagnosticato un tumore maligno alla mammella e un’aspettativa di vita di soli 6 mesi.
Quell’anno, era il 1987, mia madre un giorno mi disse: "Fai il bravo e studia". Poi aggiunse: "Non mi rimane molto tempo!"
Io ero ancora un bambino e non capii bene il senso di quelle parole. Ma doveva trattarsi di qualcosa di molto serio, perché piangeva.
Lo Zios fu il primo a non darsi per vinto!
Subito dopo quella terribile diagnosi contattò un collega medico di Milano, un "certo" Umberto Veronesi.
Fu lo Zios ad anticipare tutte le spese per la clinica e l'intervento.
A mia madre disse: "Non ti preoccupare, me li ridarai un po' alla volta. Pensa a guarire!"
Ma lui sapeva benissimo che non c’era possibilità di guarigione.
Mia madre ammalandosi di tumore aveva contratto ben altro "debito": Con la vita!
Ecco! Lo Zios in questo fu molto bravo. Seppe rinegoziare periodicamente la scadenza di quel... particolare debito.
Di anno in anno riuscì a posticipare il momento... della sua estinzione.
Il 2 luglio, festa della Madonna delle Grazie, in occasione dell'onomastico di mia madre a casa nostra era sempre una gran festa.
Arrivavano amici e parenti da ogni parte per festeggiarla: Un altro anno era trascorso!
Alla fine quel maledetto debito fu rimborsato: Mia madre morì.
Quando ciò avvenne lo Zios era sereno: Le aveva provate tutte!
A distanza di 24 anni la ricerca scientifica ha fatto passi da gigante.
Verrà un giorno in cui questa terribile malattia sarà solo un brutto ricordo.
La mia solidarietà va a tutti i malati oncologici del Sannio e naturalmente anche ai loro familiari.
Guai a cadere in depressione!
L'aspetto psicologico è sempre stato importante e con una buona iniezione quotidiana di fiducia e speranza si riesce ad affrontare meglio questa difficile battaglia.
Oggi i progressi fatti dalla medicina sono tali per cui noi dobbiamo prendere per mano i nostri amici e parenti affetti da questo male e con convinzione dir loro, forte e chiaro: Tu non mor!"

comunicato n.166233




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