E' paradossale che nel momento di maggiore crisi e difficolta' della funzione e del ruolo politico di Mastella, il Centrodestra si divida
E dibatta su "Mastella ora" e "Mastella domani" o "Mastella mai", senza capire che cosi' si e' funzionali a Mastella stesso anche perche' egli governa... Sul "caso" di Rosetta De Stasio, Pasquale Viespoli non esclude che debba dimettersi da consigliere comunale
Nostro servizio
La vicenda politica del Centrodestra è complessa e si complica anche con gesti che appaiono ancora tutti da decifrare.
Il dualismo esasperato, ma sempre pubblicamente negato tranne che nei fatti, tra i due parlamentari del territorio, Domenico Matera di "Fratelli d'Italia" e Francesco Maria Rubano di "Forza Italia" è storia e ricorda un po' quello, già visto all'epoca, tra Pasquale Viespoli (foto) di "Alleanza Nazionale" e Nunzia De Girolamo di "Forza Italia", entrambi nella coalizione di Centrodestra, che parimenti non portò a buoni risultati a quel momento della vita politica cittadina.
E' quotidiana la annunciata "conquista" di amministratori comunali, per la massima parte non di primissimo piano, sempre dal punto di vista politico e non personale, ci mancherebbe, che pesca, quasi sempre, nella stessa area della coalizione, tranne rarissimi casi.
A tutto questo, si aggiunge la recente decisione, non ancora ufficializzata, della adesione di Rosetta De Stasio, consigliere comunale di "Prima Benevento", una coalizione con Lega e Fratelli d'Italia (che peraltro, quest'ultima, presentò una lista ridotta rispetto al massimo del numero consentito dei candidati) mentre una inesistente e logorata "Forza Italia", trasformata in "Forza Benevento", appoggiò la candidatura di Mastella, (senza raggiungere nessun seggio in Consiglio) che scese in campo per conquistare il Comune capoluogo.
Cosa questa che ovviamente non riuscì ma che permise a De Stasio, candidato sindaco, a cogliere quel seggio che la coalizione aveva prodotto.
De Stasio, non aderì mai alla Lega dopo la sua elezione nonostante fosse da essa Lega stata indicata a capo della "coalizione" e nonostante il marito, Alberto Mignone, fosse il segretario cittadino del partito di Salvini (oggi si è dimesso dalla carica per motivi personali...).
Insomma, c'era e c'è motivo per credere che le ragioni dello stare insieme siano lontane e che se così resteranno le cose ben difficilmente questi tre partiti potranno raggiungere risultati importanti alle competizioni elettorali prossime, tra Provincia e Regione, nonostante gli "apporti" esterni.
Ne abbiamo parlato con Pasquale Viespoli che come sempre espone il suo pensiero in maniera lucida e senza sconti e non nasconde il suo rammarico per ciò che sta avvenendo nel "suo" Centrodestra.
E' paradossale, ci ha subito detto, che nel Centrodestra, nel momento in cui, peraltro, assume una iniziativa di protagonismo (i manifesti in città con il volto di De Luca e Mastella ndr) su due grandi questioni come la salute ed il problema idrico, con accuse precise a Mastella e De Luca, si determini una nuova divisione.
E' paradossale, ha insistito Viespoli, che nel momento di maggiore crisi e difficoltà della funzione e del ruolo politico di Mastella, il Centrodestra si divida su Mastella ora e Mastella domani o Mastella mai, senza capire, peraltro, di essere funzionali a Mastella stesso anche perché egli governa.
Il problema dunque è non stare con Mastella ma il dovere di stare all'opposizione.
In tutto questo, una considerazione preliminare è d'obbligo, ha proseguito l'ex senatore, e cioè che c'è una rarefazione nel dibattito pubblico che segnala la crisi dei partiti e dentro questa crisi in particolare emerge l'assenza di una capacità di esprimere un progetto di città alternativo rispetto a quello di governo rappresentato dal partito autosufficiente di "Noi di Centro", come rivendicano ogni volta sul terreno polemico i suoi referenti.
Ed allora il primo problema è che il Centrodestra avrebbe il dovere, a partire dal territorio, di costruire questa alternativa programmatica affrontando fin da ora le grandi questioni che risultano irrisolte e che invece sono ignorate da gran parte del Centrodestra, ed in particolare da "Fratelli d'Italia", un Centrodestra che esprime una posizione che guarda più alla politica delle alleanze che però non vanno costruite sul territorio ma che evidentemente arrivano dal centro.
Come osservatore al di sopra delle parti, preciso meglio, io sono parte però non da un punto di vista partitico, come osservatore, dicevo, ho sufficiente equilibrio per fare una riflessione sistemica che mi porta a fare questa considerazione, ha ancora detto Viespoli.
In realtà, non ci si rende conto che la città le sta perdendo le occasioni perché non c’è una programmazione strategica reale.
Non ci sono grandi scelte ed opzioni per il suo futuro e di fronte a tutto questo c’è sostanzialmente il silenzio.
Mi dispiace sottolinearlo, ma pare che ciò che dico sia difficilmente contestabile.
Tutto questo per fare cosa? Per continuare ad inseguire, a sfogliare la margherita Mastella sì, Mastella no, e determinando poi una serie di comportamenti che fanno più pensare ad un partito desistente che ad un partito esistente.
E mi riferisco in particolare a "Fratelli d'Italia".
Si consideri, abbiamo sottolineato a Viespoli, l'esasperazione del dualismo tra i due parlamentari che non porta assolutamente da nessuna parte...
Ed anche per questo parlo di una situazione paradossale, ci ha risposto l’ex sindaco del capoluogo.
Mastella credo stia attraversando la fase più difficile e complicata della sua funzione politica. Perché è evidente che, al di là della narrazione e della propaganda nella comunicazione, e della bolla mediatica, ci sia l'assenza di consenso.
Il sindaco cerca di salvare il salvabile utilizzando a tal fine sia il Comune che la Provincia.
Il Partito Democratico ed il Centrosinistra nel suo insieme, ha esso stesso difficoltà perché di fronte a questa anomalia territoriale è difficile parlare di "campo largo" anzi, siamo in un "campo stretto" se vogliamo utilizzare questa descrizione.
Dunque, ci sono le condizioni affinché il Centrodestra non solo assuma una funzione di leadership ma costruisca fin da subito una alternativa partecipata che dialoghi con la città, con le forze produttive, con quelle del volontariato e sociali.
Cioè rende partecipato un processo che non può essere soltanto verticistico e autoreferenziale per cui si aspetta la designazione dall’alto e poi il resto segue.
Quello che è paradossale è che una fase in cui il Centrodestra potrebbe svolgere il massimo della sua potenzialità, considerando anche che è coalizione di governo del Paese, c'è questa sorta di introversione che significa contrapposizioni personalistiche e una sorta di gara che rende la campagna acquisti l’elemento centrale dell’aggregazione.
Peraltro, abbiamo ribadito noi, una campagna acquisti che pesca quasi sempre all’interno della coalizione medesima, senza sottrarre molto ai competitori.
Esatto, ci ha risposto Viespoli.
C'è una sorta di costante movimentazione e redistribuzione di vecchi e nuovi pezzi di ceto politico ma che non sono il consenso.
Per questa strada non si costruisce il cambiamento e il rinnovamento.
Si gioca sullo stesso terreno dell’avversario ma con la differenza che l'avversario ha qualche numero in più.
E il passaggio di Rosetta De Stasio, indicata dalla Lega a capo di una "coalizione" che l'ha portata ad essere il candidato sindaco del Centrodestra, a transitare a "Fratelli d'Italia", azione che ha in pratica costretto il marito, Alberto Mignone, a dimettersi dalla carica di segretario cittadino della Lega, funzione che esercitava nel momento in cui la moglie, mai tesserata, peraltro, con la Lega Salvini Premier, ha scelto di aderire al partito "avversario"?
Come si interpreta questo passaggio o è tutto ancora da decifrare? abbiamo chiesto a Viespoli.
Sono curioso di capire e di sentire le motivazioni di questa scelta, ci ha risposto, che è impegnativa dal punto di vista politico.
E' legittima per chi ha una certa storia anche se qui ci troviamo di fronte ad una interruzione di quella vecchia storia politica, e però tutto questo si deve misurare con una necessità di coerenza rispetto alla campagna elettorale.
Una coerenza che, dicono soprattutto nella Lega, non ci sia perché ora dovrebbe De Stasio lasciare "Prima Benevento" e transitare nel gruppo Misto a Palazzo Mosti senza indossare in consiglio ancora questa casacca che l'ha eletta, abbiamo evidenziato a Viespoli.
Capisco bene che in particolare la Lega ha lavorato per questa scelta di proporla come candidato sindaco alle ultime elezioni e che non abbia gradito questa adesione a "Fratelli d'Italia", ci ha risposto l’uomo politico, ed è per questo che attendo di conoscere le motivazioni del gesto politico.
Ho letto le critiche che provengono dalla dirigenza leghista ed esse sono certamente comprensibili.
Nel caso di Rosetta De Stasio stiamo parlando di un soggetto politico che ha un suo retroterra che può motivare alcune scelte anche se io ho posizioni fortemente critiche rispetto a chi oggi rappresenta la Destra a Benevento.
Però questo si deve misurare rispetto al dato amministrativo e della coerenza rispetto al dato elettorale.
Dunque, deve lasciare il gruppo di Prima Benevento? Può apparire una questione di poco conto... abbiamo chiesto a Viespoli.
No, non è di poco conto ma ha un valore simbolico e credo che se si interrompe un percorso e se ne apre un altro, si debbano poi fare tutte le scelte conseguenti per rendere appunto coerente il gesto politico fatto.
Piuttosto questa dovrebbe essere anche l’occasione per fare una analisi sul ruolo dell’opposizione.
Il centrodestra è sottodimensionato in Consiglio comunale e non c'è dubbio ma anche per questo io parlo di motivazioni che potrebbe consistere nell'assunto: Io voglio costruire dal di fuori del Consiglio comunale l'alternativa a questa maggioranza di governo locale.
Faccio una scelta politica e lascio libero il campo...
Con le dimissioni da consigliere, abbiamo chiesto a Viespoli?
Penso di sì, è stata la risposta, ma per essere più concreto attendo di conoscere le motivazioni della decisione assunta prima di dare un giudizio e valutazioni definitive non fosse altro per la correttezza nei rapporti con l'interessata.
Alla fine però per me conta la politica.
Sarebbe veramente assurdo che questa cosa diventasse l'elemento di una ulteriore divisione nel Centrodestra.
Le capacità di leadership non si vedono sulle scelte ma su quelle condivise e capaci di fare valore aggiunto non di generare divisioni.
Quello è solo personalismo ed opportunismo.
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