Norberto Bobbio crivella di colpi il concetto di guerra giusta e mai la barbarie del nemico potra' giustificare uno scontro militare
Bisogna poi respingere la pretesa dei realisti i quali affermano che ci sia poco da fare perche' gli uomini sono fatti cosi', sono cattivi e cattivissimi. Di guerra e di pace, analizzando il pensiero di Bobbio, ne hanno parlato Cristina Ciancio, Gaetano Pecora, Vincenzo Casamassima e Tommaso Greco del corso di laurea in Giurisprudenza
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Di guerra e di pace, analizzando il pensiero di Norberto Bobbio, si è parlato stasera nel cortile di Palazzo Bosco Lucarelli nell'ambito della rassegna "Cultura in Cortile" portata avanti dalla Commissione Comunicazione Ateneo che ha avuto come infaticabile promotrice, Cristina Ciancio, docente di Storia del Diritto Medievale e Moderno.
Relatori sono stati Gaetano Pecora, docente di "Storia delle Dottrine Politiche" e Vincenzo Casamassima, docente di "Diritto Costituzionale", tutti del Corso di laurea magistrale in Giurisprudenza di Unisannio.
Ospite della serata Tommaso Greco, docente di Filosofia del Diritto all'Università di Pisa per un incontro dedicato a "Guerra e Pace. A partire da Norberto Bobbio" (nella foto di apertura da sinistra Tommaso Greco, Cristina Ciancio, Gaetano Pecora e Vincenzo Casamassima).
Il momento è delicatissimo per gli attentati continui alla pace in varie parti del mondo.
Si ha netta la sensazione di essere vicini alla catastrofe, ha detto Cristina Ciancio.
Non mancano le ipotesi di una terza guerra mondiale caratterizzata da ordigni nucleari ma il problema sarà la quarta che non potremo che combattere con le pietre, ha detto ancora Ciancio che, introducendo i lavori, ha anche voluto sottolineare come questa iniziativa sia stata organizzata per proporre momenti di dialogo e per questo sono stati chiamati anche Pecora e Casamassima, amici del nostro ospite Greco, che tratteranno il tema della guerra e della pace partendo dal libro di Norberto Bobbio con il quale, in particolare Pecora, ha percorso e condiviso un tratto importante della sua carriera di studioso.
Si cercherà di capire, ha proseguito Ciancio, il ruolo del diritto provando a ribaltare i termini del dibattito.
In questo scritto di Bobbio, anche per l'epoca in cui fu scritto, il confronto forte tra Urss ed Usa, con la crisi dei missili sovietici a Cuba ed in cui si temeva l'escalation con il timore dell'uso delle armi nucleari.
Il momento è simile, ha concluso Ciancio ed è su tutto ciò che ora dobbiamo interrogarci.
La parola è stata quindi presa da Vincenzo Casamassima che ha avuto il compito di presentare l'illustre ospite, cosa che è stata fatta egregiamente tenendo anche conto del suo profilo di studioso.
La produzione scientifica di Greco, ha detto Casamassima, spazia in diversi ambiti che convergono verso i temi trattati ed in un volume dedicato a Norberto Bobbio del 2000.
Il docente pisano ha individuato anche il filone del tema del Diritto delle Relazioni e del Diritto sui profili sanzionatori e sulla forza stessa del diritto.
Greco ha portato avanti anche studi sul pensiero di Simone Weil e poi ha scritto saggi sulla pace e sul pacifismo giuridico.
Il tutto confluisce nel ruolo del libro sulla guerra e sulla pace e sul modo che deve riconoscersi alla forza del diritto, ha concluso Casamassima.
Gaetano Pecora, cui è passata poi la parola, ha avviato il suo intervento con le parole di Ernesto Rossi che ha visto tante volte nascere il bene dal male al punto che non so più cosa sia il bene ed il male.
Sono convinto, ha proseguito Pecora, che i sentimenti sinceri vogliono essere silenziosi. Esprimerli sembra quasi di profanarli.
Greco ha curato anche un corso universitario con un libro ed al cospetto di un Bobbio che più chiaro di così non si può. Fu concreto ma implacabile.
Ed infatti, il concetto distrutto da Bobbio fu quello di guerra giusta.
Un procedimentio giudiziario, invece, per i suoi teorici.
Si colpisce uno Stato per un comportamento illecito.
Il libro di Bobbio è del 1964 ed in quel periodo ci si interrogava sul concetto del giusto e dell'ingiusto.
Mai però la barbarie del nemico potrà giustificare una guerra.
Ma la domanda è poi anche questa, ha proseguito Pecora e cioè: Chi decide del giusto e dell'ingiusto?
Certamente la vittoria ma neanche questo significa che sia giusta.
Ed allora ecco avanzare l'ipotesi di una federazione, di un super Stato con un giudice e con la forza necessaria per imporre le sue sentenze. Solo così, ha ancora detto Pecora, sarà possibile scavare una trincea intorno alla pace.
Ma tutto questo può valere per gli Stati interni alla Federazione e se il super Stato deve rispondere ad una aggressione che proviene dall'esterno?
Il concetto a questo punto è che più si allarga la Federazione e più si allontana la guerra da qui la necessità di una federazione cosiddetta mondializzata.
E qui ci sono anche le mie perplessità, ha detto Pecora.
La pace ottenuta da un dittatore, ad esempio, non serve perché occorre che tutto si esprima in un regime di libertà. Oggi che il mondo pullula di dittatori è come la fine del mondo e si dovrebbe quindi scatenare una guerra preventiva rischiando però di uccidere anche gli interni. Ne vale la pena?
La parola a questo punto è passata all'ospite della serata, Tommaso Greco, il quale ha esordito dicendo che forse non è necessario arrivare al paradosso o ad un bivio ma tenere la pace semplicemente come un principio.
E ripubblicando i corsi universitari tenuti da Bobbio il concetto è che il tempo rinchiude un riflessione proprio di questo tipo.
La guerra, in questi ultimi tempi, è tornata in auge in modo pazzesco.
C'è anche nelle trasmissioni televisive una narrazione favorevole ad essa ed alla sua potenziale necessità. Tutto questo è incredibile.
Bobbio si interroga molto tra diritto e forza e divide l'apparato scientifico da quello militante.
Separati i giudizi di fatto da quelli di valore.
Egli fa una critica crivellando di colpi il concetto di guerra giusta.
E' del 1979 il primo libro di Bobbio sulla pace. L'autore è un pacifista che vuole capire le ragioni della guerra e quelle della pace.
La guerra deve appartenere al passato e deve essere superata.
Quindi Greco ha tenuto ad evidenziare le varie forme di pacifismo.
Quello strumentale, quello delle potenze ma che non può esistere nei fatti concreti perché si basa sulla diffidenza totale. Il patto che si sottoscrive in pratica non esiste e l'unica azione che è convincente è quella che vince chi agisce per primo, al di là dello scritto.
Poi c'è il pacifismo etico e religioso con vantaggi e svantaggi per entrambi.
In mezzo a tutto ciò c'è il pacifismo istituzionale e giuridico che cerca di fare i conti con la forza che non può essere annientata, ma regolata.
Alcuni autori pensano alla costituzione di uno stato mondiale per prendere sul serio il pacifismo giuridico.
Poi Greco tornando alla stretta attualità, ha sottolineato come il problema non è rispondere a Putin ma chiedersi cosa abbiamo fatto assieme a lui negli ultimi 23 anni.
Eppure ha perseguitato il suo popolo da decenni. E nonostante questo noi dovevamo proprio trattarlo e considerarlo così come abbiamo fatto?
Tra il contrasto però e portargli la guerra in casa, ci sono altre possibilità da valutare.
Bisogna creare le condizioni affinché la pace si possa costruire.
E' in questa direzione che dobbiamo guardare. Dobbiamo essere convinti, è andato a chiudere Greco, dobbiamo essere convinti che la strada sia percorribile.
Ma non è ridicolo che nel 2024 l'uomo si faccia ancora la guerra?
Bisogna respingere la pretesa dei realisti i quali affermano che ci sia poco da fare perché gli uomini sono fatti così, sono cattivi e cattivissimi.
Ma non è proprio così e bisogna arrivare a un giorno in cui si possa e si debba pensare che la guerra è un tabù ed una cosa inaccettabile, ha concluso Greco.
Ultimati gli interventi c'è stato anche un dibattito alimentato dal pubblico presente.
comunicato n.165992
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