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Benevento, 08-09-2024 09:26 ____
Una figura caduta in disuso, quella della "maschera" di cinema e teatro. Peppino De Lorenzo la ricorda con Enrico Molinaro
La sua attivita' ebbe inizio nel 1964 e prosegui' ininterrottamente tra il Cinema "Massino" ed il Cinema "San Marco". Nel 1957 una gita a Pompei con anche il cavaliere Angelo Miranda
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Peppino De Lorenzo, questa domenica e la prossima, porrà la sua attenzione su di una figura, oggi, in verità, caduta in disuso, ma che, negli anni addietro, anche qui da noi, rappresentava, a suo modo, un personaggio.
Ci si riferisce, nello specifico, alla "maschera", presente in ogni sala cinematografica o teatro.
Ne ricorda due in particolare che hanno fatto la storia. Nella circostanza odierna, infatti, scrive di Enrico Molinaro, domenica prossima, di Giovanni Ciccone.
"Aveva il compito la "maschera", definita anche "personale di sala" o "custode di sala", di accogliere gli spettatori che, entrando in un cinematografo od in un teatro, in ogni tempo, si apprestavano, ad assistere lo spettacolo.
Oggi, è destinata, quasi sempre, solo a verificare che sia stato pagato il biglietto d'ingresso mentre, nel passato, accompagnava anche l'ospite al posto a lui destinato o richiesto.
In definitiva, la "maschera" svolgeva l'accoglienza e si curava, nel contempo, di indicare quanto si rendesse necessario nel corso dell'intera rappresentazione.
La sua presenza, quindi, non è stata mai secondaria dovendo assicurare che, durante lo spettacolo, sia cinematografico che teatrale, tutto fosse andato per il meglio, senza intoppi.
Quella figura, quindi, ha sempre assicurato tranquillità nel corso di ogni evento.
Il nome di "maschera" è mitico e deriva dal fatto che, nel Settecento, l'interessato portava una "maschera", appunto, che, quasi sempre, raffigurava gli attori in scena.
Oggi, questa figura non è più diffusa come un tempo e quelle che ancora ci sono, come detto, hanno, quasi esclusivamente, la funzione di controllo dei biglietti.
Vivente ed avanti negli anni è Enrico Molinaro (foto di apertura, oggi, con Peppino De Lorenzo).
Mi ha ricevuto, giorni fa, con la gentilezza ed il garbo che lo hanno sempre contraddistinto, nella sua casa, nella parte alta della città, ove oggi vive con la moglie, nonché dell'assidua presenza quotidiana dei figli Pellegrino, Oreste e Tiziana (prima foto in basso, Molinaro ai tempi della giovinezza).
Inizialmente, il lavoro del nostro era diverso. Si narra, infatti, che fosse un maestro nella riparazione delle scarpe.
Nel periodo del dopoguerra, essendo i tempi diversi e molta la ristrettezza economica, le scarpe non si cambiavano con la facilità di oggi.
In ogni famiglia, segnatamente le mamme, operavano in modo che le stesse, ricorrendo alla riparazione, appunto, durassero quanto più tempo possibile. Non erano pochi, inoltre, i casi che venissero fatte usare, durante la crescita, ai figli più piccoli.
Fu nel 1964 che Enrico Molinaro, non lasciando il suo impiego iniziale e, quindi, lavorando sodo, di giorno e di notte, assunse il ruolo, in quel tempo ambito, di "maschera".
Attività che poi proseguì, ininterrottamente, fino al 1978, dividendo la sua presenza tra il Cinema Massimo ed il San Marco.
Nel corredo fotografico che segue è attraversato tutto il suo periodo lavorativo in quella veste particolare.
Nelle seconda e terza foto in basso, le casse delle due sale cinematografiche con Antonio Lollo in qualità di cassiere.
A seguire, la quarta foto immortala alcuni dei dipendenti dinanzi al bar, mentre la quinta si riferisce ad una gita, il 30 agosto 1957, a Pompei, cui partecipò anche il cavaliere Angelo Miranda.
La sesta, settima ed ottava foto riprendono le sale superiore ed inferiore, con il bar annesso, del San Marco che, in quel tempo, erano sempre gremite di spettatori.
In definitiva, anche la mitica figura della "maschera", con l'evolversi del tempo, ha mutato la sua preziosa ed insostituibile funzione".

 

 

 

 

comunicato n.165950




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