Mastella, De Caro, Rubano: Dalla cogestione alla dura contrapposizione del dualismo di potere
L'estate del 2024 restera' nella storia del Sannio anche per il duro confronto politico tra un leader antico, in veloce fase calante e un giovane brillante, molto piu' del ceppalonese da giovane, commenta Piero Mancini
Redazione
Mastella, De Caro, Rubano: Dalla cogestione alla dura contrapposizione del dualismo di potere.
E' il titolo della riflessione inviataci da Piero Mancini (foto).
"Caro direttore - ci scrive - l'estate del 2024 resterà nella storia del Sannio. Non solo per l'inizio della carenza emergenziale del più importante bene primario, l'acqua.
La contrapposizione politica tra un leader antico, in veloce fase calante, e un giovane brillante, molto più del ceppalonese da giovane, che in pochi mesi è stato capace di creare un molto forte e agguerrito esercito, tanto da poter sfidare in campo aperto le famose truppe mastellate, causando molti disarticolanti danni.
Una dura contrapposizione tanto sfinente e sfiancante per l'uno quanto esaltante per l'altro.
Una contrapposizione, vis-a-vis, a cui l'inclemente e arrogante gestore di un potere indiscusso e di lunghissima durata non è affatto abituato.
Una contrapposizione che non durerà molto a lungo. Uno solo resterà in piedi.
L'altro conoscerà l’amaro di una sconfitta definitiva.
Finito nella polvere non avrà alcuna forza e possibilità di rialzarsi. Uno scontro di un livello mai visto nella nostra provincia.
Abituati alla falsa e recitata consuetudine della normale competizione elettorale tra il sindaco e l'avvocato di lunga tradizione politica risalente, addirittura, al dopoguerra, i sanniti sono molto stupiti.
Non poteva che finire in questo modo: la perdita del grande e lungo potere segnerà molto in profondità gli anziani che non sono riusciti a sprovincializzarsi e hanno recitato per troppi anni una parte, oggettivamente, non nelle loro corde.
La Cena in Bianco è fallita per il clima frivolo, perfino il trenino del veglione, che l'ha ridotta a ridicola e volgare pantomima.
Si è rivelata solo un vano tentativo di una rivincita assurda.
In realtà, è stata solo una dolorosa e chiara metafora: il seguito amicale e legittimante si è ridotto ai minimi termini, creando perfino tra antichi simpatizzanti della ditta scoramento e nervosismo mal dissimulato.
Aggravato dalla difficile e scomoda posizione di due pupille di donna Alessandrina. Che denota gli effetti collaterali propri di un regime, di uno strapotere senza alcun senso della misura, che si sgretola.
Sono, le due donzelle, le rappresentanti di una classe dirigente inadeguata, a livello degli anni Cinquanta del secolo scorso.
Molto debole politicamente e culturalmente inconsistente, non in grado affatto di resistere ai continui e ben organizzati assalti delle disciplinate truppe forziste.
Caro direttore, sono un convinto ateo.
Ciò non mi ha impedito di assistere agli storici Riti Settennali di Guardia Sanframondi, proibiti dall'oscurantista regime fascista, a cui tutti dovrebbero portare un grande rispetto culturale e sentire una naturale sensibilità spirituale.
Quel giorno, degli anni Ottanta del secolo scorso, in cui il mondo non era ancora diventato il famoso Villaggio Globale, ho notato la presenza anche di troupe televisive inglesi, Bbc, statunitensi, Cnn, francesi e israeliane.
Recentemente, perfino di Al Jazeera.
I tempi sono cambiati anche per i consiglieri comunali: dagli oneri e onori, all'assalto dei privilegi economici a ogni costo.
Per questo è inutile chiedere dimissioni a chi, con cinica arroganza, senza pubblica vergogna ignora un famoso e fondamentale lavoro dell'antropologo Alfonso Maria Di Nola.
Una caduta delegittimante che farebbe inorridire anche Marino Niola, se ne venisse a conoscenza.
Questo, purtroppo, è oggi il livello di molti amministratori e di ciò che accade nella nostra sempre più dolente comunità".
comunicato n.165861
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