Due artisti dell'arte visiva, Mario Rauso ed Alfredo Verdile, 36 anni fa si inventarono la via Margutta beneventana e diedero luce a Vico Noce
Oggi quella stessa esperienza e' stata riproposta da Giuseppe Chiusolo ed e' frequentata in queste serate di Citta'-Spettacolo da un pubblico numeroso ed attento
Nostro servizio
A Vico Noce, un vico storico non solo da un punto di vista monumentale ma anche per quello che è stato per la nostra città avendo ospitato per decine di anni la storica sede del Partito Comunista Italiano, da cui partivano le formidabili bordate politiche all'indirizzo dell'Amministrazione comunale di Palazzo Mosti, quando i partiti erano ancora parte importante nella vita sociale di una comunità, quel vicolo affascinante che porta all'ingresso dell'Hortus Conclusus, la passione di due artisti, Mario Rauso ed Alfredo Verdile (nella foto di apertura è con la figlia di Rauso), lo destinò ad essere la via Margutta beneventana.
Lì si inventarono, Verdile e Rauso (che peraltro, quest'ultimo, ha proprio su questa strada la sua bottega pittorica mentre Verdile operava nella zona del Triggio, a pochi metri dai profumi del forno di Micillo), questa galleria a cielo aperto.
Eravamo negli anni Ottanta, verso la fine di essi, ed in quel periodo, che aveva da poco segnato la nascita anche di Città-Spettacolo, del Laboratorio Teatrale "Maloeis" della Cooperativa "Artisti Riuniti Sanniti" che ha sfornato attori di grande pregio compresi Renato Giordano, con la sorelle Silvana e Loredana, Michelangelo Fetto, Antonio Intorcia, Mimmo Soricelli con la moglie Raffaella Mirra, trascorrevano anche i tempi in cui Benevento era un pullulare fervidissimo di attività culturali.
Quel tempo non è tornato più, come accade a tutte le cose belle.
Sulla falsariga di quella positiva esperienza, Giuseppe Chiusolo, un giornalista, con la sua piattaforma eccellenzesannite.it, è tornato a far rivivere quei momenti anche se, come per tutti i remake, per la nuova versione, il pagarone con il passato appare sempre azzardato.
Ma non è colpa di Chiusolo che ha messo tutto se stesso in questa iniziativa.
E' così per tutto, anche per una canzone di cui ricordiamo la versione originale di tanti anni fa e che stentiamo ad accettare in seguito quella rimaneggiata ancorché dallo stesso cantante dell'epoca.
Detto di questi ricordi del passato, sono passati 36 anni ricorda Chiusolo, diciamo che lungo tutta la strada è un fiorire di emozioni fino a giungere alla bellissima mostra fotografica di Maurizio Iazeolla, all'ingresso dell'Hortus.
Oltre alle opere, ovviamente, di Alfredo Verdile e di Mario Rauso, ci sono dipinti di Salvatore Fiore, di Vincenzo Marsico e quelli dell'indimenticato Leonardo Pappone senza trascurare la collezione di pregio di Leonildo Bocchino.
Non mancano poi le sculture rappresentate dalle opere di Mariano Goglia.
Insomma una passegguiata in questo vicolo magico è d'obbligo ma questo non lo diciamo noi, è nei fatti visto che al calar della sera, con la magia delle luci, la strada si riempie di pubblico che ammira le opere degli artisti poste ai lati del vicolo o nei locali della zona e che attirano con i loro colori, le loro fantasie, le loro pratiche ammaliatrici, tanto i giovani tanto quelli che oggi vengono definiti diversamente giovani.
Bisogna andare a vedere.
Le foto sono di Antonio Caporaso
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