Nella tragedia delle violenze agli anziani c'e' una responsabilita' collettiva che va ben oltre gli esecutori materiali dei maltrattamenti
C'e' una colpevole indifferenza che si e' annidata anche nelle istituzioni, nei medici di base, nelle famiglie, in tutti coloro che non hanno saputo o voluto vedere, commenta Nicoletta Cocco
Redazione
Nicoletta Cocco (foto), direttore responsabile insalutenews.it., interviene sulla notizia di cronaca che ha visto quattro Operatori Socio Sanitari essere ritenuti gravemente indiziati del reato di maltrattamenti aggravati ai danni degli anziani ospiti di una Casa Albergo per Anziani e Comunità Tutelare per persone non autosufficienti.
"Caro direttore - scrive - quattro operatori sociosanitari, che avrebbero dovuto prendersi cura con dedizione e professionalità degli anziani ospiti di una Casa Albergo a Cerreto Sannita, sono stati smascherati mentre infliggevano sofferenze indicibili a persone fragili, non autosufficienti, con disabilità riconosciute.
Schiaffi, calci, tirate di capelli, umiliazioni: queste sono le brutali armi di chi, in nome di una professione nobile, ha scelto di trasformarsi in carnefice.
Tutto avveniva anche in presenza di altri anziani che, con ogni probabilità, hanno vissuto in un clima di terrore e di vessazione.
Le immagini, le intercettazioni telefoniche, le testimonianze raccolte dalle indagini raccontano una realtà agghiacciante, una realtà che lascia senza parole.
La rabbia e l’indignazione non possono che montare di fronte a questa notizia. Come è possibile che nessuno abbia mai notato nulla?
O, peggio, come è possibile che, se qualcuno ha notato, non abbia avuto il coraggio di denunciare? Questo silenzio complice, questa omertà, sono altrettanto condannabili quanto gli atti di violenza stessi.
Perché in questa tragedia c'è una responsabilità collettiva che va ben oltre gli esecutori materiali dei maltrattamenti.
C'è una colpevole indifferenza che si è annidata anche nelle istituzioni, nei medici di base, nelle famiglie, in tutti coloro che non hanno saputo, o voluto, vedere.
E' un'amara realtà che deve essere affrontata con la stessa determinazione con cui si chiedono pene severe per i colpevoli diretti.
E' evidente che c'è stata una falla immensa nel sistema di controllo, una falla che ha permesso a questi quattro operatori di agire indisturbati per mesi, forse anni.
Le amministrazioni comunali e regionali non possono limitarsi a erogare fondi e stipulare convenzioni con le strutture per anziani, pensando che il loro compito finisca lì.
Dove erano i controlli regolari, le ispezioni, le verifiche sulle condizioni di vita all'interno della struttura? La vigilanza e il controllo non sono opzioni, ma obblighi imprescindibili.
Quando falliscono in questo compito devono essere chiamati a rispondere delle loro mancanze.
Anche i medici di base hanno fallito miseramente!
L'assenza di un controllo medico adeguato non è solo un errore professionale: è un atto di irresponsabilità che ha permesso che queste atrocità si consumassero senza alcuna interferenza.
I segni delle violenze, lividi, lesioni, stati d'ansia, depressione, sono stati ignorati da chi aveva il dovere di notarli e di intervenire.
Non basta prescrivere medicine e fare diagnosi: un vero medico di base deve essere un difensore della salute e del benessere dei suoi pazienti, deve essere la voce di chi non può parlare e la forza di chi non ha più la capacità di difendersi.
Ciliegina sulla torta: i parenti.
La scelta di affidare un proprio familiare a una struttura per anziani non deve mai trasformarsi in un abbandono, in un delegare ciecamente a terzi la responsabilità di cura e protezione.
L'amore non si manifesta solo attraverso visite sporadiche o telefonate occasionali, ma attraverso un impegno attivo e costante.
La fiducia cieca in una struttura, senza un controllo regolare e puntuale, è un atto di negligenza che non può essere ignorato.
L'affetto e la cura non si delegano.
Si vivono e si esercitano ogni giorno, con impegno e attenzione. Perché il silenzio, la disattenzione e la mancata vigilanza, in casi come questi, sono complicità.
Ci si riempie la bocca di parole come "amore", "cura", "responsabilità" ma alla fine, quando si scava sotto la superficie, si trova solo indifferenza e disinteresse.
Questa vicenda non è solo uno scandalo: è l'ennesima prova di quanto ci siamo allontanati dai valori fondamentali di umanità e solidarietà.
E' intollerabile che gli anziani siano trattati come numeri, come fardelli da gestire con il minimo sforzo possibile, facendo finta che tutto vada bene quando chiaramente non è così.
Vogliamo che i controlli siano serrati, che le strutture per anziani siano monitorate costantemente e che ogni minimo segnale di maltrattamento venga immediatamente approfondito e punito.
Il rispetto per la vita umana, per la dignità degli anziani, non è un'opzione: è un dovere morale.
Chi ha mancato a questo dovere, a qualsiasi livello, deve essere chiamato a rispondere delle proprie azioni".
comunicato n.165813
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