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Benevento, 05-08-2024 14:45 ____
Le delibere dell'Asse Interquartiere "Rione Liberta'-Rione Mellusi" le dovemmo annullare tutte per la manifesta illegittimita' delle stesse
La ditta che si era aggiudicato l'appalto, la Provera e Carrassi, porto' il nostro diniego a darle altri soldi dinanzi all'Organo di controllo che pero' non solo non accolse il reclamo ma consiglio' alla mia Amministrazione comunale di agire in autotutela per evitare l'aggressione, ricorda l'ex sindaco di quel periodo Pasquale Viespoli. E allora, di che parla Mastella quando dice che altri hanno lasciato senza risolvere il problema e che ci voleva lui per definirlo?
Nostro servizio
  

Pasquale Viespoli (foto) è stato protagonista prima da consigliere comunale e poi addirittura da sindaco di Benevento, di quella stagione che vide l'avvio dei lavori dell'Asse interquartiere "Rione Libertà-Rione Mellusi" di cui tanto si sta parlando in questi ultimi giorni ed anche della sua miserevole fine.
Così, con le sue dichiarazioni, la vicenda si arricchisce di nuovi particolari ed il complicato puzzle si compone.
"Gazzetta", con il suo direttore, ha scritto bene quando ha ricordato puntualmente le origini normative del finanziamento a cui venne destinato, verso la fine degli anni Ottanta, il progetto dell'Asse Interquartiere "Rione Libertà-Rione Mellusi".
Effettivamente, ci ha "certificato" l'ex senatore ma soprattutto l'ex sindaco di Benevento, Pasquale Viespoli, all’origine la galleria prevista sul percorso era solo una.
Successivamente, subito dopo l'approvazione del progetto, nel giro di un anno o due, si mise un moto un meccanismo che comprendeva una serie di perizie di variante, ben quattro, dal gennaio 1988 al giugno 1990,  che resero una e trina la galleria facendo ovviamente salire i costi.
In particolare, la perizia più importante fu quella del 1989 quando le gallerie lievitarono.
Aggiungo che queste varianti non sono mai state approvate dal punto di vista finanziario (né potevano esserlo in ragione del nuovo spirito, "chiavi in mano", cioè senza possibilità di aumento della spesa originaria, della legge 64/86 che finanziava il progetto ndr).
Ci fu una continua modificazione del quadro economico con perizie che peraltro inserivano alcune cose e ne eliminavano altre proprio per cercare di restare, evidentemente invano, nell’originario tetto di spesa.
Il dato prioritario però è uno solo e cioè che nel racconto che ha fatto Mastella nella Conferenza Stampa dell'altro giorno, ha attestato sostanzialmente che così funzionava e cioè che veniva prima la risorsa finanziaria e poi il progetto.
Pe dirla con una battuta, quel racconto sostiene la tesi che le opere non erano nella programmazione della città e che le risorse erano sganciate dallo sviluppo.
Il problema e l'obiettivo fondamentale era l'assegnazione e la distribuzione delle risorse, prosegue Viespoli, un fatto questo che metteva in moto meccanismi importanti dal punto di vista finanziario quali gli incarichi ai tecnici, l'appalto all'impresa e via dicendo ma senza la relazione tra risorse e sviluppo.
Voi di "Gazzetta" ricorderete parimenti che quella operazione rientrava anche in una sorta di mediazione delle ambizioni politiche, soddisfatte o meno, all’interno della Democrazia Cristiana dell’epoca.
Magari si poneva in essere l’assegnazione di un incarico progettuale, anche per compensare una delusione
da un punto di vista politico quale avrebbe potuto essere una candidatura non concessa.
E dunque questo era il clima ed è stato affermato, da un punto di vista politico, che quell’opera era sganciata dalla pianificazione e dalla programmazione riguardante la città.
La cosa la ricordo bene come andò perché ero già in Consiglio comunale, prosegue Viespoli.
La delibera per individuare il progettista ebbe una motivazione sorprendete ma esaustiva da parte dell'Avvocatura del Comune rappresentata dall'avvocato Luigi Giuliano.
Egli diede "legittimità" a quell’incarico con un detto latino: "Per tabulas", cioè a dire che la nomina era già in sé, nei fatti. Ora da me che cosa volete? Cosa pensate possa arrivare dall'Avvocatura se non la constatazione di una situazione di fatto.
Ecco, prosegue Viespoli, potrebbe essere questa la traduzione di quanto scritto da Giuliano.
Sulla vicenda di questo Asse Interquartiere fummo costretti anche ad intervenire successivamente con l'Amministrazione di cui ero sindaco ed in maniera decisa.
La controversia rispetto alla contorta procedura si alimentò nei mesi successivi (ci fu anche il ritrovamento di una bomba...)
La Provera e Carrassi, la ditta che si era aggiudicata l'appalto per la realizzazione dell’Asse, si rivolse al Comitato Regionale di Controllo sugli Atti degli Enti Locali (Coreco), affinché nominasse un commissario ad acta affinché svolgesse l'attività che illegittimamente il Comune (di cui era Viespoli il sindaco ndr) si rifiutava di fare e cioè di dargli i soldi (peraltro il Comune era in dissesto e quindi nessuno poteva accampare risorse direttamente al Municipio) in relazione a presunti crediti riferiti all’Asse Interquartiere.
La motivazione della risposta del Comitato di Controllo fu a tal punto positiva e di lode del comportamento dell'Amministrazione comunale che venne consigliato addirittura di agire in autotutela nei confronti del problema sollevato anche per evitare l'aggressione da parte della ditta.
In pratica il Coreco fece emergere tutte le illegittimità che avevano accompagnato la procedura.
Qui ci inseriamo noi, interrompendo Viespoli, per dire che, evidentemente, ma è solo una conseguenza logica, il Coreco per bocciare la procedura potrebbe anche dire che in pratica nessuna delibera, ovvero quelle determinanti, sia mai stata sottoposta alla sua attenzione, come la legge prevedeva.
Se, infatti, il Coreco avesse messo il suo "Nulla osserva", obbligatorio per far proseguire quell'iter amministrativo, ben difficilmente avrebbe potuto dire "annullate tutto in autotutela".
Ebbene sì, non sappiamo se sia stato anche questo il caso, ma accadeva anche questo e cioè che le delibere non venivano inviate per tempo all’attenzione dell'Organo di controllo ma talvolta anche dopo anni (qui la responsabilità se l'assumeva interamente il segretario generale ndr).
Tornando al dire di Viespoli egli ha sottolineato che tradotta questa disposizione del Coreco, per noi significò dover annullare tutte le delibere relative a quel procedimento.
Allora, la vicenda è molto controversa e quando Mastella dice che gli altri hanno lasciato senza risolvere io rispondo: Cosa avremmo dovuto lasciare?
Ma lui la ricorda veramente tutta la storia?
Piuttosto sono gli altri, noi per primi che giungemmo dopo il sindacato di Pietrantonio, a doverci lamentare per quello che avevamo trovato.
Mastella rivendica una determinata cosa per poi far pensare che altri hanno la responsabilità di non averla portata a termine fino a quando non è poi giunto lui a salvare la patria…
La verità, ha proseguito Viespoli, e che gli altri hanno dovuto farsi carico della irresponsabilità di chi aveva determinato quelle situazioni sia per le modalità che aveva seguito che per le illegittimità amministrative che si erano create, tutto quello che peraltro il sindaco Mastella addirittura rivendica.
Dopo quarant'anni la verità è che ricompare un metodo che mi fa dire che alla fine siamo ad una circostanza che andava bene e va bene per il partito unico della spesa pubblica, prevalente, che rincorre le risorse ma non lo sviluppo.
Infine mi sorge una domanda.
Perché hanno scelto proprio di recuperare quel progetto?
Rispondo dicendo che con ogni probabilità esso è semplicemente quello più costoso tra i proponibili.
Ancora. Con questa iniziativa il Comune recupera l'ultima iniziativa relativa a quest’opera che è del 2009-2010 e cioè l'Accordo di Programma di circa 2.200.000 euro per il collegamento di Fontanelle con il Rione Libertà (la zona di via Benito Rossi che porta poi al viadotto ed al piazzale degli Atleti allo Stadio, tutto attualmente percorribile).
Poi la cosa finisce e nessuno ne parla più, per otto anni, fino a quando a marzo del 2018, già Giunta Mastella, si "sveglia la città" e si recupera l'opera e si approva lo studio di fattibilità.
Poi si arriva alla delibera del 2022 che la Giunta approva per rimodulare il quadro economico.
Insomma, conclude Viespoli, l'opera nel giro di quattro anni già è passata da 22.150.000 di euro a 28.000.000 ed oltre ed inserita nel triennale delle opere pubbliche con l'approvazione dei nuovi prezzi.
Ed infatti il ministro Raffaele Fitto dice di aver individuato le opere che sono di pronta cantierabilità e qui aggiungo che qui stiamo parlando non di un progetto, ma di uno studio di fattibilità.

comunicato n.165471




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