Portale multimediale d'informazione di Gazzetta di Benevento

 

stampa

letto 5816 volte

Benevento, 04-08-2024 09:33 ____
La storia che questa domenica Peppino De Lorenzo racconta e' intrisa di profonda tristezza ed invita a riflettere sulla realta' dell'esistenza
Si tratta di Alessio Vicario nato 43 anni fa nella nostra citta' da genitori beneventani. Ando' via con mamma e papa', che cercavano una vita migliore, e, oggi, genitore di due bambini, e' stato divorato dal cancro
Nostro servizio
  

La storia che questa domenica Peppino De Lorenzo racconta, è intrisa di profonda tristezza ed invita a riflettere sulla realtà dell'esistenza che spesso, troppo spesso, coinvolti dalla quotidianità, dimentichiamo.
E' la storia, appunto, di un piccolo, nato 43 anni fa nella nostra città, da genitori beneventani, andò via con mamma e papà, che cercavano una vita migliore, e, oggi, genitore di due bambini, è stato divorato dal cancro.
"Mi convinco sempre più che, in ogni caso, la professione del medico rimanga particolare finché vi sia un solo anelito di vita.
Di storie, intrise di sofferenze, dolori, patologie senza scampo, ne ho incontrate tante, veramente tante, e non si concludono neanche ora che sono giunto nella sera della vita.
Bene. Ero agli inizi dell'attività, assunto da poco in Ospedale, e con mia moglie, insieme, già da fidanzati, ci avviammo nella gestione di uno studio di medicina generale.
Sempre lì, in piazza Santa Maria, per 43 anni, tempo, quest'ultimo, lunghissimo e brevissimo insieme.
Tra i primi nuclei familiari, in quel tempo l'assistito era una conquista, quelli dei coniugi Luigi Bernabei e Rosa Fuccillo, con tutti i loro figli.
Uno di questi, la figlia Rita, sposò Francesco Vicario, anche lui della nostra città.
Da questa unione, vide la luce un bimbo, cui fu imposto il nome di Alessio, nato, qui a Benevento, il 16 settembre 1981. Guarda caso, nove giorni dopo la nascita di mio figlio Giovanni.
Le difficoltà lavorative, già allora presenti nel nostro territorio, portarono Francesco e Rita, nel 1982, a trasferirsi a Pavia.
Alessio aveva compiuto solo un anno da poco e, quindi, ha avuto, poi, così modo di crescere in questa nuova realtà, in una città del nord, ove i genitori trovarono lavoro.
Prima di lasciare Benevento, vennero a salutarci e con il piccolo Alessio mi portarono un quadro (nella seconda foto in basso) considerando l'inclinazione naturale alla pittura di papà Francesco.
Come ho fatto per una vita intera, ho sempre, gelosamente, conservato i doni dei miei pazienti. Ognuno di questi mi ricorda qualcosa.
Quel quadro, a distanza di 42 anni, malgrado i traslochi, fa ancora bella mostra di sé nel soggiorno di casa.
Il piccolo Alessio (come era oggi, nella foto di apertura), dopo avere giocato a calcio in squadre del luogo, quali la Folgore ed il Pavia, all'età di 18 anni, decise di arruolarsi nella Marina Militare. Di qui, iniziò la sua carriera.
Scuola Cemm della Maddalena (Corpo Equipaggi Militari Marittimi), poi, destinato al Battaglione San Marco, quindi, a Varignano nella Caserma Teseo Tesei e giù di lì (nella prima foto in basso, una foto di Alessio Vicario in divisa).
Nei tanti luoghi di destinazione si distingueva per preparazione e correttezza nei rapporti onorando sempre la divisa che indossava con orgoglio.
In seguito, il matrimonio e la nascita di due bimbi, Riccardo, 12 anni, e Teresa, 8, oggi.
Legato al suo dovere, fu trasferito alla Capitaneria di Porto di Genova ove ha prestato servizio fino all'inizio della malattia, mieloma multiplo, che, dopo quattro anni di atroci sofferenze, tra ricoveri, chemio, radio, in ultimo, il 7 luglio scorso non gli ha dato scampo.
Nella chiesa di San Mauro, alla presenza delle più alte cariche della Marina Militare, si sono svolti i funerali, con il tricolore che ha avvolto la sua bara.
La morte del giovane Alessio mi ha scosso non poco. Uno dei tanti figli del nostro territorio morto lontano dalla terra che gli aveva dato i natali.
Tanti ricordi sono riemersi nella mia mente e ringrazio il destino che, volendomi medico, mi ha fatto, sì, condividere il dramma di tanta gente, ma mi ha, nel contempo, permesso di vivere una vita degna di essere vissuta.
Con tutti i familiari e parenti di Alessio rimasti qui sono tuttora legato e, a distanza di quasi cinquant'anni, sono ancora il medico di fiducia.
Fanno parte della mia famiglia. Persone che, nel bene e nel male, mi hanno seguito in ogni momento della vita.
I nonni di Alessio spirarono tra le braccia mie e di mia moglie, la zia Rosa, deceduta qualche mese fa, mi ha sorriso fino all'ultimo respiro, la cugina Angela Mignone, con il padre ed i fratelli, mi vuole un bene dell'anima.
Ciao, mio caro, dolce, per me sempre piccolo Alessio. Un bacio alla tua mamma ed a papà, una carezza ai tuoi figlioletti.
Grazie a tutti i componenti la tua famiglia per il bene che mi hanno voluto nel corso di cinquan'anni, appunto, sopperendo alle amarezze e cattiverie di chi non ha saputo capire, come voi, che l'unica verità nella vita sia amarsi".

 

comunicato n.165449




Società Editoriale "Maloeis" - Gazzetta di Benevento - via Erik Mutarelli, 28 - 82100 Benevento - tel. e fax 0824 40100
email info@gazzettabenevento.it - partita Iva 01051510624
Pagine visitate 650678708 / Informativa Privacy