A Gennaro Santamaria la gestione di quasi tutti i servizi comunali. Una sorta di sergente di ferro che scorazza in lungo e in largo sulla burocrazia
Ora con la recente decisione del Consiglio di Stato sulla figura del comandante della Polizia Municipale si determinera' un contenzioso notevole dinanzi alla magistratura del lavoro, denuncia Fioravante Bosco
Redazione
Il 11 luglio 2024, con la sentenza numero 6871, pubblicata il 31 luglio 2024, il Consiglio di Stato, Sezione V, ha posto un'altra pietra miliare in favore dell'autonomia, indipendenza e libertà della polizia locale, ci scrive Fioravante Bosco, già comandante della Polizia Municipale di Benevento.
I giudici di Palazzo Spada scrivono, infatti, a chiare lettere come non sia possibile disgiungere nella polizia locale le funzioni di comandante ex-articolo 9 della legge numero 65/1986, da quelle gestionali di cui all'articolo 107 del Tuel numero 267/2000.
Sappiamo bene, infatti, come molti enti locali siano soliti utilizzare furbizie "separando le carriere" con il precipuo e ricorrente scopo di tenere il comandante a un livello inferiore (per esempio funzionario negli enti in cui il ruolo apicale sia la dirigenza), ponendolo "sotto la tutela" di qualche dirigente o del segretario generale.
Il distinguo, apparentemente innocuo, in realtà non è di poco conto perché nelle funzioni di cui all'articolo 107 del Tuel numero 267/2000, si annida il vero potere di controllo e di comando della struttura, trovandovi residenza la direzione degli uffici e dei servizi associata alla gestione amministrativa, finanziaria e tecnica delle risorse umane, strumentali e di controllo mediante autonomi poteri di spesa e di organizzazione.
Cioè praticamente tutto ciò che serve per dirsi veri “padroni” dell’unità organizzativa.
Ecco allora entrare dirompente l’ultima sentenza del Consiglio di Stato, che testualmente aggiunge un altro tassello al corollario della doverosa "apicalità" del comandante all'interno dell'Ente, racchiudendo in essa anche l'obbligo per l'amministrazione di nominare quest’ultimo "gestore unico" di tutto ciò che riguarda la polizia locale, senza inutili o dannose dicotomie.
In altri termini, il Consiglio di Stato, Sezione V, ai punti 10.3 e 11 della citata sentenza numero 6871/2024, afferma come non sia possibile distinguere tra "amministrazione attiva" e "amministrazione di controllo", come invece sosteneva il sindaco del Comune appellante, il quale tentava maldestramente di giustificare e dichiarare lecito e normale il dualismo tra comandante, stavolta posto in elevata qualificazione (ex-posizione organizzativa) e dirigente.
Per il Consiglio di Stato, si deve piuttosto parlare per il comandante di polizia locale, sia di funzioni strumentali (gestione del personale e delle risorse assegnate, contratti, eccetera) che di funzioni principali o istituzionali proprie (vigilanza edilizia, polizia stradale, polizia giudiziaria, e così via).
Tali funzioni, sempre secondo i giudici di Palazzo Spada, debbono essere entrambe ricondotte in capo a un unico centro di responsabilità, ossia, al di là di ogni difforme articolazione, a un solo dirigente, vale a dire il "Comandante-dirigente" (negli enti con dirigenza) o il "Comandante-elevata qualificazione" (negli enti privi di dirigenza).
Senonché, i massimi giudici amministrativi bollano fortunatamente tale bizzarra deduzione come "palesemente infondata", potendosi leggere tra le righe della sentenza, che per la polizia locale (per effetto del suo speciale ordinamento, ndr), la rispondenza di tali funzioni a un'unica figura dirigenziale di vertice, ossia al comandante.
Per riportare la questione al Comune di Benevento, va detto che, con le deliberazioni della Giunta comunale numero 90 del 3 maggio 2019 e numero 98 del 20 maggio 2019, inopinatamente, e in contrasto con l'articolo 36 dello statuto comunale, il Settore della Polizia Municipale, sino ad allora elevato a rango di Settore dirigenziale, veniva retrocesso a semplice servizio per far posto all'istituendo Settore denominato "Affari Generali ed Istituzionali" che poi sarebbe stato assegnato a Gennaro Santamaria, del tutto estraneo alla burocrazia del Comune di Benevento!
Un Settore privo di significato, che doveva ricomprendere: supporto Segreteria Generale, Affari Generali, Gabinetto sindaco e Polizia Municipale.
Come si potrà vedere, tolta la Polizia Municipale, c'era il nulla più assoluto, ma ne è stata consequenziale l'erogazione della retribuzione dirigenziale per mansioni che sì e no potevano rientrare nella ex-categoria C!
Va pure detto che all'epoca di tale goliardica trasformazione della macrostruttura, lo scrivente non era stato ancora nominato comandante del Corpo di Polizia Municipale per cui non potette impugnare dinanzi al Tar le deliberazioni numero 90 e 98 del 2019 per il loro annullamento a causa della mancanza di interesse e legittimazione a ricorrere.
Dal 2019 a oggi vi sono state altre 4-5 rimodulazioni della macrostruttura comunale, cercando sempre di porre sotto la "tutela" di un dirigente o del segretario generale il Corpo di Polizia Municipale e il suo comandante, e assegnando man mano a Gennaro Santamaria la gestione di quasi tutti i servizi comunali: una sorta di sergente di ferro che scorazza e decide in lungo e in largo sull’intera burocrazia comunale!
Naturalmente, questa illegittima decisione, che ormai va avanti da oltre cinque anni, determinerà un contenzioso notevole dinanzi la magistratura del lavoro, per tutto quanto non erogato ai vari comandanti del Corpo sia per il passato o per quanto non attribuito che per il futuro.
La città di Benevento e il Corpo di Polizia municipale hanno, invece, il diritto di avere una struttura di polizia locale al passo coi tempi, che possa svolgere dignitosamente le gravosissime competenze che le sono assegnate dalla legge.
Nemmeno va trascurata la considerazione che, se ci fosse stata la dirigenza, il comandante Pasquale Pugliese non avrebbe così frettolosamente salutato la città di Benevento per rientrare a Casoria (Napoli), dove svolgerà finalmente quelle funzioni dirigenziali, seppur in un settore amministrativo, per le quali ha dedicato una vita di studi (nella foto gli ultimi tre comandanti: Bosco, Pugliese e Vecchio).
comunicato n.165442
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