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Benevento, 22-07-2024 18:16 ____
Finalmente ci stiamo avvicinando al punto in cui si riconosce il ruolo vitale ed insostituibile dei territori appenninici
Essi sono la fonte primaria di risorse fondamentali, quali l'acqua, le energie rinnovabili, i patrimoni boschivi, le fonti climatiche, i terreni agrari, gli spazi abitativi non inquinati. Le aree interne sono essenziali e vitali per la tenuta e lo sviluppo del Paese, di tutto il Paese. Non rappresentano un peso ma un traino, perche' "l'Italia senza le aree interne non e' l'Italia" hanno affermato i vescovi a Benevento
di Roberto Costanzo
  

"L'Italia senza le aree interne non è l'Italia".
Lo hanno sottolineato i vescovi impegnati nello speciale Forum, svoltosi a Benevento per iniziativa del nostro monsignor Felice Accrocca (nella foto è a destra ed a sinistra è il cardinale Matteo Zuppi).
Vi è da credere che i vescovi abbiano voluto dirci che le aree interne non sono un peso ma un traino per il nostro Paese.
Va intanto ricordato che negli ultimi mesi, in varie parti del nostro Sannio, il tema delle aree interne è stato ampiamente dibattuto, anche con analisi e relazioni di notevole significato, come quelle ascoltate nella "due giorni" promossa da Futuridea nel Salone della Camera di Commercio, sul tema: "Le aree interne tra realtà e rigenerazione". Rigenerazione, in che modo?
Vorrei a questo punto soffermarmi soprattutto su quello che è stato detto e sancito nel Forum dei Vescovi  al Centro "La Pace", con l'intervento di ben trenta prelati, provenienti da quattordici regioni.
Giustamente qualcuno ha scritto che quel Forum di Benevento è diventato "un incubatore politico dove vengono tracciate strategie future"!
Il cardinale Zuppi ha detto che sono essenziali "una politica robusta ed una visione chiara"; ed ha aggiunto che le aree interne "servono non solo a conservare il passato ma anche e soprattutto a costruire il futuro".
Possono sembrare, queste, soltanto delle affermazioni di principio, ma invece costituiscono una dirompente presa di posizione degli alti rappresentanti della Chiesa che, con un documento ufficiale della Conferenza Episcopale Italiana (Cei), vogliono dirci che non è più tempo di piangersi addosso.
Quindi non più aree interne, viste come parenti poveri da assistere, ma finalmente come soggetti "costruttori di futuro", che richiedono "una visione chiara ed una politica robusta".
Altro che quei tanti progettini alimentati ormai da un decennio dal Servizio Nazionale Aree Interne (Snai) e tante altre iniziative dei vari Ministeri e Regioni, a carattere occasionale e non sempre con una logica di programmazione.
Finalmente ci stiamo avvicinando al punto in cui riconoscere il ruolo vitale ed insostituibile dei territori appenninici, che sono la fonte primaria, se non l'unica, di risorse fondamentali, quali l'acqua, le energie rinnovabili, i patrimoni boschivi, le fonti climatiche, i terreni agrari, gli spazi abitativi non inquinati.
Come potrebbe vivere l'Italia se non fruisse della protezione e della produzione della dorsale appenninica?
Le aree interne non possono servire soltanto come suoli di attraversamento delle grandi infrastrutture viarie finalizzate a collegare velocemente il Tirreno con l'Adriatico.
Lo stesso dicasi della diga di Campolattaro, che raccoglie l'acqua del Tammaro per distribuirla ai lontani terreni della costa tirrenica e forse soltanto nei prossimi decenni saranno soddisfatte le esigenze idrauliche del nostro Sannio.
Si sta costruendo sollecitamente la linea Alta Capacità, ma intanto, e da tre anni, è ferma la storica ferrovia Valle Caudina, che fu realizzata più di un secolo fa, con il particolare impegno di Umberto Perrotta, il quale oggi si rivolterà nella tomba osservando l’abbandono in cui è caduta quella sua linea ferroviaria intermedia.
Ai  tempi della Cassa per il Mezzogiorno si realizzarono grandi infrastrutture come l'Autostrada del Sole ma contestualmente, non successivamente, si costruirono anche varie opere intermedie di interesse provinciale e locale.
Oggi invece battiamo tutti le mani per l'Alta Capacità, dimenticandoci dei ritardi che stanno subendo i lavori del raddoppio della superstrada Benevento-Caianello, e così pure l'ammodernamento della ferrovia della Valle Caudina e della Campobasso-Benevento-Avellino.
Questi ritardi e disinteressi sono anche la causa della presa di posizione del Forum dei vescovi quando si afferma che "bisogna rovesciare la piramide e partire dalla periferia per arrivare al centro"; ma chi deve rovesciare la piramide, e come deve farlo?
Evidentemente dobbiamo convincerci, un po' tutti, che le aree interne sono essenziali e vitali per la tenuta e lo sviluppo del Paese, di tutto il Paese; non rappresentano un peso ma un traino, appunto perché "l'Italia senza le aree interne non è l'Italia".
A questo punto vale il detto di Papa Francesco: "Anche il territorio è un essere vivente".

comunicato n.165221




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