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Benevento, 17-07-2024 14:55 ____
Povero il nostro intestino che molto spesso maltrattiamo facendolo infiammare e trasmettendo anche ad altri organi questo suo stato di sofferenza
Abbiamo pensato per molto tempo che esso fosse il secondo cervello del nostro corpo. Poi abbiamo scoperto che e' addirittura il primo nel controllo degli organi situati a distanza. Attenzione al cibo che compriamo spesso frutto di una agricoltura intensiva e forzata. Ne risente anche il sapore. In genere e' solo acqua con pochi elementi. Ne abbiamo parlato con Luigi Coppola, dirigente medico e docente Unisannio protagonista di un importante convegno sull'argomento
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Luigi Coppola (nella foto di apertura è al centro mentre a destra è Pasquale Vito ed a sinistra Ettore Varricchio, entrambi relatori al convegno), dirigente medico con incarico di alta specializzazione di Nutrizione e Dietetica e Medicine Complementari all'Azienda Ospedaliera "San Pio", nonché docente di Nutrizione Clinica e Dietetica Applicata all'Università degli Studi del Sannio, è stato oggi protagonista di un interessante convegno sul tema: "Infiammazione Intestinale: Nutrizione e Nutraceutica. Spin-Off di Bio-Regolazione Sistemica" che si è svolto nella sala convegni dell'Azienda Ospedaliera.
L'argomento proposto da Coppola, medico peraltro di esperienza e molto stimato, è di una attualità sconvolgente e con ogni probabilità interessa tanti di noi soprattutto in questo periodo in cui il caldo eccessivo ed esagerato, ci fa commettere imprudenze nell'alimentazione.
Ed infatti, alla base di ogni cosa c'è la nutrizione, cioè tutto ciò che mangiamo nel corso della giornata senza rispettare quello che è il nostro intestino e quindi le sue funzioni.
Prima che il convegno avesse inizio, abbiamo avuto la possibilità di scambiare qualche battuta con Coppola, sempre gentile e disponibile in verità.
Ed a Coppola abbiamo proprio chiesto il senso di questo convegno che capita particolarmente a fagiolo, come spesso si suol dire...
Il convegno, ci ha risposto il dirigente, mette al centro l'intestino nell'ambito della organizzazione sistemica del nostro organismo.
Noi abbiamo pensato per molto tempo che l'intestino fosse il secondo cervello del nostro corpo.
Poi abbiamo scoperto, attraverso una serie di sperimentazioni scientifiche e cliniche, che è addirittura il primo nel controllo degli organi situati a distanza.
Questo significa che se noi infiammiamo il nostro intestino, questa viene trasmessa, attraverso i vari assi intestinali, ad organi situati anche molto lontani e quindi non solo al cervello ma anche al cuore, ai muscoli, al fegato, alla tiroide.
Cosa possiamo fare allore per evitarlo, abbiamo chiesto a Coppola?
Dobbiamo mettere in atto delle misure nutrizionali ma anche nutraceutiche che non vadano ad infiammare il nostro intestino, ci ha risposto il dirigente medico.
Stamane noi parleremo proprio di alimentazione antinfiammatoria e quindi selezioniamola nell'ambito delle nostre azioni quotidiane.
Ai nostri lettori, potenziali pazienti di questa patologia, quale consiglio possiamo dare, abbiamo ancora domandato al medico?
In primo luogo cerchiamo di evitare il consumo continuativo di farine raffinate.
Quali sono queste farine, abbiamo ancora chiesto?
Quelle che compriamo al supermercato tutti i giorni con la pasta o per farla la pasta, per il dolce, la pizza...
Pensiamo invece di mangiare, un paio di volte a settimana, una pasta di farina di senatore cappelli, una varietà di grano duro che cresce molto in altezza (arriva a 1,8 metri) e ha un forte sviluppo radicale.
Peraltro è una varietà di grano che produciamo molto anche nel nostro territorio.
Non è farina raffinata, non infiamma la parete dell'intestino, non altera i processi assorbitivi ed in questo modo anche se mangiamo una pasta non andiamo ad alterare l'omeostasi intestinale, l'equilibrio dell'intestino, non alziamo la glicemia e non creiamo delle iperinsulinemie.
Poi dobbiamo fare una scelta dei grassi buoni, ha proseguito Coppola dandoci una infinità di informazioni utili, e quelli che per eccellenza sono gli omega3 che ci proteggono dalle infiammazioni e quindi parliamo del pesce azzurro in particolare.
Noi a tavola invece molto spesso, diremmo quotidianamente, mangiamo gli affettati, i formaggi... abbiamo esposto al dottore...
Esattamente e questi da lei citati sono tutti prodotti ultraprocessati e che non contengono principi tipici dell'alimento che li contiene ma che servoono soprattutto ad aumentare la durata commerciale del cibo.
Ecco perché ciascuno di noi alla fine è artefice del proprio destino.
Noi dobbiamo stabilire invece cosa vogliamo che sia la nostra vita da qui a 10 a 15 o a 20 anni.
Qualcosa delle pietanze descritte, la possiamo ancora mangiare, abbiamo chiesto ed implorato da Coppola una risposta positiva...
Certamente sì, ci ha risposto, ma con grande parsimonia e con la scelta della qualità.
Da questo punto di vista devo dire che dobbiamo essere anche molto attenti quando selezioniamo il cibo, quando lo acquistiamo anche perché non sempre la marca fa la qualità, abbiamo sottolineato noi.
Guardiamo bene le etichette, ha rispreso Coppola, e quanti più componenti abbiamo in un cibo che acquistiamo, più ultraprocessato è all'interno e per questo ci dobbiamo sempre allarmare.
Infine, a Coppola abbiamo chiesto della funzione della nutraceutica.
Sì, questa interviene insieme alla nutrizione, ci ha risposto.
Oggi purtroppo è sempre più realizzata l'agricoltura forzata, intensiva, e cioè una agricoltura che non rispetta i tempi di maturazione dei prodotti e quindi spesso acquistiamo un cibo che è solo l'involucro, che non ha all'interno quei micro elementi, le vitamine, i minerali, che sono fondamentali.
Ed infatti anche il sapore ne risente perché in genere è solo acqua con pochi elementi.
Ecco allora che la nutraceutica ci dà la possibilità di utilizzare delle sostanze di produzion naturale che hanno all'interno quel contenuto di vitamine e minerali che purtroppo oggi i cibi non ci possono più assicurare al 100%.
Quindi con una buona nutrizione, una integrazione nutraceutica di valore, possiamo preservare il nostro corpo dalle patologie cronico-degenerative, dagli infarti, dagli ictus e dalla neoplasie maligne che rappresentano la prima causa di morte, ha concluso Coppola.

 

 

 

 

 

 

 

 

comunicato n.165127




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