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Benevento, 10-07-2024 18:30 ____
Gli Usa, a prescindere da chi abitera' alla Casa Bianca dal prossimo anno, possono fare a meno dell'Europa? E l'Europa puo' fare a meno dell'America?
L'Europa di ottant'anni fa aveva assoluto bisogno degli americani ma oggi, da piu' parti, si pensa di poterne fare a meno anche come alleato e c'e' anche chi pensa che non ci serva piu' la Nato. Se vogliamo essere certi che nell'avvenire non ci sia piu' bisogno dello sbarco in Normandia e non si rischi di subire bombardamenti come quelli che colpirono Benevento nell'estate del 1943, bisogna restare uniti
di Roberto Costanzo
  

Nel secolo scorso, lungo i decenni successivi alla fine della seconda guerra mondiale, noi sanniti manifestavamo gratitudine ed ammirazione per l'America e gli americani, non soltanto perché, almeno nei nostri Comuni, quasi tutte le famiglie avevano parenti in America che le aiutavano in vario modo.
Le truppe angloamericane erano venute a liberarci ed a difenderci nella guerra nazifascista e ci aiutarono concretamente nelle riparazioni dei danni subiti dalle città e dai paesi.
Oggi forse abbiamo dimenticato quello che fu certamente un importante intervento degli alleati nordamericani a sostegno dei lavori di prima riparazione delle opere pubbliche e private colpite dalle azioni belliche dell'uno e dell'altro fronte, a cominciare dagli oltre novanta ponti lungo le nostre strade provinciali, abbattuti dai soldati tedeschi in ritirata, e non solo lo storico ponte sul Calore, al centro di Benevento.
Quindi non solo gli aiuti dei parenti ma soprattutto i piani e programmi di ripresa e rinascita, come l'United Nations Relief and Rehabilitation Administration (Unrra), il Piano Marshall ed altri interventi pubblici che furono eseguiti per molti anni dopo la fine della guerra.
Si poté constatare con mano che gli americani non erano venuti ad occupare ma a liberare i nostri territori.
Questo non significa che gli americani siano venuti solo come benefattori e non anche per conquistare i mercati.
Nello scorso mese di giugno chi di noi ha prestato un po' di attenzione alle celebrazioni, sulle coste atlantiche della Francia, degli ottant'anni dello sbarco in Normandia, il D. Day, avrà avvertito un ritorno nella memoria di quel terribile periodo e si sarà quindi ricordato del modo di essere degli angloamericani in Normandia.
Ma si sarà ricordato anche della loro presenza lungo le strade di Benevento e dei paesi del Sannio (foto), sebbene, per nostra fortuna, in forma molto meno tragica.
Però oggi, rispolverando quei ricordi, forse ci siamo sentiti spinti a fare un confronto tra i tempi degli Usa di Roosevelt e Truman ed i tempi attuali segnati da Biden e Trump.
Gli americani sono in Europa, non solo come partner commerciali, ma anche come membri dell'Alleanza Atlantica, sebbene forse aspettino il momento per non esserci più; e gli europei oggi li accettano ancora, sebbene forse si augurino che se ne tornino il più presto oltreoceano.
L'Europa di ottant'anni fa aveva assoluto bisogno degli americani ma oggi, da più parti, si pensa di poterne fare a meno anche come alleato.
E vi è anche chi pensa che non ci serva più la Nato.
In America vi è chi crede di non avere più bisogno di una stretta alleanza con l'Europa, anche perché è un’alleanza che costa troppo...
La celebrazione del D. Day in Normandia ci ha fatto ricordare anche l'arrivo dei liberatori angloamericani nel Sannio, nell'autunno del 1943, e la loro permanenza fino al 1945.
Fu una presenza diffusa soprattutto in città, con il comando insediato nel palazzo della Camera di Commercio ed in altri edifici pubblici; ma non fu una presenza fastidiosa.
I cittadini beneventani ne traevano qualche beneficio, anche perché i militari americani erano piuttosto generosi soprattutto con i viveri.
Oggi vi sono certamente dei beneventani che ricordano o sanno della difficoltà di procurarsi il vitto in quei tempi. Anche il pane era severamente razionato.
Non possiamo dimenticare quello che gli Usa di Roosevelt e Truman fecero per l'Europa, in particolare per l'Italia, e non tanto con gli aiuti umani e sociali.
Nella cronaca del D. Day in Normandia ci deve aver colpito soprattutto il dato dei soldati americani morti in Europa durante l’ultima guerra mondiale: Oltre quattrocentomila, di cui ventinovemila nello sbarco in Normandia.
Erano quasi tutti ragazzi poco più che adolescenti; tutto ciò è stato quasi dimenticato, ha scritto, l'8 giugno scorso, Federico Rampini sul "Corriere della Sera", affermando tra l'altro che: "L'America oggi viene spesso considerata come l'impero del male, soprattutto da una parte delle giovani generazioni".
Non è colpa loro, ma di noi che avendo conosciuto gli eventi bellici e post-bellici, e quindi tutto quanto gli Usa hanno fatto durante e dopo la guerra per gli italiani e gli europei, non sappiamo spiegarlo ai ragazzi di oggi.
Negli anni passati sentii qualcuno dire che gli americani erano venuti a morire in Europa anche per compensare il sacrificio di tanti migranti europei che nei secoli precedenti avevano fatto grande l'America.
Ha ragione il giornalista Rampini quando scrive che, a prescindere da quello che sarà il risultato delle prossime elezioni americane, l'Europa dovrà confrontarsi in modo serio con la domanda: a cosa serve l'America?
A cosa è servita davvero negli ultimi ottant'anni?
Ma gli Usa, a prescindere da chi abiterà alla Casa Bianca dal prossimo anno, possono fare a meno dell'Europa? E l'Europa può fare a meno dell'America?
Nessuno può fare a meno dell'altro, se vogliamo essere certi che nell'avvenire non ci sia più bisogno dello sbarco in Normandia e non si rischi di subire bombardamenti come quelli che colpirono Benevento nell'estate del 1943.

comunicato n.164996




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