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Benevento, 10-06-2024 16:05 ____
Crollo dei votanti. Sarebbe il momento di smetterla di nascondersi dietro al luogo comune che e' solo colpa della sfiducia nella politica
Il vero dramma e' che, purtroppo, ci sono oramai troppi cittadini che si dimostrano disinteressati ad un vivere civile. Probabilmente dovremmo avere il coraggio di iniziare a dirlo. Procedendo lungo questo cammino correremo il rischio di trasformarci in un immenso gregge di pecore, con gli smartphone al collo al posto delle campane, commenta Domenico Russo
Nostro servizio
  

Caro direttore, ci scrive Domenico Russo (foto), nel 1979 in Italia alle elezioni europee votarono l'85,7% degli aventi diritto al voto.
Nel 2024, dopo un costante declino nel corso degli ultimi nove lustri, hanno votato il 49,7% circa degli aventi diritto, toccando così il minimo nella storia italiana, con picchi spaventosi anche al di sotto del 40% al Sud.
Non possiamo restare indifferenti a questi dati o assuefarci agli stessi, contribuendo a normalizzarli e venendo attratti esclusivamente dalle percentuali di voto dei diversi partiti.
Si tratta di un evento sconcertante e molto triste e bastano questi numeri, relativi a elezioni di straordinaria importanza come quelle europee, per descrivere il baratro in cui, dopo 45 anni, sta sprofondando il nostro Paese.
Sarebbe il momento di smetterla di nascondersi dietro al luogo comune che è solo colpa della sfiducia nella politica e della sua incapacità di incidere nella vita dei cittadini che allontana dal voto.
Infatti, il problema più grande e più grave non sono solo i politici, certamente troppo spesso non sempre adeguatamente capaci e competenti, in quanto chi vuole, fino a prova contraria, può farsi avanti per candidarsi e per offrire il proprio contributo.
Inoltre, non mi sembra che i nostri rappresentanti politici provengano da Marte o che non siano eletti da noi quali parte integrante della nostra società, di cui rappresentano l'immagine, nel bene e nel male, come uno specchio.
Né tantomeno si può ritenere che la politica non incida sulle nostre vite, a meno di non voler essere tacciati di profonda ignoranza.
A mio avviso, quindi, il vero dramma è che, purtroppo, ci sono oramai troppi cittadini che si dimostrano disinteressati ad un vivere civile.
Probabilmente dovremmo avere il coraggio di iniziare a dirlo.
Cittadini evidentemente poco degni della nostra Costituzione, della nostra bandiera, irrispettosi dei numerosi Italiani, nostri padri, che hanno perso la vita per donarci una gloriosa Repubblica democratica.
La Costituzione della Repubblica Italiana nel sancire all'articolo 48 il diritto di voto, precisa "che il suo esercizio è dovere civico".
Siamo stati un popolo di uomini e donne che hanno insegnato di tutto, compresa la civiltà, al mondo intero per secoli.
Il pericolo è quello di diventare un Paese di barbari senza passato e senza futuro.
Non esercitare il diritto di voto non è una soluzione possibile e mai potrà esserlo.
Anche perché con l'astensionismo non si arreca alcun danno concreto alla politica, bensì il danno è tutto nei confronti dei cittadini.
Ho il massimo rispetto per le difficoltà di vita che hanno milioni di Italiani, per le difficoltà di tutti noi, anzi nutro profonda rabbia per le situazioni più drammatiche che non dovrebbero riguardare mai nessun cittadino in un Paese civile.
Tuttavia, così andiamo nella direzione opposta rispetto a quella delle possibili soluzioni.
La partecipazione diffusa alla vita comune dovrebbe essere la precondizione di qualsiasi possibile soluzione.
I problemi dobbiamo risolverli tutti insieme, non possiamo far finta di niente, respingendo le responsabilità, criticando solo gli altri ed immergendoci nell'indifferenza, senza offrire il benché minimo contribuito di partecipazione alla vita della comunità.
Procedendo lungo questo cammino correremo il rischio di trasformarci in un immenso gregge di pecore, con gli smartphone al collo al posto delle campane.
In tal senso, sia il vissuto reale che quello virtuale dell’epoca contemporanea poco confortano. Il pericolo è concreto ed elevato.
Allora, prima che sia troppo tardi, cerchiamo di riflettere tutti e cerchiamo di riflettere di più, coinvolgendo soprattutto le nuove generazioni.
Ne abbiamo urgente bisogno.

comunicato n.164459




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