Il malato che assistete, anche quello lagnoso, il rompiscatole, l'egocentrico che lamenta di avere tutti i mali su di se', e' Cristo
Le funzioni religiose, le giaculatorie, ha detto l'arcivescovo Accrocca alla solennita' del Sacratissimo Cuore di Gesu', fanno parte della vita ma siamo cristiani da compiangere se racchiudiamo tutto solo a questo perche' non e' cio' che ci chiedera' Dio quando saremo dinanzi a lui. Festeggiati anche i 25 anni di fede di fra' Lorenzo Antonio
Nostro servizio
L'arcivescovo Felice Accrocca ha concelebrato nella chiesa di Santa Maria di Costantinopioli al rione Ferrovia, la Santa Messa nella solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù nel 410esimo anniversario della presenza a Benevento dei Fatebenefratelli.
Nell'occasione, è stato anche festeggiato il 25esimo anniversario di impegno a servizio degli ammalati di fra' Lorenzo Antonio.
L'arcivescovo all'Omelia ha sottolineato come il Signore sia sempre aperto con il suo cuore ma noi facciamo emergere costantemente la nostra indegnità rispetto a tanto amore.
Tutto, anche l'impegno ospedaliero, trova considerazione nell'amore di Dio e noi dobbiamo essere in grado di comprendere l'ampiezza, l'altezza, la lunghezza e la profondità di Dio e penetrare nel mistero per conoscere l'amore del nostro Signore.
L'apostolo Giovanni, come i sinottici, ha proseguito mons. Accrocca, nel racconto del Vangelo, segue le varie fasi della cattura e fino alla morte di Gesù.
Egli è l'unico, Giovanni, che scrive che sotto la Croce c'era anche la Mamma e la consegna fatta alla madre ed al figlio.
Riferisce poi anche di un particolare inedito e cioè che quel giorno fosse una splendida giornata e si stava per entrare nel sabato, giorno in cui non si poteva lavorare.
Fu ordinato dunque di affrettare le cose perché tutto si compisse prima che il sabato entrasse e così si ordinò ai soldati di spezzare le gambe ai crocifissi per modo che morissero prima non potendo più far leva su di esse per cercare di respirare ancora per un po'.
A Gesù questo non fu fatto perché era già morto e Giovanni di ciò dà una lettura teologica legata al fatto che anche all'offerta pasquale dell'agnello non venivano spezzate le ossa all'animale.
E così fu anche per Gesù, che era l'agnello sacrificale.
Non una religione fatta di ritualità, dunque, ma di culto, di spirito e di verità.
Possa essere così la nostra vita, è andato a concludere mons. Accrocca e la nostra carta d'identità di quando ci presenteremo dinanzi al Signore.
Le funzioni religiose, le giaculatorie, ha ribadito il vescovo, fanno parte della vita ma siamo cristiani da compiangere se racchiudiamo tutto solo a questo perché non è ciò che ci chiederà Dio.
Poi mons. Accrocca ha fatto gli auguri a fra' Lorenzo Antonio.
Della tua vita il Signore ti chiederà conto ma lo farà anche a me per te.
Il Signore aiuti voi tutti ospedalieri a ricordare che il malato che voi assistete è Cristo.
Anche quello lagnoso, il rompiscatole, l'egocentrico che lamenta di avere tutti i mali su di sé.
Ci aiuti dunque il Signore a riconoscere i volti dei malati e dei sofferenti.
Al termine dell'Omelia fra' Lorenzo Antonio ha rinnovato la sua professione di fede e la missione svolta per 25 anni al servizio degli ammalati e dei bisognosi.
Poi c'è stata la firma del documento sia da parte di fra' Lorenzo Antonio che di due suoi confratelli quali testimoni.
Le fasi salienti della cerimonia religiosa sono state sottolineate dal Coro del Fatebenefratelli.
comunicato n.164419
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