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Benevento, 29-05-2024 20:07 ____
Tutto avvenne il 29 maggio del 1724 quando il brusio della citta' venne coperto dal suono festoso di tutte le campane delle chiese
C'era stato l'annuncio: L'arcivescovo di Benevento era stato eletto Papa con il nome di Benedetto XIII. Egli aveva implorato di farlo rimanere nella sua citta' di cui aveva preso possesso vescovile nel 1686 e dove resto' fino alla morte nel 1730 e da cui fu definito il suo secondo fondatore. Dono' alla sua sposa beneventana una rosa d'oro e pianse all'Epitaffio quando vi giunse da pontefice: Chissa' se ti rivedro' ancora...
Nostro servizio
  

La bella ma non curata chiesa dell'Annunziata di proprietà del Comune di Benevento, ha accolto una innovativa organizzazione del racconto.
L'occasione è stata data dalla celebrazione dei 300 anni dalla elezione dell'arcivescovo di Benevento, cardinale Vincenzo Maria Orsini, al soglio pontificio con il nome di Benedetto XIII.
Monsignor Mario Iadanza, rettore della chiesa dell'Annunziata, ci ha premesso: Assisterete ad una drammatizzazione, non al classico e talvolta noioso convegno che sembra non finire mai.
Qui staremo insieme poco più di un'oretta. E così è stato. Musica per le nostre orecchie.
Da una vita ci sforziamo di far capire che l'importanza di un incontro non è data dal numero delle persone che intervengono per esprimere saluti o relazionare sul tema.
Ed infatti, nonostante i pochi interpreti ed il tempo contenuto, l'argomento trattato è stato eccezionalmente proposto e di interesse fuori dal comune. 
Questa drammatizzazione è stata concretizzata grazie a tre interpreti: Lo stesso mons. Iadanza, il diacono Pasquale Foschini ed il Coro di Santa Cecilia composto per l'occasione da Romina Apicella, Giuseppina Marino, Giovanna Bancale, Antonella Maturi, Nunziatina Caporale, Annamaria Del Grosso e Davide Gagliardi, quale direttore. Il Coro ha proposto il canto gregoriano.
Tutto avvenne il 29 maggio del 1724 quando il brusio della città venne coperto dal suono festoso di tutte le campane delle chiese. C'era stato l'annuncio: L'arcivescovo di Benevento era stato eletto Papa con il nome di Benedetto XIII, ha introdotto Foschini.
Questa elezione veniva dopo il pontificato di Innocenzo III, ha detto don Mario Iadanza. Il cardinale lasciò Benevento per recarsi al conclave e mi avrebbe ipotizzato cosa sarebbe poi successo nel giro di un paio di mesi.
Lui era identificato per la scarsa dimestichezza con la Curia romana, per la poco conoscenza delle corti europee ed aveva una completa mancanza di collegamento con i due gruppi principali del Conclave, quello Franco-Spagnolo e quello filo imperiale a cui poi si aggiunse il gruppo degli zelanti.
Nulla, insomma, faceva prevedere la sua elezione.
I cardinali da 31 arrivarono a 53 e 12 di essi non votarono mentre 1 morì proprio in quei giorni.
Le potenze cattoliche di Francia e Spagna avevano grandi interessi nella elezione del pontefice e dunque la scelta si prolungò per più di due mesi, 68 o 69 giorni, quando alla fine fu proposta la candidatura di Orsini, ha proseguito la voce narrante di mons. Iadanza, una candidatura che offriva certamente neutralità e poi Orsini era anche avanti negli anni, il che non guastava.
Orsini venne eletto all'unanimità ed egli subito oppose la sua insufficienza per tale gravoso compito.
Dopo un intervento del Coro ha ripreso il diacono Fuschini leggendo dei brani tratti dai diari di Orsini il quale scriveva: Ci vogliono eleggere supremo vicario di Gesù Cristo ma noi li imploriamo di menare gli occhi su altri soggetti e di farci rimanere nella nostra città di Benevento.
Ed invece tutte le schede dei 53 voti dovevano cadere sul mio capo.
Orsini resistette ma quando fu richiamato al voto dell'obbedienza, dovette cedere.
Venne eletto pontefice a 75 anni, ha ripreso don Mario, ed assiso sulla sedia gestatoria venne condotto fino a San Pietro ma egli insistette per entrare nella Basilica a piedi.
Il successivo 4 giugno ci fu la proclamazione e l'intronizzazione.
Su questo Papa ci furono riserve e dubbi anche sul suo rigore morale, almeno questa era la fama che il cardinale poi Papa si portava appresso.
Dopo un nuovo intervento del Coro, Foschini ha sottolineato come a quel punto Orsini non potè più tornare a Benevento così come il suo cuore desiderava e dove aveva preso possesso nel 1686 e dove restò fino alla sua morte, a Roma, nel 1730.
In questa chiesa, ha proseguito mons. Iadanza, c'è la cappella, opera di Filippo Raguzzini, proprio intitolata ad Orsini, il papa che eletto nel 1724 non lasciò mai la sede arcivescovile della sua Benevento in cui era entrato da Porta Somma.
L'arcidiocesi dell'epoca era vastissima ed era composta da 16 diocesi suffraganee.
C'erano 150 parrocchie e 1.200 chiese con 37 monasteri. Vi erano, ancora, 76 compagnie di laici e 47 ospedali (intesi, con terminologia dell'epoca, anche e soprattutto come luoghi di accoglienza).
La città era composta da 12mila anime ma dopo la pestilenza esse scesero a poco più di 4mila su una arcidiocesi che ne contava 120mila.
Il cardinale Orsini venne anche soprannominato il papa archivista, ha proseguito don Mario Iadanza, e fu lui a pubblicare la Costituzione canonica. Nel 1694 diede avvio all'innovazione dei monti frumentari che davano in prestito somme di denaro ai contadini, impegnando il futuro raccolto.
In tutta l'arcidiocesi di questi istituti ne sorsero 172, un numero enorme per l'epoca.
Sin qui don Mario Iadanza.
Si tenga conto, aggiungiamo noi, che sulla scia e sul concetto del prestito su pegno, che era proprio dei monti frumentari, nacque a Benevento il Monte di Credito su Pegno Orsini, che anticipava somme di danaro parimenti ma non sulla garanzia del futuro raccolto agrario ma qui solo su oggetti preziosi.
A Napoli sorsero invece i Monti di Pietà che anticipavano somme di denaro anche sulla biancheria, purché nuova e non usata.
Tra poco, riprende mons. Mario Iadanza, pubblicheremo anche un testo con la traduzione dei numerosissimi cartigli d'epoca, incisi nella pietra, sia di quelli che si trovano a Palazzo Paolo V che intorno alla fontana dell'Orsini nella omonima piazza. Sono scritte in latino, una lingua che oramai conoscono in pochissimi e quindi difficilmente essi vengono letti ed invece sono preziosi. Li tradurremo e li pubblicheremo.
Papa Orsini, ha proseguito don Mario Iadanza, fu definito il secondo fondatore di Benevento.
Fu molto attento da vescovo anche all'amministrazione dei beni ecclesiastici cui controllava innanzitutto la buona tenuta degli archivi.
Si adoperò per la ricostruzione della città dopo i due terribili terremoti dl 1688 e del 1702. Tenne anche 44 sinodi e 3 consigli  provinciali.
Il neo Papa, a dimostrazione del legame viscerale che aveva per la Chiesa di Benevento a cui aveva dedicato 38 di vita pastorale, confermò di sentirsi a casa sua solo quando stava a Benevento e non a Roma.
Tornò da papa nel capoluogo del Sannio nel 1727 e nel 1729. In questa seconda visita consacrò la nuova Basilica di San Bartolomeo, quella ancora esistente al corso Garibaldi.
Nel Museo Diocesano, ha detto don Mario Iadanza, c'è una sala dedicata proprio alla Chiesa beneventana ed alla munificenza di papa Orsini che nel 1725 invia a Benevento la rosa d'oro con la dedica: Alla sua sposa beneventana.
Pasquale Foschini a questo punto ha letto due brani tratti dai diari orsiniani proprio riguardanti le due venute a Benevento del Papa.
Nella visita del 1727 giunse in citta intorno alle ore 16.00 dopo aver soggiornato a Cervinara.
A Benevento fu accolto dal suono delle campane delle chiese e dalle trombe.
Appena giunto andò a far visita all'Ospedale e qui lavò i piedi stanchi dei pellegrini. Quindi si ritirò nel Palazzo arcivescovile dove recitò il rosario.
Quanto giunse all'Epitaffio, che segnava il confine tra lo stato Pontificio e quello del Regno di Napoli, si inginocchio e baciò la terra beneventana e disse: Benevento mia, non so se più ti rivedrò... e levatosi in piedi si asciugò le lacrime.
L'intervento del Coro ha anticipato un nuovo intervento di mons. Iadanza che ha sottolineato come nei suoi 6 anni di pontificato, Orsini non fu osannato da tutti.
Anche Pietro Giannone lo trattò malissimo ma probabilmente ciò era anche dovuto ad una stroncatura che il papa fece di una sua pubblicazione.
Non aiutarono certamente Orsini a gestire il pontificato i suoi collabioratori beneventani accusati di essersi macchiati anche di nefandezze.
Ci furono anche giudizi opposti, di chi, dopo la sua morte, lo voleva santo subito.
Una cosa è certa e cioè che Orsini fu un eccellente vescovo e su questo interviene anche Alfonso Maria de' Liguori.
A questo punto, ultimata la drammatizzazione, c'è stato l'intervento di mons. Franco Impietro, vicario generale dell'arcidiocesi, il quale ha detto che era convinto che stasera avremmo gustato magari una pietanza nuova ed infatti gli ingredienti sono statio tutti buoni con un modo gradevole di interpretazione della storia. E' bello poterla apprendere in questo modo.
Con l'apporto del Coro poi, discepoli di don Lupo Ciaglia, ci siamo sentiti un po' tutti in questa chiesa come se fossimo ai tempi di papa Orsini.
A prendere la parola è stato quindi l'assessore alla Cultura, Antonella Tartaglia Polcini, che ha sottolineato come sia stata intensa ed emozionante questa rievocazione posta in essere dalla città del cuore di papa Orsini.
Il giudizio severo nei confronti di questo pontefice, ha proseguito l'assessore, non riguarda il periodo beneventano che invece è tratteggiato dalla buona amministrazione.
Oggi a 330 anni dalla sua elezione si rafforza di lui un ricordo grato.
Il modo migliore per riconciliarsi con la storia è essere fedele nella memoria.
Noi siamo figli grati di un padre nobile nei gesti.
L'evento si è chiuso con l'intervento dell'assessore alla Cultura Antonella Tartaglia Polcini ma a mons. Iadanza è rimasta ancora da fare una implorante richiesta: Nella cappella di papa Orsini ci piove dentro.
Bisogna intervenire e subito (nelle ultime foto in basso).
Il 14 luglio in Francia commemoreranno la presa della Bastiglia. Qui organizzaremo una marcia sulla Soprintendenza perché questi lavori a farsi sono urgenti e non possono più attendere.

 

 

 

 

 

 

 

comunicato n.164238




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