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Benevento, 21-05-2024 19:52 ____
La statua di Santa Rita, la santa degli Impossibili, e' tornata a casa anche se per poche ore, nella chiesa di via Annunziata accolta da tanti fedeli
E' bello vivere questo momento che ci fa ritornare alle origini in questo luogo che ci ricorda l'azione sociale portata avanti dagli Agostiniani grazie alla devozione per la Santa ed in anni particolarmente difficili per il popolo beneventano, ha detto il parroco don Teodoro Rapuano. Una chiesa che ha rappresentato il polo della carita' nella nostra citta', ha detto il rettore monsignor Mario Iadanza
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Santa Rita è tornata a casa, anche se per poche ore.
La statua della santa tanto amata dai beneventani che hanno affollato l'antica e bellissima chiesa di via Annunziata, è ritornata in quella che per tanti decenni è stata la sua sede naturale, la chiesa di Santa Rita, appunto.
Oggi, come è noto, la santa è venerata nella chiesa di Santa Maria della Pace e di Santa Rita alla Pacevecchia di cui è parroco don Teodoro Rapuano.
La statua, a bordo dell'auto dedicata, è giunta proveniente dalla Pacevecchia alla chiesa civica dell'Annunziata ed è stata accolta da una moltitudine di fedeli che hanno riempito la chiesa in ogni suo posto.
Don Teodoro ha sottolineato che è bello vivere questo momento che ci fa ritornare alle origini in questo luogo che ci ricorda l'azione sociale portata avanti dagli Agostiniani grazie alla devozione per la Santa ed in anni particolarmente difficili per il popolo beneventano.
E dunque siamo felici per il connubio tra la chiesa delle origini che è questa e dove oggi è conservata e venerata Santa Rita che è alla Pacevecchia.
La Santa Messa è stata celebrata da monsignor Mario Iadanza che è il rettore della chiesa dell'Annunziata, luogo di culto che è di proprietà del Comune di Benevento.
Hanno portato la loro opera di attenzione ai deboli, proprio in questa chiesa e per tantissimi anni, i padri Agostiniani (noi ricordiamo ancora il nome di padre Fulgenzio Scarano, un sacerdote dotto, dalla grande capacità attrattiva e dalla generosa partecipazione alla vita dei suoi parrocchiani ndr) che hanno anche portato avanti con tanti sacrifici un orfanotrofio.
Grazie alla sensibilità di don Teodoro, ha detto ancora don Mario Iadanza, sono anni oramai che ci incontriamo in questa chiesa che ha rappresentato il polo della carità nella nostra città.
In questa chiesa per secoli la carità è stata esercitata verso gli stranieri, i pellegrini e le fanciulle orfane attraverso la gestione di un collegio femminile.
Mons. Iadanza ha quindi spiegato che i momenti forti di un anno liturgico sono rappresentati certamente dall'Ascensione al Cielo e dalla Pentecoste con la discesa dello Spirito Santo.
Accanto poi a questi momenti forti ci sono questi misteri di santità.
Il mondo cambia e negli ultimi dieci anni si è trasformato in modo epocale.
Si consideri che gran parte di noi presenti sono nati con il pennino in mano e l'inchiostro e moriremo con l'intelligenza artificiale...
Ed allora, in questo mondo, ha proseguito mons. Iadanza, dopo queste considerazioni, ha ancora senso parlare di una santa vissuta peraltro tanti anni fa (1381-1457)?
Ma chi sono questi santi?
Persone che hanno seguito il Signore in modo eroico ma non ne facciamo di loro la Cassa del Mezzogiorno, che peraltro non esiste più, a cui tutti chiedevano qualcosa, ha detto mons. Iadanza.
Santa Rita, come vedete dalla statua, ha in mano il Crocifisso e questo per dire che lei è solo un mezzo, un tramite ma è a Lui, al Signore, che si deve arrivare.
Il centro resta la parola di Dio e Santa Rita questo ci indica. e ci dice che la strada da seguire è quella dell'altare e dell'Eucarestia.
Poi mons. Iadanza ha proseguito nella descrizioni del santo ed ha detto che la santità ha come suo compimento la carità e Santa Rita questa carità l'ha esercitata in modo eroico.
Essa è stata donna, madre, monaca ed ha esercitato il perdono con il dono che ci è stato dato.
Ed allora noi, con questo esempio, come possiamo stare qui stasera pur sapendo di avere le nostre mani impastate nelle tante controversie della vita che non perdoniamo?
La nostra parola, ha concluso il rettore, se non perdoniamo, puzza di ipocrisia.
Questi sono invece i profili di Santa Rita che dovremmo riscoprire ripensando in uno anche al ruolo della donna.
Ultimata la Santa Messa la Statua di Santa Rita è stata portata a spalla fino all'auto parcheggiata a piazza Guerrazzi. Da lì si è organizzato il corteo che in processione è giunto nuovamente alla Pacevecchia.
Lungo il percorso la sicurezza dei partecipanti è stata garantita dalla presenza della Polizia Municipale e dai volontari dell'Associazione Nazionale della Polizia di Stato.
Il passo, come si dice in questi casi, è stato segnato dalla banda musicale di Pietrelcina.
Domani è il giorno della festa di Santa Rita e nella chiesa alla Pacevecchia le Messe saranno celebrate continuamente, tranne la pausa dalle 12.00 alle 16.00, a partire dalle 7.00 del mattino e fino alle 21.00.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

comunicato n.164114




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