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Benevento, 20-05-2024 12:55 ____
Saggiamente il sindaco Mastella dispone di ritirare quel documento firmato con "Antum". Era farlocco, diverso da cio' che aveva stabilito il Consiglio
La minoranza, ancora una volta, ha costretto la maggioranza a ritirare un punto all'ordine del giorno, il piu' importante, quello relativo alla ratifica dell'Accordo di Programma che prevede la realizzazione del famoso campo da golf a contrada Piano Cappelle. C'e' qualcuno che si e' preso la briga di mettere mano nell'Accordo che e' stato poi sottoscritto dal sindaco. Chi ha avuto l'ardire di fare questa cosa tanto grave?
Nostro servizio
  

Il Consiglio comunale di oggi si consegna alla storia della città con un'altra seduta difficile e per tanti versi mal gestita.
La minoranza, ancora una volta, ha costretto la maggioranza a ritirare un punto all'ordine del giorno, il più importante, quello relativo alla ratifica dell'Accordo di Programma che prevede la realizzazione del famoso campo da golf a contrada Piano Cappelle.
Il documento, previsto dalla normativa vigente, è stato già sottoscritto lo scorso 26 aprile dal sindaco Mastella e dall'amministratore di "Antum Immobiliare", Flavian Basile e con esso si propone la realizzazione dell'opera.
Tutto documentato con foto e sorrisi compiaciuti da parte dei protagonisti.
Solo che quell'accordo era farlocco, non rispondeva cioè in maniera puntuale a quanto aveva stabilito il Consiglio comunale e quindi la delibera di oggi è stata ritirata dalla maggioranza, saggiamente, e l'Accordo dovrà essere nuovamente firmato nella versione corretta.
Siamo della opinione, dopo aver ascoltato le argomentazioni di ciascuno nelle tre ore di Consiglio, che il sindaco Mastella non c'entri assolutamente nulla in tutta questa vicenda altrimenti non avrebbe dato il consenso al ritiro dell'argomentio dall'ordine del giorno del Consiglio, cosa che in un primo momento non aveva favorito.
Non è un momento di cui menar vanto quello che vede la maggioranza, su un argomento così identificativo, ritirarlo ammettendo l'errore.
Ma diversamente non poteva fare tanto era evidente ciò che era successo.
Mastella, dunque, non c'entra e pensiamo che ne siano tutti consapevoli.
Che ci sia stata una manina però che ha cambiato le carte in tavola, e bisognerebbe interrogarsi sul perché e quali ne sono stati o potrebbero essere stati i vantaggi, su questo nemmeno vi sono dubbi per non parlare poi del parere di legittimità posto dal segretario generale che ha mandato in Aula un atto senza accorgersi che esso era improponibile.
Stesso ragionamento per l'assessore all'Urbanistica, Molly Chiusolo, responsabile politica della proposta di delibera, che ha avuto però la capacità di ammettere l'errore e di farsene carico annunciando il ritiro dell'atto.
Mastella dovrà rivedere bene, e non è la prima volta che lo scriviamo, le competenze di chi lo circonda più da vicino perché potrebbe, prima o poi, trovarsi, suo malgrado, in qualche impiccio serio come quello che poteva essere oggi.
La grave dissonanza tra quanto deliberato dal Consiglio e quanto poi trascritto nell'Accordo di Programma firmato dal sindaco, è stata rilevata dalla minoranza, che ha un buon gruppo "d'assalto" che le carte le legge e le sa leggere, e che non ha atteso che la maggioranza cadesse nell'errore ma l'ha avvertita per tempo facendo ritirare l'atto.
Un gesto di generosità politica?
Mah.
Certo è che alla minoranza bastava aver segnato nuovamente la maggioranza con una sonora sconfitta d'Aula. Non pensiamo che avesse interesse ad andare oltre se non di fronte ad un irrigidimento confermativo dell'atto e la sua successiva votazione ed approvazione.
I lavori dell'Aula hanno avuto inizio alle 10.00 e termine alle 12.55.
La seduta è stata dichiarata valida con la presenza di 28 consiglieri su 33. Assenti De Longis, Fioretti, Giorgione, Petrone e Scarinzi.
Il primo punto all'ordine del giorno verteva su: "Articolo 34, comma 5 del Dlgs numero 267/2000 - ratifica accordo di programma, di cui all'articolo 12 della legge regionale Campania numero 16/2004 e articolo 5 del Regolamento Regione Campania numero 5/2011, per la realizzazione di un campo da golf con annesso complesso sportivo-turistico di notevole interesse pubblico denominato "Tierra Samnium Golf Club". Richiedente: Antum Immobiliare".
Ad inizio di seduta Francesco Farese, "gioiello" della maggioranza poi passato nelle fila dell'opposizione, ha presentato una pregiudiziale che ha presentato come grave la violazione contenuta nella proposta di deliberazione.
Dopo la colossale presa in giro e di bassezza sul piano istituzionale, peraltro segnalate al prefetto, all'Ispettorato generale del Ministero di Economica e Finanza ed alla Corte dei Conti, quando in Consiglio, sulla vicenda di "Sannio Acque", i revisori depositarono agli atti il loro parere negativo sulla proposta di deliberazione avanzata dalla minoranza per far sì che in autotutela l'atto che approvava lo Statuto di quella società fosse ritirato, parere negativo poi tramutato in parere positivo "nottetempo" mentre era già in atto la seduta del Consiglio comunale, oggi c'è lo schema dell'Accordo di Programma che è diverso da quello licenziato dal Consiglio comunale del 28 aprile 2023 che aveva accolto due emendamenti presentati dallo stesso Farese assieme al suo compagno di gruppo, Marcello Palladino, all'epoca entrambi in maggioranza, e votati dal Consiglio comunale.
Non si capisce, ha detto Farese, come, quando e perché, sia stato disatteso quanto approvato dal Consiglio. Qualcuno evidentemente non ha gradito e così con l’operatore economicio, "Antum" si è deciso di firmare un protocollo diverso.
Con i nostri emendamenti, entrambi a carattere sociale, era stato previsto l'obbligo a carico del privato, di effettuare attività di promozione sportiva in favore di categorie sociali fragili quali i disabili ed i giovani meno abbienti ed in favore degli alunni del Liceo ad indirizzo sportivo.
L'altro emendamento impegnava la società "Antum" ad utilizzare per il trattamento dei prati a verde, prevalentemente prodotti biologici e ad effettuare, con scadenza semestrale, analisi della matrice del suolo trasmettendo poi i risultati al settore Ambiente del Comune.
Due emendamenti, aggiungiamo noi, con spese non indifferenti per il privato che doveva realizzare l'impianto da golf.
Farese a questo punto ha parlato di gravissima violazione con questa omissione ed ha chiesto di esprimersi al riguardo il dirigente ed il segretario generale chiedendo infine che il punto venisse ritirato dall'ordine del giorno.
Il sindaco Mastella, forse senza rendersi conto realmente di cosa fosse successo, in prima battuta ha difeso le ragioni della maggioranza ed ha detto che ci sono delle scadenze, che l'atto andava approvato integrandolo magari con quei due emendamenti che diventavano così delle raccomandazioni.
Poi ha taciuto ma oramai il banco della Giunta era in fermento e si è palesata anche la contrarietà di Mastella e non ultima quella di Palladino.
Ad intervenire è stato Luigi Diego Perifano il quale ha voluto sottolineare che lo spirito era tutt’altro che negativo o ispirato a visione pregiudiziale.
Qui siamo di fronte ad un fatto oggettivo molto grave.
Non possiamo procedere sempre a botta di forzature.
Se ci sono problemi, come in questo caso, vi dovete fermare.
Quello schema di Accordo di Programma così come approvato non esiste e non si poteva firmare una intesao difforme da ciò che ha deliberato il Consiglio comunale con emendamenti peraltro particolarmente incisivi sulla tutela dei fragili e dell'ambiente.
Poi Perifano ha insistito ed in lui ha prevalso l'avvocato profondo conoscitore del diritto: Se proseguite su questa strada, sbagliata, create un problema serio a chi ha firmato l’accordo (cioè al sindaco Mastella ndr), ve ne rendete conto sì o no?
Non ci arrivate che invece occorre prudenza?
Se proseguite saremo costretti a segnalare questa grave anomalia alle autorità.
A questo punto il breve intervento del segretario generale Feola (meglio non ci fosse stato ndr) il quale, vestendo i panni del politico di maggioranza e non quelli asettici dell'alto funzionario, ha detto che la maggioranza esige che si respingano le pregiudiziali perché non vuole ritirare l’atto.
E dunque con l'assunto di Feola si era di lì a poco a chiamare l'Aula al voto per quell'atto.
A questo punto la minoranza ha giocato una carta forte, quella di lasciare l'Aula.
Tutti in piedi si sono avviati alla porta.
E' stato a questo punto che la saggezza, così la vogliamo definire, del presidente del Consiglio comunale, Renato Parente, ha annunciato la sospensione dei lavori per 10 minuti (che poi saranno più del doppio ma questo non conta)
La minoranza a questo punto ha interrotto l'uscita dall'Aula (nelle foto sei sette e otto in basso) e si è trattenuta in essa commentando quanto stava accadendo.
In particolare Angelo Miceli ha stigmatizzato fortemente il comportamento del segretario generale Feola che si è sostituito alla politica, siamo all'assurdo, ha detto Miceli che poi ha aggiunto: Qui stiamo scrivendo il nuovo Testo Unico degli Enti Locali, in perfetta solitudine, altro che Parlamento...
Alla ripresa dei lavori è stato l'assessore all'Urbanistica, Molly Chiusolo che, con il suo atteggiamento non provocatorio ma conciliante, ha buttato acqua sul fuoco affermando che non era volontà dell'Amministrazione di non riconoscere ciò che aveva deciso in precedenza il Consiglio comunale.
Il nostro interesse è quello di votare atti legittimi.
Accolgo quindi la richiesta della minoranza, ha detto Chiusolo ed io stessa, con la maggioranza, chiedo di ritirare l'atto e di riproporlo poi tra qualche giorno integrato con gli emendamenti già approvati.
Mi dispiace, ha chiuso l'assessore, c’è stato un errore.
La parola è quindi passata a Giovanna Megna, anche se in verità con il ritiro dell'atto il presidente Parente avrebbe potuto anche non autorizzare l'inizio di una discussione sul nulla.
Ma ha autorizzato Megna la quale ha voluto sottolineare lo spirito collaborativo della minoranza e che nonostante il ritiro ci sono da segnalare ancora altre difformità ed errori contenuti nell’Accordo di Programma.
Resta però il grande interrogativo.
C’è qualcuno che si è preso la briga di mettere mano nell’Accordo di Programma che è stato poi sottoscritto dal sindaco.
Chi ha avuto l’ardire di fare questa cosa tanto grave, ha concluso Megna?
Angelo Miceli nel suo intervento ha detto che l'azione è stata posta in essere per tutelare il sindaco e quindi lodiamo la decisione del ritiro. Il Comune deve avere l'interesse ad essere imparziale con il privato.
Siamo consapevoli della lealtà del sindaco nel firmare l’Accordo ma non sappiamo cosa sia successo in questa urbanistica negoziata.
Tutte le nostre doglianze preliminari le ha ritenute valide anche la Provincia nella dichiarazione di conformità alle norme del Piano.
Mi metto poi nei panni dell’assessore Pasquariello, in cui ci vado anche bene per mole ha detto scherzosamente Miceli, relativamente alla rete viaria fragile in località Piano Cappelle, strade che dovrebbero essere manotenute dal Comune.
Rosario Guerra, per la maggioranza, non ha nascosto che il suo fosse un intervento difficile, ma il peso specifico di una maggioranza va valutato anche quando bisogna fare il mea culpa.
Rivolto all'assessore Chiusolo, Guarra ha detto che sono state commesse delle leggerezze, pur senza puntare il dito contro nessuno.
La maggioranza non deve solo tagliare nastri (e questa frase sembra non abbia fatto piacere a Mastella che ha seguito l'evolversi della discussione nelle sue stanze ndr).
Nel procedimento di cui parliamo sono stati trovati punti deboli anche gravi.
La prossima volta si deve arrivare in Consiglio comunale preparati.
Queste criticità non possono però mandare all’aria un progetto che riteniamo essere importante per la città.
Poi Guerra ha dato un'altra stoccata, peraltro condivisa da molti.
Noi vogliamo andare oltre, ha detto il consigliere, e non ci accontentiamo dello street food o della ruota panoramica che estrinsecano solo lo spirito fanciullesco dell’assessore Luigi Ambrosone.
Lavoreremo su questa argomento di oggi, accogliendo i rilievi giusti dell’opposizione.
A questo punto voleva inserirsi nella discussione anche il vicesindaco De Pierro ma il presidente Parente non gli ha dato la parola anche perché non l'aveva data nemmeno ad altri consiglieri che si erano prenotati.
Su un argomento ritirato e che quindi non esiste all'esame dell'Aula, non si può aprire un dibattito..
Il Consiglio comunale a questo punto sembrava essersi avviato alla rapida conclusione con la approvazione  del secondo punto all'ordine del giorno: "Ratifica delibera di Giunta numero 110 del 24 aprile 2024 avente ad oggetto: "Variazione urgente al bilancio ai sensi dell'articolo 175 comma 4 del Tuel." ed invece non è stato affatto così.
Assente l'assessore al Bilancio, Maria Carmela Serluca, ha relazionato il vice sindaco Francesco De Pierro che con non molte battute ha spiegato i previsti movimenti in entrata ed in uscita.
Tra questi c'era anche per certi versi la questione dell'edificio posto dinanzi al Duomo.
E' stato Francesco Farese a chiedere chiarimenti proprio su questa variazione di bilancio perché leggendo le delibere sugli incarchi relativi alla progettazione, si legge di uno stanziamento per la progettazione, appunto, mentre i lavori si intendono affidare col project financing che prevede l'apporto del privato che potrebbe anche non tener conto di alcuna precedente progettazione.
L'assessore Pasquariello ha risposto parlando di un finanziamento misto ma che poi, partecipando al bando, sarà individuata anche la forma di finanziamento per il progetto.
Ci sono poco meno di 8milioni di euro. Poi pensiamo a fare una manifestazione di interesse.
La parola è quindi passata a Perifano che ha esposto le sue argomentazioni con molta calma ma si era alla vigilia della tempesta.
Siamo parzialmente soddisfatti, ha detto il consigliere, ma non vorrei che anche qui si facesse un nuovo pasticcio ed infatti abbiamo qualcosa da osservare.
Non so che cosa avete fatto sottoscrivere al sindaco riguardo il campo da golf. Si è trattato di un accordo di programma diverso da quello approvato in Consiglio.
Ora ritornate in Consiglio per ratificarlo per modo che si firmi un nuovo Accordo e si faccia una nuova fotografia a favore della stampa.
Sulla vicenda del fabbricato del Duomo, ha proseguito Perifano, mi sono espresso favorevolmente per la riqualificazione dell’immobile ma sono consapevole che un'altra parte della cittadinanza invoca magari l’abbattimento dello stabile.
Quello è stato però un progetto di qualità ed interessante.
C’è stata solo strumentalizzazione anche nel definirlo di "mamozio" ma l'interesse lì era solo a marcare l'imperitura testimonianza degli errori della passata Amministrazione e cioè, ha detto Perifano, quella di Capuano e di Pasquariello tanto per essere chiari (componenti dell'Amministrazione D'Alessandro che volle quella struttura realizzata a seguito di un Concorso Internazionale di idee ndr).
Sono perplesso, ha proseguito Perifano, sulle modalità di presentazione del progetto che doveva avvenire per iniziativa del Comune magari in Aula con discussione aperta e non ad opera di terzi a piazza Roma.
Il Comune lì è stato invece convocato in una manifestazione organizzata non so da chi.
Ci saremmo aspettati una discussione organica sugli spazi da completare: Piazza Duomo, piazza Commestibili e piazza Santa Maria.
Tutto questo non lo abbiamo colto e stiamo procedendo a pezzi.
Per la struttura dinanzi al Duomo si era pensato ad un Museo della città. Oggi le cose sembrano essere cambiate.
Abbiamo dato un incarico di progettazione ma il project financing non lo prevede anche perché il privato potrebbe anche non condividere neanche una virgola del progetto redatto su commissione dell’Amministrazione comunale.
Ed allora, questa spesa di 120mila euro come la giustificate?
Non sarebbe dovuta essere presente, applicando la norma.
Anche in questo caso la formulazione mista di questo intervento non prevista dalla norma potrà creare problemi.
Mario Pasquariello in risposta ha detto che è stato utilizzato parte del finanziamento per poter esprimere la nostra idea su piazza Duomo così come su piazza Risorgimento. Poi ci sarà una manifestazione di interesse indirizzata al privato visto che non c’è la possibilità di intercettare finanziamenti totalmente pubblici.
Angelo Moretti ha sottolineato come siano stati utilizzati due strumenti insieme ma senza una progettazione ampia.
L’idea sarebbe quella di porsi la domanda di cosa abbiamo bisogno e poi passare alla progettazione.
Sembra invece si voglia colpire ad effetto con vari progetti roboanti, come la ruota a piazza Risorgimento che ha girato da sola per mesi nella tristezza della piazza.
In realtà, ha proseguito Moretti, stiamo facendo rappezzi alla città non con una visione completa delle tre piazze che hanno una grande valenza storica.
La nostra non è una città del non luogo.
Il progetto di Gabetti ed Isola del manufatto a piazza Duomo, aveva una sua identità.
Oggi a quell’impianto centrale vogliamo invece affidare una idea per niente coerente con il nostro turismo.
Stiamo aprendo un altro luna park da utilizzare solo da parte dell’economia locale dei beneventani del sabato sera ed in termini di economia locale non funziona così come non ha funzionato la ruota panoramica.
Tutto questo non ha niente a che vedere con lo sviluppo della città.
Chi è il nostro destinatario e che visione abbiamo del centro storico? ha concluso Moretti.
Rosetta De Stasio si è detta concorde con quanto evidenziato da Perifano e Moretti aggiungendo che piazza Duomo insieme alle piazze vicine, è stata completamente by-passata.
La città, il Consiglio comunale, di fatto non è stato coinvolto.
A Benevento, all'ultimo piano dell'edificio di piazza Duomo si potrebbe pensare ad un casinò, dopo il campo da golf.
Mi sarei augurata che ci fosse un progetto anche perché come si concilia una struttura così luminosa davanti al Duomo? Vero è che dopo aver sistemato una teca davanti all’Arco di Traiano...
In pratica manca un progetto che faccia vivere e crescere la città.
Forse ne cambia il volto ma serve a pochi.
Qui facciamo arricchire solo qualcuno a cui abbiamo già dato.
Non innamoriamoci dei progetti che non siano fatti dall’Amministrazione.
A questo punto Angelo Miceli ha chiesto, cosa che non si faceva oramai da tempi lontanissimi, la verifica del numero legale.
Il presidente Parente è stato quindi costretto a far chiamare l'appello e l'Aula si è subito nuovamente riempita dei consiglieri che stavano in giro.
Alla chiama sono risultati 24 presenti e la seduta è stata dichiarata valida a proseguire.
Sempre Miceli: a questo punto ha detto che il tema era caldo e che per fortuna esiste ancora la città.
Poi, con una battuta scherzosa, ma non priva di contenuto, ha detto rivolto a Pasquariello, assessore alle Opere Pubbliche, Tu quoque, Brute, fili mi! (la frase detta da Cesare quando si accorse che tra coloro che lo stavano accoltellando c'era anche suo figlio Bruto ndr), se ci fosse stato il precedente sindaco (D'Alessandro ndr).
Quello del palazzo di piazza Duomo, ha proseguito Miceli, è stato l'unico concorso internazionale di idee ed è stato un grande esempio. Questo lo dice uno come me che apparteneva ad una fazione avversa da quella di D'Alessandro e Pasquariello.
Lei c’era in quell'Amministrazione comunale, ha ancora detto rivolto all'assessore ed ha condiviso quella impostazione di una architettura partecipata con apertura al dibattito.
La verità è che all’epoca la politica era lungimirante. Oggi non lo è più.
Oggi dobbiamo correre, non c’è più il tempo visti i momenti stretti dettati dai vari Bandi.
Perché non avete fatto un concorso di progettazione per concludere un vecchio progetto internazionale che semplicemente non era stato completato? Su un lascito del genere andava fatto uno sforzo in più.
Ed invece quali architetture fuori dal tempo state voi consegnando alla città?
Giovanni De Lorenzo ha detto che su questo argomento è opportuno un dibattito ed una discussione più ampia.
Non possiamo apprendere solo dalla stampa di questo progetto per piazza Duomo. Tutto questo ci lascia amareggiati.
Avrei preferito il progetto internazionale e non quello che è stato presentato a piazza Roma.
Antonio Picariello, per la maggioranza, ha detto che essa ha a cuore le sorti del "mamozio" (termine odioso ed irriverente per le firme prestigiose che lo hanno proposto ndr).
Ci sarà certamente un confronto perché non siamo degli utili idioti.
Giovanna Megna, persona sensibile ed attenta, ha finalmente ufficializzato quello che noi andiamo dicendo, inascoltati, da anni e cioè ha chiesto ai suoi colleghi un patto d'onore per non chiamare più quel palazzo di piazza Duomo come "Mamozio", un  termine dispregiativo che non fa onore a chi lo dice e che offende la grande professioonalità dei grandi architetti internazionali che lo hanno pensato.
Poi può non piacere, ma questo è un altro fatto e non c'è bisogno di offendere per evidenziarlo.
Anche a "Nennillo" in "Natale in Casa Cupiello", il presepe del papà Luca Cupiello non piaceva...
Facciamo un patto, ha detto Megna, di tenere fuori dal nostro dire questa terribile parola, "mamozio". Recuperiamo un po’ di dignità trattandosi di un concorso internazionale vinto da grandi firme dell'architettuira italiana.
In molti hanno recepito il messagigo ma abbiamo anche notato chi si è divertito a beffeggiarla (non dimentichiamo che questo termine è usato dal "capo", da Mastella e dunque... ndr).
Mario Pasquariello è intervenuto ancora per dire che in questi otto anni di Amministrazione Mastella, non ho mai rinnegato quella esperienza e non ho mai chiamato "mamozio" quell’edificio di fronte al Duomo.
All'epoca ci fu grande fermento per capire cosa fare davanti alla Cattedrale.
Per dieci anni (i due sindacati di Pepe ndr) non si è creduto in quel progetto.
Poi otto anni fa è giunta l’Amministrazione Mastella che ha raccolto questa eredità bonificando quella zona a cominciare dalla eliminazione di quella gru.
L’idea di città noi l’abbiamo, ha ribadito Pasquariello, poi la valuterete quando tra qualche anno sarà completata.
Abbiamo vinto le elezioni e ci assumiamo l’onere di scegliere.
A questo punto è intervenuto il vice sindaco Francesco De Pierro ed il suo dire è stato come un fulmine a ciel sereno, una saetta, mentre oramai si era tutti convinti che la seduta consiliare fosse finita.
Ed invece non è stato così.
Negare il fatto che questa sia una città che cresce e che avanza ed in tutti in suoi aspetti, significa non credere a ciò che si vede, ha detto con piglio forte e deciso De Pierro.
Sono sotto gli occhi di tutti gli sforzi che stiamo facendo per superare le vergogne e le incompiute lasciateci in eredità tra cui piazza Orsini. Sono tutti problemi di cui nessuno si è preoccupato.
La vostra era veramente un'architettura fuori del tempo in rappresentanza di tutto quello che non è stato compiuto.
La nostra Amministrazione ha detto ancora De Pierro sta superando tutte le criticità.
Poi rivolto a Miceli gli ha detto: Quando era lei assessore all’Urbanistica con la Giunta Pepe, che ha fatto? Stia certo che per quello che è successo oggi in Aula saranno redarguiti gli uffici.
Ma minimizzare gli sforzi amministrativi che stiamo facendo, a partire dal sindaco Mastella che viene più riconosciuto fuori che in città, non ve lo consentiamo perché non è giusto.
Ed è stato qui che è partito un vemente attacco di Perifano nei confronti di De Pierro.
Non siamo in grado di valutare le qualità di un progetto?
La città si interroga nell'ambito dii un dibattito in cui siamo approcciati con una intelligenza critica e dunque è stato completamente inutile fare questo intervento che è solo di propaganda politica, ha detto Perifano rivolto a De Pierro il quale ha subito risposto: Io non faccio propaganda.
Perifano ha proseguito dicendo di non essere d’accordo con l’intervento all’Arco di Traiano, un obbrobrio. State inseguendo da mesi una soluzione che non arriva e quando arriverà servirà solo a sminuire il prestigio del monumento.
Piazza Santa Maria sta dove stava ed anche il parcheggio delle auto. Lì avete solo realizzato una baracchetta senza neanche un  servizio igienico. Segno che non ci credete nemmeno voi.
Questo tentativo di attaccarci con veemenza e livore, è segno solo di debolezza politica, ha concluso Perifano, che dura da quando è cominciata la consiliatura.
Quale accordo di programma avete fatto firmare a Mastella?
Noi responsabilmente abbiamo agito per evitargli grossi problemi e voi volete chiudere la seduta con una rampogna politica che non ha alcun senso.
Noi facciamo opposizione alla logica amico-nemico.
Sin qui Perifano ma la seduta non è finita lì perché l'opposizione ha attivato una nuova tecnica consiliare, la dichiarazione di voto a cui hanno fatto ricorso tutti allungando i tempi della discussione di oltre un'ora, proprio per lanciare, ci è stato detto, un segnale forte a De Pierro.
Rosetta De Stasio ha detto che qui in quest'Aula si fa politica e non la campagna elettorale e l’intelligenza in questo momento avrebbe imposto di tacere, ha detto rivolta a De Pierro.
Abbiamo preso atto delle opere inaugurate. Peccato che tutte hanno goduto di finanziamento.
Questo per dire che se fosse stato eletto un altro sindaco al posto di Mastella, sarebbe stato lo stesso, i soldi sarebbero arrivati comunque.
Quando si parla della fontana alla stazione centrale, anch'essa tanto criticata, ci vogliamo ricordare chi l’ha fatta?
Starei attento a giudicare le cose, ha proseguito De Stasio.
Dieci anni fa ero dalla parte che oggi ritengo sbagliata, ha risposto De Pierro a proposito della sua permanenza nel Partito Democratico e nella maggioranza con Fausto Pepe.
Il sindaco Mastella, ha proseguito De Stasio, non ha dato segnale di distensione ma ha capito che la cosa poteva finire male perché l’errore era gravissimo e ne ha preso atto. Questo fa parte della sua intelligenza politica. L’intervento fatto da Pierro poteva essere evitato anche perché si rivolge ad una opposizione, ha concluso De Stasio, che è stata votata da circa la metà della città.
Giovanna Megna ha detto che bisognerebbe avere l’intelligenza ed il garbo e di cogliere quando l’opposizione dismette l’asprezza e cercare di essere più diplomatici.
Potevamo stare zitti ed andare in altri luoghi a far capire la gravità del fatto. La prossima volta non saremo più così diplomatici.
Angelo Moretti ha sottolineato come abbiamo Pasquariello che ha approvato il palazzo a piazza Duomo e De Pierro che ha approvato con la giunta Pepe la fontana della stazione centrale (De Pierro ha però negato ndr). Questo è il problema.
Luigia Piccaluga ha anticipato il suo voto contrario anche per sottolineare l'inopportuno intervento di De Pierro.
Giovanni De Lorenzo ha detto che più volte abbiamo sollevato problemi e più volte siamo ritornati in Consiglio perché avevamo ragione. MI sarei aspettato da De Pierro una reprimenda ai suoi di maggioranza non a noi. Noi abbiamo evitato che accadesse qualcosa di molto grave ed al posto di prendersela con chi non ha letto le carte ha attaccato noi e non gli altri.
Francesco Farese ha detto che oramai assistiamo alla strategia dell’eterno annuncio. De Pierro ha annunciato provvedimenti seri nei confronti di chi ha combinato oggi questo poco di buono ma lo aveva annunciato anche per le schifezze con i debiti fuori bilancio.
Lo stesso è stato sul doppio parere del Collegio dei Revisori e la nota alla stampa dei capigruppo di maggioranza che attaccavano l'opposizione in maniera violenta.
Una strategia imbarazzante perché autolesionista e priva di qualsiasi forma di difesa.
Il segretario generale poi che palesa una posizione politica quando ha detto che la maggioranza non avrebbe ritirato l’atto ed invece così è stato.
L'unico interesse che abbiamo è che le cose si facciano come si deve. Possibile che nessuno abbia letto quei documenti? Per il futuro fatelo, ha concluso Farese.
Marialetizia Varricchio ha sottolineato: Siamo stati propositivi ed è brutto sentirsi dire dal vice sindaco che siamo sempre contrari.
Mignone per la maggioranza ha detto degli interventi poco gratificanti nei confronti di tutti e della nostra Assise. Non accetto sentir dire che noi della maggioranza non siamo attenti.
Lavoriamo nell'interesse della città.
Angelo Miceli ha ricordato che il Terminal nell'ex campo del Collegio de la Salle venne cassato dall'Anac con l'ultima ipotesi di progetto di financing.
Le nostre erano amministrazioni che pianificavano tra cui il rifacimento delle mura longobarde, quelle che poi voi avete illuminato.
Oggi De Pierro ci ha parlato solo della logica di adesso vi faccio vedere come si fa, non si lavora così. Il suo intervento è stato fuori luogo.
A questo punto, finalmente conclusa la sfilata di interventi da parte di tutti i componenti della minoranza, si è passati al voto.
L'atto è stato approvato con 18 voti favorevoli e 7 contrari.

 

 

 

 

 

 

 

 

comunicato n.164074




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