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Benevento, 30-04-2022 13:27 ____
Dubbi, perplessita' e furberie sull'uso della Diga di Campolattaro. Del Basso De Caro invita ad essere vigili ed a remare tutti in una sola direzione
Non bisogna dare nulla per scontato. Occorre uno sforzo corale e non attribuzioni unilaterali che non servono a nulla cosi' come non giova parlare di cose che non esistono come una cabina di regia o funzioni vicarie rispetto all'azione del commissario di governo
Nostro servizio
  

Umberto Del Basso De Caro, parlamentrare del Partito Democratico, dinanzi ai giornalisti convocati stamane nella sede del partito, ha espresso tutta la sua preocupazione per la concretizzazione di quanto sancito nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) il cui termine, per la rendicontazione delle opere realizzate, scade il 31 dicembre del 2026.
Si tratta di una cifra enorme disponibile per l'Italia, ben 248 miliardi di euro ed è ben difficile che l'Italia li spenda. Ci sono difficoltà molto serie nei Ministeri, figurarsi nei Comuni, piccoli o grandi che siano.
Insomma, ha detto Umberto Del Basso De Caro, sarei molto vigile ed attento perché nulla è scontato.
E da qui si è passati all'argomento più specifico oggetto dell'incontro e cioè la Diga di Campolattaro con tutte le sue problematiche, che non sono poche, e dove nelle discussioni che si fanno, numerose e spesso imprecise, non si tiene conto del convitato di pietra, una presenza incombente, il commissario governativo, Attilio Toscano, nominato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per la spesa dei circa 500 milioni di euro (in realtà sono 478.000.000 così divisi quanto alla fonte del finanziamento: 100milioni da tariffa; 205milioni dal Pnrr; 173milioni da fondi della regione Fsc 2021-027 e poi ci sono ulteriori 15 milioni di euro su Fsc 2014-2020 per un totale di 493 milioni di euro) previsti per dare funzionalità a quest'opera che insiste sul territorio sannita da oltre venti anni.
Noi aggiungiamo che, prima di proseguire nella cronaca della riunine, non escludiamo affatto anche brutte sorprese da questa vicenda.
Abbiamo capito ora che i soldi che la Regione aveva sempre millantato di aver reso disponibili per questa opera, i famosi 500milioni di euro sbandierati ogni qualvolta giungesse a Benevento un esponente di rango della Regione, non erano sonanti, tanto è vero che si è dovuto attendere il Pnrr per darvi concretezza.
Ora ci accorgiamo, altresì, che quest'opera era stata essenzialmente tarata e pensata per la distribuzione di acqua potabile alla popolazione e niente affatto per il suo uso irriguo utile all'agricoltura.
Forse, a rischio di peccare di presunzione, diciamo che la sveglia l'hanno suonata gli articoli che Roberto Costanzo, un novantenne dalla mente licidissima e politico raffinato, che ancora oggi ne dà di polvere da maggiare ai suoi successori, ha scritto proprio su Gazzetta.
Quando, al termine della esposizione di Umberto Del Basso De Caro e del segretario provinciale del Pd, Giovanni Cacciano, nello spazio dedicato alle domande dei giornalisti abbiamo esternato tutto il nostro rammarico per una vicenda, quella della limitatissima possibilità che si provveda ad utilizzare quell'acqua nel nostro territorio anche per le campagne, un rammarico che per la circostanza che ci vede ancora una volta distratti, come classe dirigente, atteso che questa opera è lì da decenni e che si poteva benissimo indagare e capire dai progetti a cosa servisse.
Non lo si è fatto ed ora sui cerca di correre ai ripari.
Ed aggiungiamo, mettendoci il carico su una questione già di per sé pesante: Non fidiamoci neanche delle rassicurazioni sul fatto che con la entrata in attività della Diga il capoluogo e buona parte del territorio sannita si affrancherà definitivamente dal rifornimento idrico ad uso umano.
C'è qualcuno che negli anni ha brigato su quest'opera ed ora se ne vedono le conseguenze e lo farà ancora.
Non ci vuole nulla, ovviamente semplifichiamo per farci ben comprendere, a mettere in un pozzetto di diramazione (ce ne saranno a centinaia) una chiave d'arresto e poi un pezzo speciale che possa deviare il flusso dell'acqua in una direzione anziché in un'altra.
E chi li vede.
E se e quando questo avverrà che diremo quando ci accorgeremo che la "nostra" acqua finisce altrove? Che la regione (di qualunque segno politico ovviamente) è per noi matrigna, cosa che già sappiamo o che noi siamo imbecilli?
Ecco, anche sotto questo punto di vista, secondo noi ovviamente, bisogna accogliere e tenere conto delle preoccupazioni di Umberto Del Basso De Caro.
Tornando alla cronaca della conferenza stampa, il parlamentare ha specificato che quest'opera dovrebbe andare a beneficio di tre settori: il potabile, l'irriguo e l'idroelettrico.
In quest'ultimo segmento si parla della produzione di energia, quella di cui si va alla ricerca in questi ultimi mesi caratterizzati dalla guerra in Ucraina, con l'intento di abbassare quella percentuale del 45% di risorse energetiche che otteniamo dalla Russia.
Bene la rinegoziazione delle forniture guardando ad altri Paesi ma per andare a regime occorreranno, è stimato, oltre 5 anni e quindi arriveremo a non prima del 2027.
Questo fa pensare che le tante richieste di produzione di energia che giacciono ferme nei Ministeri, ora saranno vagliate e ragionevolmente e celermente autorizzate.perché c'è bisogno di far funzionare le nostre aziende e le industrie.
La preoccupazione, dunque, della spesa dei fondi del Pnrr, non è banale, ha ripreso Del Basso De Caro e la vicenda sta avendo grandi riverberi anche a livello nazionale sui tempi che sono stretti. Anche Giorgia Meloni, a Milano, ha detto che qualcosa va ripensata e che il piano forse va rimodulato alla luce di questi fatti nuovi che sono intervenuti negli ultimi due mesi.
In questo Piano ci sono 3 opere che ci interessano, ha detto Del Basso De Caro, e cioè c'è la Diga, la ferrovia Benevento-Napoli via Cancello ed il rifacimento della Stazione Ferroviaria del capoluogo.
Relativamente alla Diga bisogna interloquire con il commissario che è frutto anche dell'erronea interpretazione del ruolo del Parlamento. Già nella finaniaria del 2018 c'era il Piano degli invasi e con il ministro Delrio, di cui ero collaboratore (sottosegretario ndr) era impegnata la somma di 100milioni di euro a carico della tariffa, cioè degli utenti e quindi di noi tutti, cosa questa che ora si pensa di eliminare e di mettere in capo al Pnrr.
Si disse che la richiesta del Parlamento di nominare un commissario per velocizzare le procedure, fosse irricevibile ma poi non è stato più così.
Una cosa è certa ed è che nell'atto di nomina (che è stato fornito in copia ai giornalisti ndr) non ci sono né cabine di regia, né sub-commissari con funzioni vicarie come pure è stato detto.
Il commissario ha l'obbligo di relazionare ogni sei mesi alla Presidenza del Consiglio dei Ministri che lo ha nominato.
Questa puntualizzazione, ha proseguito Del Basso De Caro, è parsa necessaria anche se il nostro unico interesse non è la polemica ma quello che l'opera si realizzi al più presto e che vada in attività. Poi verrà anche il tempo di pensare alla gestione di quest'opera.
Il parlamentare si è posto anche la domanda riguardo la potabilità dell'acqua con un impianto che sarà realizzato a Ponte, dopo 8 chilometri in galleria.
Perché proprio a Ponte? Per portare più agevolmente l'acqua a Caserta?
Il dibattito sull'uso dell'acqua si deve aprire a partire dalle Associazioni di categoria (presenti alla riuione Gennaro Masiello di Coldiretti e Carmine Fusco della Cia ndr).
Certamente se riuscissimo ad eliminare, per l'uso umano, la dipendenza che oggi abbiamo dal Molise, sarebbe una gran cosa, ma ce la faremo? E chi gestirà quest'opera? Certamente dovrebbe essere la Provincia ma anche gli Enti confinanti visto che la proprietà è dello Stato che ha investito più di 300milini di euro.
E dunque no alle rivendicazioni di primogenitura altrimenti dovremmo andare alla Finanziaria del 2018...
Ora occorre uno sforzo corale e non attribuzioni unilaterali che non servono a nulla.
A questo punto è intervenuto Giovanni Cacciano che ha sottolineato come all'inizio fosse finanziata solo la funzione potabile di quest'acqua mentre c'è voluto un investimento di altri 60milioni di euro per la parte irrigua che serva per 21,5 km il Sannio Alifano visto che sui 19mila ettari di terreno servito da quest'acqua, solo 4mila sono nel Sannio. Questo Consorzio di gestione risparmierà energia di pompaggio per circa 800mila euro l'anno.
Con l'acqua disponibile si possono irrigare anche altri 11mila ettari di terreni del Sannio ma in realtà non ci sono le infrastrutture e non ci sono, per esse, non solo i soldi ma nemmeno le ipotesi progettuali. Nulla.
Si andrebbe a servire, con questo nuovo apporto, la parte di Benevento fino a sotto Paduli con un costo di 30mila euro per ettaro.
Ma se si partisse oggi, ha proseguito Cacciano, occorrerebbero circa 10 anni di tempo e c'è chi dice addirittura che ce ne vorranno 15 di anni.
La Regione lavora per avocare a sé la gestione di tutte le quattro funzioni attribuibili all'acqua contenuta nella Diga.
Sin qui Cacciano.
Quando, come abbiamo detto innanzi, abbiamo manifestato tutto il nostro rammarico per la disattenzione che ci ha caratterizzato, come sanniti, in tutti questi anni, il presidente di Coldiretti, Masiello, ha detto che in realtà è mancato un approfondimentio e che si è parlato, sin qui, per slogan.
Mi sono accorto così, ha proseguito Masiello, che c'era discordanza tra il racconto che veniva fatto ed il dato reale, da qui l'intervento deciso.
L'adduttore dell'importo di 60milioni di euro per l'uso irriguo, non era proprio previsto.
Dopo la nostra protesta si è provveduto ma debbo dire che ci sono ancora molti sordi in questa provincia ed in questa regione.
Tutto la nostra conoscenaz si è basata su un falso racconto.
Anche riguardo la fornitura agli ulteriori 11mila ettari di terreni, una cifra che peraltro mi sembra esagerata così come esposta nello studio di fattibilità, mi accontenerei che fossero anche la metà.

 

 

 

comunicato n.149246




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