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Benevento, 22-02-2017 21:23 ____
I settant'anni del Movimento Sociale Italiano celebrati dall'Associazione Mezzogiorno Nazionale
Fu Cangiano a rivolgersi ad altri quattro suoi amici con i quali fu firmato l'atto di nascita del partito. La sala tiepida con Roberto Prozzo, si esalta alla vista delle immagini di Almirante ma fischia e rumoreggia quando compare Fini
Nostro servizio
  

Prosegue l'attività di Mezzogiorno Nazionale presieduta da Pasquale Viespoli con l'intento di solennizzare le date che hanno contribuito a fare la storia della nostra città.
Così dopo i Settant'anni dall'insediamento del primo Consiglio Comunale ecco che si celebrano, senza effetto nostalgico, ha detto Viespoli, ma onestamente così non è stato, i 70 anni dalla nascita, nel Sannio, del Movimento Sociale Italiano.
Il rischio c'è, ha detto Viespoli nell'introdurre i lavori, di essere concepiti come quelli che vogliono fare una operazione nostalgia.
Noi questo non lo vogliamo fare, ha proseguito l'ex senatore, anche se essa, la nostalgia, è un bene rifugio soprattutto quando il presente va nella direzione che tutti conosciamo.
L'intento allora è quello di fare un'operazione di assunzione di responsabilità riflettendo sulla nostra storia che bene o male appartiene al popolo italiano e dunque riflettere sul Msi significa anche riflettere sul dopoguerra e sulla politica italiana di quel periodo.
Lo dobbiamo fare perché abbiamo anche la responsabilità di quanto sta accadendo oggi con la diaspora della Destra.
Abbiamo il dovere di ragionare del passato per guardare alla prospettiva.
Salvatore Colatruglio che meglio e più di tutti ha interpretato una della caratteristiche meno apprezzate del Msi e del nostro ambiente che è invece fondamentale e mi riferisco all'equilibrio della comunità, la capacità di essere riferimento per tutti.
Viespoli ha infine accennato al fatto che non fosse presente, come invece annunciato, l'ex direttore del Tg2, Mauro Mazza che ha avuto una giornata no.
Ha perso il treno per Beneventio ed alcuni direbbero al riguardo che di treni ne abbiamo persi già molti...
Ultimata la presentazione di Viespoli, non lunga in verità, ha preso la parola Salvatore Colatruglio che è stato peraltro l'ultimo segretario provinciale del Msi ed il primo presidente di Alleanza Nazionale.
Colatruglio è stato molto puntuale nel suo racconto del Msi, una storia che è cominciata 70 anni fa.
Fossimo stati all'epoca, anche per rendere il clima, vi avrei salutati tutti come camerati, oggi vi chiamo più semplicemente amici...
Rotto il ghiaccio, Colatruglio ha ricordato che fu Cangiano a rivolgersi ad altri quattro suoi amici con i quali a casa sua fu firmato l'atto di nascita del Msi.
Erano tutte persone dalla buona condotta tranne uno che era stato condannato a Tripoli perché aveva contravvenuto alle norme sull'oscuramento.
Colatruglio ha subito detto che il suo racconto si sarebbe fermato al Congresso di Fiuggi dove la Fiamma si spense per far nascere Alleanza Nazionale.
Ha dunque ripercorso i soddisfacenti risultati del 1952 allorquando il Msi in consiglio Comunale portò 7 consiglieri che si aggiungero ai 19 del partito momarchico che li portò ad essere in 26 su 40.
In successione furono eletti sindaci del Msi: Zazo, Cangiano, Rivellini e poi D'Alessandro senior.
Sotto il profilo umano erano anche i nostri riferimenti, ha proseguito Colatruglio, ricordando l'ingresso nel partito, in quegli anni, di Giovanni Fuccio, di Roberto Ricciardi oltre che il suo.
La prima sede del movimento politico fu in via Erchemperto, a piazza Roma e fu affittata grazie alla garanzia che prestò il sindaco Giuseppe D'Alessandro.
Colatruglio ha quindi parlato di Antonio Guarra, parlamentare dal 1963 e deputato per 7 legislature.
Nel 1964 ci fu anche l'elezione di Fuccio al Comune di Benevento e dello stesso Colatruglio a San Bartolomeo in Galdo, suo paese d'origine.
Poi si è parlato dell'ingresso nell'Assise cittadina di Simonetta Rivellini che poi si tirò indietro per favorire l'ingresso di suo marito Pasquale Viespoli.
E qui è scattata in sala la "rivolta rosa, come l'ha definita Viespoli.
Simonetta non lasciò lo scranno di consigliere comunale doverosamente, ma più semplicemente volontariamente.
Era l'epoca in cui per fare propaganda Luigi Bonelli affermava: Il mammo e la mamma votano Fiamma, quel Bonelli che è stato segretario provinciale del Msi sino all'avvento di Viespoli.
Colatruglio ha ricordato anche il sacrificio di Roberto Prozzo alla candidatura al Parlamento pur sapendo che il partito fosse in quegli anni al suo minimo storico.
E qui alla citazione del nome di Prozzo uno solo del pubblico ha accennato all'applauso ma Colatruglio di rimando: E fatelo l'applauso a Prozzo perché lo merita...
Nel 1993 Viespoli diventa sindaco di Beneventio e questa vittoria fu il risultato di uno sforzo corale e della rinuncia alla presentazione del simbolo di partito.
In conclusione del suo excursus storico Colatruglio ha detto: La memoria non va chiusa in un astuccio ma la si consegna a chi è degno di conservarla.
Ora bisogna riprendere quel percorso. E' il momento di ricominciare.
A questo punto è stato proiettato il docu-film "Msi Settanta Anni. La Casa dei Padri", della durata di 36 minuti, realizzato dalla Fondazione Alleanza Nazionale.
Lì sono comparse figure storiche della Destra italiana.
All'uscita di Giorgio Almirante tanti applausi, ma non appena è comparso Gianfranco Fini solo fischi e disapprovazione.
A chiudere i lavori, in tarda serata, è stato Gennaro Malgieri il quale ha ribadito che la storia del Msi, nel Sannio, è esemplificata dalle idee e dagli ideali a cui siamo rimasti fedeli e che abbiamo cercato di trasmettere con passione nelle piazze, alle gente e nelle istituzioni.

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

 

 

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