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Benevento, 18-01-2017 08:01 ____
Piero Mancini ateo non individualista, parla di papa Francesco come di un uomo capace di legge e capire i nostri tempi
Sarebbe interessante meglio capire la Teologia della Liberazione per meglio capire come costruire la resistenza al neoliberismo anche nella nostra citta' e provincia
Redazione
  

Piero Mancini (foto), ateo non individualista, parla di papa Francesco, un uomo capace di legge e capire i nostri tempi.
"Caro direttore - scrive - anche questo Natale è stato vissuto dai cattolici come sempre: pranzi e regali.
Del resto, la consuetudine deve essere rispettata: la festa immutabile presuppone una recita con ruoli ben definiti.
Eppure la Chiesa, da quando Bergoglio è stato incaricato di guidarla, vive momenti febbrili.
Il Papa, venuto dall'America Latina, con dichiarazioni e documenti, mostra di saper leggere meglio di altri leader mondiali il presente e di evidenziare le contraddizioni lancinanti insite in un sistema economico che produce tragedie per interi popoli.
Anche chi non è cattolico segue i suoi ragionamenti: un sondaggio, effettuato nei primi giorni di gennaio dall'Istituto Demopolis, ha rilevato un gradimento del 68% fra i non credenti.
Più volte ha denunciato i gravissimi guasti provocati "dall'economia che uccide".
La denuncia è fortissima.
Quanti cattolici si sono chiesti, e/o hanno capito, a cosa si riferisce?
Bergoglio, ha visto e vissuto la tragedia dello sfacelo sociale ed umano provocato dal neoliberismo in tutta l'America Latina, negli anni Settanta, quando in Europa ancora la liberal democrazia garantiva, con il welfare, anche alle fasce più deboli e povere della popolazione, la dignità umana.
Il cinico e disumano neoliberismo, imperante oggi in Europa, questo non lo garantisce più.
La dignitosa povertà si è degradata in umiliante miseria.
Milioni di esseri umani che, fino a pochi anni or sono, vivevano senza particolari problemi sono prigionieri di un degrado insopportabile.
Umanamente e socialmente inaccettabile.
"I miserabili", di Victor Hugo, non è più un romanzo storico-sociale dell'Ottocento, ma un drammatico documento che bene illustra la diffusa realtà odierna.
Questo denuncia il papa con trasporto, mentre un cinico ministro, al completo servizio degli interessi economici e politici del neoliberismo, deride e offende le migliori giovani intelligenze del nostro paese, costrette a migrare per sopravvivere, proprio come i migranti che, a rischio della vita, arrivano sulle nostre coste, e che il papa implora di ben accogliere.
Per questo, il papa è diventato un punto di riferimento, anche politico, per la stragrande maggioranza degli italiani, mentre i ministri renziani, che ancora governano con strafottenza, sono sempre più invisi.             Bergoglio, da uomo colto e sensibile non ha dimenticato le sofferenze patite dagli argentini, dai cileni e da tutti gli altri popoli sud americani.
Quelle stesse sofferenze che, con grande dolore, è costretto a veder manifestarsi oggi anche nel nostro paese.
Nel nostro paese, il neoliberismo, per la sua penetrazione, non è stato costretto a organizzare i cruenti colpo di stato con cui si impossessò dei paesi sud americani, ma le nefaste conseguenze economiche per la popolazione sono identiche: "l'economia che uccide".
Ricorda, il papa, le uccisioni dei suoi fratelli, finanche mentre officiavano sull'altare, come l’arcivescovo Oscar Romero, da parte di gruppi paramilitari dell'estrema destra salvadoregna.
Molti uomini di chiesa tentarono di resistere al disumano neoliberismo con la Teologia della Liberazione, coscienti del prezzo, la loro vita, che sarebbero stati costretto a pagare.
Durante la grande abbuffata, dopo aver ascoltato le parole del papa, il 31 dicembre, mi chiedevo: quanti cattolici beneventani sono a conoscenza della strage, sempre in Salvador, di sei padri gesuiti dell’Università Cattolica e delle due cameriere, compreso il conosciutissimo, in tutta l'America Latina, rettore Ellacuria?
L'alto comando dell'esercito salvadoregno, per commettere questo crimine infame, utilizzò il famigerato battaglione Atlacatl, formato da spietati terroristi dei estrema destra, che hanno assassinato migliaia di oppositori, (ecologisti, sindacalisti, operai, studenti, insegnanti, scrittori, poeti, politici e uomini di chiesa), che avevano commesso "il gravissimo reato" di denunciare le aberrazioni del neoliberismo ed aver organizzato forme di resistenza sociale ed umanitaria.
Quanti cattolici sanniti conoscono la Teologia della Liberazione?
Anche se Bergoglio non è stato parte integrante di questa corrente teologica, che tanta importanza ed influenza sulle coscienze ha avuto negli stati latinoamericani, pure mostra, oggi, di condividerne molte istanze.
Sarebbe interessante, approfondire questa tematica, per meglio capire come costruire la resistenza al neoliberismo anche nella nostra città e provincia.
Benevento, pochi anni or sono, era una tranquilla città di provincia.
Oggi, è già una povera città di provincia.
Nel futuro immediato, rischia di diventare, se non vi sarà la necessaria resistenza sociale, una misera e dolente città di provincia.
E' necessaria una forte resistenza collettiva e sociale, che superi lo schifo della pura gestione personale della cosa pubblica; delle spartizioni delle poltrone per favorire l’interesse privato a discapito dell’intera comunità.
Ciò può avvenire solo superando steccati e rompendo i recinti identitari, nei quali ci si è rinchiusi.
A volte costretti, ma anche volontariamente.
Perché la creazione dei recinti è obiettivo del neoliberismo che tende ad annullare la capacità di umana solidarietà fra diversi, in favore di una competizione di singoli contro singoli o/e di gruppi contro gruppi, sempre più feroce.
Da cui nessuno uscirà vincente.
Tutti sconfitti, al cospetto del neoliberismo imperante".

comunicato n.98750



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