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Benevento, 17-01-2017 14:39 ____
Alla Rocca dei Rettori si e' insediato il nuovo Consiglio Provinciale con un accenno di maretta nella "minoranza"
Il presidente Claudio Ricci auspica la collaborazione di tutti nell'interesse del territorio. Il consigliere Luigi De Nigris: Dipendera' da lei ottenere da noi una cooperazione istituzionale
di Diego De Lucia
  

Nel giorno del suo insediamento dopo le elezioni del 10 gennaio scorso, il Consiglio provinciale di Benevento ha approvato all'unanimità, su proposta del presidente della Provincia, Claudio Ricci, la richiesta dello stato di calamità naturale alla Regione Campania ed al Ministero dell'Agricoltura per far fronte, così, all'emergenza neve che ha segnato questo inizio d'anno.
La Provincia, quindi, ha formulato voti, così come ha già fatto ieri il Comune capoluogo, per un sostegno finanziario a questa ennesima crisi che ha colpito il territorio.
Dal punto di vista della concretezza degli atti, è stato l'unico deliberato del nuovo Consiglio, che per il resto si è intrattenuto in adempimenti formali, che pure hanno, però, un'importanza sostanziale.
La convalida, come di solito accade nella prima seduta di ogni Assemblea elettiva, non ha riservato sorprese.
Il dato di fondo è il pareggio tra le due colazioni Pd-Area Popolare, da un lato, e Noi Sanniti per Mastella e Forza Italia, dall'altro, che hanno eletto, entrambi gli schieramenti, cinque consiglieri ciascuno.
La legge che regola le Province, la numero 56 del 2014, ha imposto il cambio in corsa del Consiglio provinciale: mentre infatti il presidente eletto ad ottobre 2014, resta in carica quattro anni, l'Assemblea ha solo due anni di vita.
Alle elezioni dello scorso 10 gennaio, il Pd ha ridimensionato il proprio ruolo in Consiglio cosicché sarà il voto di Ricci, cioé del presidente in carica, a fare da ago della bilancia.
D'altra parte va detto che si è registrato subito un significativo distinguo di posizioni politiche allorché l'unico consigliere di Forza Italia, Carmine Montella, nell'illustrare la sua posizione, è sembrato voler essere più morbido dei suoi colleghi mastelliani nei confronti del presidente Ricci e del Pd.
Montella ha dichiarato che non "farà opposizione a prescindere", ma subito il sindaco di Ceppaloni e riconfermato consigliere provinciale, Claudio Cataudo, ha fatto osservare al collega forzista che "Noi Sanniti per Mastella" non si sente affatto gruppo di minoranza rispetto agli altri.
Insomma, i rumors dicono di un approccio politico in corso tra forzisti e democrati, tanto è vero che il leader di "Noi Sanniti" e cioé lo stesso Mastella ha già lanciato un chiaro avvertimento ai suoi alleati al Comune di non fare scherzi.
Chi vivrà, vedrà come si evolverà la situazione all'interno del centrodestra; mentre dall'altra parte, finora, regge l'asse Pd-Area Popolare, rappresentata da Francesco Maria Rubano. 
Per quanto riguarda l'insediamento vero e proprio del nuovo Consiglio, c'è stato subito l'annuncio della costituzione dei gruppi e la nomina dei rispettivi capogruppi.
Il capogruppo del Pd sarà Giovanni Campobasso, suo vice Giuseppe Di Cerbo.
Mentre per la lista Noi Sanniti capogruppo è Luigi De Nigris, vice Angela Papa.
ll consigliere Montella è il capogruppo di "Forza Italia”, che del resto ha un solo rappresentante; (a questo punto ha reso la sua dichiarazione che ha lasciato qualche perplessità nei mastelliani: “Noi non siamo pura opposizione a prescindere, ma valuterò di volta in volta i provvedimenti in esame. Auspico il rilancio dell'Ente e la reintroduzione del voto popolare").
Il consigliere Francesco Rubano di "Benevento Popolare" è stato indicato come capogruppo anch'egli di se stesso.
Quindi, si è passati alle comunicazioni di Ricci che nel suo intervento ha rimarcato: "Non siamo qui in Consiglio in maniera autoreferenziale.
Rispondiamo, infatti, ai cittadini sanniti che vedono e continuano a considerare la Provincia come un punto di riferimento della loro azione quotidiana.
In questi due anni dal 2014, quando mi insediai, molto è cambiato.
La nostra mission di presidente e di consigliere era indicata da una riforma costituzionale che si andava delineando e che poi sarebbe stata approvata dopo qualche mese dal Parlamento: Tutte le parti politiche pensavano che si dovesse accompagnare la Provincia ad sorta di dismissione.
Il presidente pareva dover fare da commissario liquidatore ed il Consiglio avrebbe dovuto accompagnare la dismissione dell'Ente in quanto il dibattito politico questo diceva.
In questi due anni, abbiamo difficoltà enormi a far fronte alle stesse competenze residuali affidate dalla legge Delrio".
Ha ricordato, quindi, le innumerevoli difficoltà riscontrate in questo percorso istituzionale: "La storia ci dice che in due anni abbiamo dovuto dismettere circa metà del personale dipendente.
250 dipendenti erano in servizio nel 2014; oggi ne sono 150: questo era il dettato della legge.
Si provi solo ad immaginare una cura dimagrante di questa portata.
In questo stesso periodo i tagli statali sono stati nell'ordine di 30 milioni di euro, pari a 60 miliardi di vecchie lire.
In questo quadro, tutti gli edifici delle Scuole Superiori sono di competenza della Provincia: noi vi abbiamo provveduto a tenere aperte le nostre scuole.
La rete stradale provinciale ammonta a 1.300 chilometri: la manutenzione ordinaria è stata decurtata del 160%. Conosco il grido di dolore che quotidianamente proviene dai sindaci".
Poi ha aggiunto: "Anche in questi giorni di emergenza meteo io stesso oppure i funzionari riceviamo decine e decine di telefonate di richiesta di aiuto, ma noi soltanto per acquistare il sale sofisticato abbiamo dovuto fare i salti mortali e qualcuno di noi si è assunto responsabilità micidiali.
Le risorse sono pari a zero, ma quello che si deve fare si deve fare.
Però la magistratura contabile è dietro l'angolo ad analizzare i nostri comportamenti.
Siamo ad un bivio: cerco di salvaguardare la mia incolumità giudiziaria e contabile come amministratore e lascio una comunità in difficoltà; oppure mi assumo responsabilità per intervenire a favore della nostra comunità?"
Il presidente ha poi chiarito: "Mi sentivo come un medico chiamato al capezzale di un malato terminale.
Mi veniva chiesto di accompagnare alla fine il morente senza farlo soffrire. Ma ora è cambiato tutto dopo il referendum (che Ricci ha però sostenuto ndr).
Dobbiamo far recuperare smalto alla Provincia per volontà popolare.
La Provincia continua ad essere un organo costitutivo della Repubblica e dunque non deve essere più dismesso e dunque noi abbiamo il compito di risollevare dal letto un malato che non è più terminale, è guarito, ma è debilitato, ha perso chili".
Poi Ricci ha aggiunto: "Ci vuole spesso più coraggio a votare contro che a favore.
Sto da una parte precisa, non mi nascondo, non sto con due piedi in due scarpe.
Ebbene io voto a favore del territorio: certo ci possiamo dividere politicamente, ma noi siamo qui per portare a compimento una missione politica nel senso più nobile del termine".
Il presidente ha, poi, ammonito: "Farci passare da abusivi non lo accetto, perché, secondo alcuni, noi non saremmo i rappresentanti della volontà popolare.
Il fatto è che noi siamo qui perché questo è stato il contesto normativo.
Io, peraltro, come alcuni di voi, sono stato consigliere provinciale eletto dal popolo.
Ma elezioni di II livello non significa un vulnus alla democrazia, non è così.
Non possiamo avere il piombo nelle ali.
Il presidente della Repubblica, il presidente del Consiglio sono tutti eletti in II livello.
Lo stesso accade per i presidenti delle Comunità Montane.
Certo: io sono per il ritorno al voto popolare per le Province".
Ricci ha poi illustrato i suoi obiettivi: "Dobbiamo mettere mano da subito ad una sorta di ricognizione sulle Scuole, inventarci tutto ciò che è possibile per mettere in sicurezza i nostri edifici è la priorità delle nostre priorità; dobbiamo avere subito un confronto con tutti i sindaci per un progetto che sia funzionale al Sannio sul tema della viabilità avendo ben presenti le diversità territoriali presenti sul nostro stesso territorio. Abbiamo diversità tra Valle Caudina, Valle Telesina, Valle del Fortore: rispetto a tante diversità dobbiamo dare risposte adeguate.
La giustizia non significa trattare tutti allo stesso modo, ma avendo ben presente che non siamo tutti eguali le stesse risposte non possono essere date dappertutto.
Il terzo punto è la delega alla gestione della rete museale, avuta dalla Regione, che non è esattamente dire che abbiamo la delega alla Cultura, ma molto ci si avvicina.
Noi dobbiamo dare forte slancio alla rete dei nostri Musei.
Noi ci dobbiamo confrontare con il napolicentrismo che è una condizione che è avulsa dal discorso politico: noi abbiamo però delle grandi risorse che possiamo girare a nostro favore.
Possiamo partire da un territorio ancora integro, l'ambiente, l'agricoltura, le nostre punte di eccellenza: su questo si deve misurare la politica.
La politica deve creare le condizioni affinché i processi di sviluppo si mettano in moto.
Possiamo e dobbiamo riappropriarci di alcuni ruoli anche di capacità di confronto dialettico con la Regione, prima ancora che con il Governo".
Infine ha esortato: "Con fede, passione e volontà si fanno meglio le cose in cui si credono.
Le cose si fanno con il cuore.
Non possiamo lavorare con freddezza ed asetticità.
Sono sicuro che in questo Consiglio provinciale con la passione di ciascuno di voi, come già fatto in quello appena trascorso, faremo qualcosa di buono per il Sannio".
Il consigliere Cataudo ha contestato Ricci lamentatore: "Il suo è stato un discorso pieno di passione, di orgoglio e di dignità istituzionali, ma non sono state svolte le linee programmatiche del lavoro amministrativo che ci attendevamo.
Saluto tutti i consiglieri, in particolare l'unica collega donna presente.
Molti tra noi sono stati rieletti e, dunque, ritengo che si sia lavorato bene.
Sono cosciente del fatto che due anni or sono dovevamo liquidare l'Ente ed eravamo stati eletti in elezioni di II livello; poi il consigliere provinciale non aveva reali poteri rispetto al ruolo monocratico del presidente.
Il referendum ha bocciato le riforme costituzionali e, dunque, anche le stesse proposte del Pd contro la Provincia".
Poi ha attaccato: "Il Partito Democratico non ha una maggioranza di parte, ma di coalizione e questa maggioranza si regge solo sul voto del presidente.
C'è parità tra gli schieramenti di centrodestra e di centrosinistra; non mi sento dunque in minoranza, né lo è il mio Gruppo".
Ha quindi precisato: "Dal monocolore precedente del Pd di 6 a 4 si è passati a 4 esponenti del Pd, solo Benevento Popolare può garantire il centrosinistra.
Il mio gruppo da uno è passato a 4 e questa è una realtà".
Sull'Ente il sindaco di Ceppaloni si è detto convinto: "Dobbiamo ridare forza e dignità a questo Ente.
E' vero che i trasferimenti statali sono stati tagliati; il personale è stato ridotto del 50%; le materie non sono state discusse in sede di Conferenza Stato-Regioni; noi poi come Provincia di Benevento abbiamo finanziato anche interventi per materie non fondamentali. Riconosciamo questo con onestà intellettuale, la stessa che ci ha consentito di far approvare alcuni provvedimenti che ci sembravano importanti per il Sannio.
La stessa onestà e la stessa correttezza non le abbiamo riscontrate nel Pd; abbiamo lavorato per gli Statuti ed i Regolamenti, ma oggi crediamo che debbano essere rivisti e potenziati questi strumenti di lavoro istituzionale.
Lo scorso giugno con la sconfitta del Pd a Benevento ed in altri centri, il presidente della Provincia, Ricci, ha assunto un atteggiamento di natura più partita e politica rispetto al passato, inasprendo i conflitti; noi, invece, ci siamo sempre tenuti fedeli alla nostra linea.
Chiediamo ora che si lavori nelle Commissioni Consiliari, le Conferenze dei capogruppo e di tutti gli organi di discussione democratica. In ogni caso io continuerò ad esercitare il mio ruolo con rigore senza alcuno sguardo preconcetto.
Comunque, chiederò una maggiore attenzione per le periferie che vivono un'oggettiva difficoltà, in particolare sulla viabilità (ha indicato il tema della frana di Arpaise).
Effettivamente 500mila euro sono troppo pochi per la manutenzione stradale; mentre 75mila per il sale sofisticato sono davvero pochi; non c’è stata data risposta vera per il contenzioso; mentre per le Scuole spendiamo forse troppo, anche per altri servizi egualmente paghiamo troppo; abbiamo assistito alla fine di Art Sannio, alla perdita di posti di lavoro ed anche Sannio Europa versa in gravi difficoltà.
Mi rendo conto delle difficoltà del Bilancio, ma dobbiamo essere pronti a smettere le nostre casacche di partito per lavorare per il Sannio.
Siamo disponibili a questo".
Il consigliere Giuseppe Bozzuto dello stesso Gruppo ha detto: "Il problema principale sul quale focalizzeremo la nostra attività è senz'altro quello della viabilità provinciale.
A sostenermi è stato un gruppo di amministratori molto unito con obiettivi ambiziosi che spero si traducano in realtà nei prossimi anni.
La mia comunità, Castelpagano, non esprimeva un consigliere da circa 40 anni.
Darò il mio contributo per quello che mi compete: cercherò di evitare atteggiamento precostituiti cercando di rappresentare al meglio la cittadinanza dell’intera provincia.
La proposta di soluzioni penso sia il modo migliore per fare politica".
Il consigliere Carmine Montella: "Mi auguro che alle parole del presidente seguano i fatti.
Valuterò, di volta in volta, gli argomenti che porterete in Consiglio e li affronterò nell'interesse del Sannio.
Ringrazio, in particolare, Nunzia De Girolamo ed i consiglieri che mi hanno votato e porterò, in questo Consesso, la mia esperienza di 13 anni di sindaco.
Lavoreremo da domani per il bene della nostra provincia e delle loro comunità".
Il consigliere Giovanni Campobasso del Pd ha dichiarato: "Esprimo il mio ringraziamento alle liste che hanno consentito la nostra elezione.
Mi riallaccio al discorso del presidente, che condivido in pieno: cerco la sintesi, soprattutto in questo periodo di crisi.
Le fazioni danno solo effetti negativi sulle nostre comunità.
Proseguiamo nella normale dialettica volta a trovare le soluzioni ai problemi, con un animo di collaborazione".
Il consigliere Francesco Rubano ha detto: "Sono onorato di rappresentare il territorio del Sannio.
Sono il consigliere più giovane e questo requisito mi impone di portare entusiasmo all’azione che intendiamo mettere in campo, cercando di trovare sempre una sintesi per la risoluzione delle problematiche perché la politica si eleva quando riesce a trovare convergenza.
Con umiltà, legalità, passione ed onestà cercherò di portare il mio contributo all’interno di questo Consiglio provinciale".
Il consigliere Papa ha detto: "Sono l'unica donna: Ciò mi gratifica ma mi carica di una doppia responsabilità che mi auguro di rappresentarla al meglio.
Ho ricevuto un voto di stima ed affetto e cercherò di essere, con impegno e determinazione, vicino alle difficoltà che persone come noi viviamo tutti i giorni amministrando le nostre comunità.
Auguro a tutti voi di lavorare insieme, in sinergia, per essere produttivi con un lavoro di controllo amministrativo ma nell’interesse delle comunità sannite".
Il consigliere De Nigris ha detto: "Sono onorato di far parte di questo gruppo e per me sarà un’occasione forte di dare il mio contributo di su temi quali la viabilità provinciale.
Non mi piace questa legge che distingue tra cittadini ed amministratori e tra gli stessi amministratori (il peso ponderato diverso): ci accingiamo, però, ad una nuova esperienza.
Trovo aberrante questa enfasi del Pd sulla presunta vittoria, perché il Pd ha votato per approvare la riforma Delrio, che è stata bocciata dai cittadini che al 67% hanno spazzato questa riforma.
La Legge Delrio è incostituzionale perché oltretutto non ha risparmiato sullo 0,0004% della spesa corrente e le Province si sono dovute trasformare in gabellieri perché prendono le tasse ma non reinvestono.
Non mi sento di minoranza perché siamo in questo Consiglio alle armi pari: siamo per un'opposizione dialogante con gli strumenti che le Commissioni ci consentono.
Presidente, dipenderà molto da lei se vorrà consentire che tra di noi avvenga un contatto ed una cooperazione istituzionale".
Il consigliere Giuseppe Di Cerbo ha affermato: "Non possiamo continuare a giocare sui numeri, anche se siamo effettivamente 5 a 5, vorrei sottolineare che sulle percentuali noi siamo al di sopra.
Però quando il Pd governava al Comune di Benevento, noi eravamo anche qui al governo della Rocca cosa che continuiamo a fare.
Questo non significa che noi vogliamo essere i primi della classe.
Noi vogliamo un confronto serio e serrato: chi vince ha il dovere di amministrare, chi perde ha il dovere di fare opposizione e di controllare.
Anche io ho perso le elezioni e ho fatto questo.
Noi dobbiamo assolvere il nostro compito che è quello di evitare i proclami, ma dobbiamo lavorare per il territorio.
Esercitiamo questa funzione amministrativa non per mestiere, ma sostenuti da una comune passione politica; siamo i portatori di valori che non sono più quelli di una volta; attraversiamo un periodo di grande difficoltà, un periodo di pesante crisi economica: proprio per questo dobbiamo lavorare insieme affinchè domani non ci dobbiamo piangerci addosso.
Riprendiamo il nostro orgoglio di sanniti".
Esaurita la discussione, Ricci ha chiesto al Consiglio "Voti alla Regione e al Ministero dell'Agricoltura per la richiesta di dichiarazione dello stato di calamità naturale a seguito delle nevicate dei giorni scorsi".
La votazione è stata unanime e la seduta è stata, così, sciolta.

Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.

 

 

 

 

 

 

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