Benevento, 09-01-2017 14:21 |
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Giovanni Zarro commenta la decisione dei consiglieri comunali del Movimento Cinque Stelle circa le votazioni di domani
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Redazione |
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Giovanni Zarro (foto) commenta la decisione dei consiglieri comunali del Movimento Cinque Stelle circa le votazioni di domani.
"I giornali - scrive - danno la notizia che domani, martedì 10 gennaio, i consiglieri comunali del M5S si asterranno dalle votazioni per la elezione del Consiglio provinciale.
Rinforzeranno la decisione con un flash mob, ai piedi della Rocca.
La motivazione?
Non si partecipa alla votazione, perché è uno "spettacolo indecoroso".
O, altrimenti, perché "è la casta che celebra se stessa".
Sulla decisione dei consiglieri pentastellati, qualche parola va spesa.
Come si nota nel pensiero spot dei consiglieri del M5S non c'è richiamo, ad una riflessione sulla Provincia, sulla sua natura, sulle sue funzioni, sul suo perché!
E neanche sulla legge che disciplina il passaggio di martedì.
Né alle conseguenze del Referendum del 4 dicembre scorso.
Questi elementi, fondativi, della politica non interessano al M5S!
Agli esponenti di quel movimento è sufficiente intercettare gli "umori populistici" del nostro popolo e battere la "gran cassa" su quelli.
Il M5S, invero, si pone sullo scacchiere politico italiano, in conseguenza sannita, come un partito senza radici e senza riferimenti politici culturali forti.
In linea con i fondamentali della nostra Repubblica.
La reazione alle elezioni del Consiglio provinciale ne è una riprova.
Il punto essenziale cui sfuggono i consiglieri Cinque Stelle, è questo.
Chi deve gestire le funzioni territoriali di area vasta?
Le funzioni di prossimità sono in capo al Comune. La funzione legislativa territoriale è in capo alla Regione. Le funzioni amministrative di rango regionale, sono in capo alla Regione e le altre? Chi deve gestirle?
Risponde la Carta, l'Ente locale che più vicino al Popolo.
Dunque?
Ancora il Comune e la Provincia.
Quale spettacolo indecoroso, dunque? Quale casta che celebra se stessa? Si rispetta la Costituzione e la legge!
Ancora.
I Cinquestelle non hanno metabolizzato i risultati del Referendum e la loro gestione.
Se avesse vinto il sì, oggi saremmo davanti ad un decreto che avrebbe annullato le votazioni, avviate le procedure per la liquidazione della Provincia e, contestualmente, avrebbe aperto il cantiere dell'Area Vasta.
Ha vinto il no.
E, in conseguenza, siamo in un guado.
Da una Provincia in corso di cancellazione ad un Provincia che dovrà essere riprogettata. In questo guado va rispettata la legge. E la legge comanda le votazioni! Dunque?
Quanto a questo fatto: le votazioni, appunto, cosa chiedono i Cinque Stelle di non votare? Di violare la legge? Di stracciarla? Di metterla sotto i piedi? Astenersi rispetto ad un obbligo di legge, è viltà isituzionale!
Se non fossimo in sede politica, integrerebbe un reato.
La verità è che i Cinquestelle ma non solo loro, non hanno fatto, ancora, i conti, fino in fondo con il valore della statualità democratica; né, fino in fondo, i conti con la Costituzione.
Ed i suoi comandi. Recitano la politica. E fabbricano spot!
La politica, per loro, parte e finisce lì.
C'è un’altra cartina di tornasole che svela il significato dei comportamenti penta stellati.
Il divorzio con Farage e il matrimonio con Alde.
Perché Grillo aderisce al gruppo Alde?
Perché così si diventa il terzo gruppo del Parlamento Europeo. Non per altri motivi! Come si vede un discorso di potere.
E non delle fondamenta del potere.
Non una parola sul significato dell’adesione al Gruppo Alde.
Sul significato di aderire ai liberali e sul contributo, da questi, dato alla statualità moderna.
Non una parola su quegli uomini e su quelle idee che hanno "costruito" lo stato di diritto.
Le prime costituzioni gli europei le hanno concepite in quel contesto culturale e politico.
Ci sarà tempo per valutare l'accordo che si converrà tra i Grillini ed Alde.
Ci sarà tempo per valutare gli argomenti che, in questa settimana Casaleggio, discuterà con i suoi parlamentari grillini europei.
Di certo, se tanto mi da tanto, il M5S, mutato il vento di "questo populismo", si avvia ad imboccare, mestamente, la strada che fu dell’Uomo qualunque.
Mutatis mutandis et servatis servandis".
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