Benevento,, 30-06-2016 22:39 |
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Don Luigi Ciotti: E' necessaria una politica liberata dalla complicita' e dalle cricche, una politica che sia davvero al servizio del bene comune
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di Maria Chiara Vernillo |
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Nel piazzale Aldo Iermano, antistante la chiesa della Madonna Addolorata al Rione Libertà, si è tenuta un’importante manifestazione organizzata dall'Associazione "Libera" e dall'Agesci (Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani).
Presenti all'evento il presidente di "Libera", don Luigi Ciotti, il sindaco, Clemente Mastella, il prefetto di Benevento, Paola Galeone, il parroco, don Michele Villani, il procuratore reggente della Repubblica, Giovanni Conzo, l'arcivescovo di Benevento, monsignor Felice Accrocca, il referente di "Libera Campania", Fabio Giuliani, e Michele Martino, referente provinciale di "Libera".
E’ d'obbligo ricordare la presenza dei familiari di Raffaele Delcogliano, Aldo Iermano e di Tiziano Della Ratta, tutti martiri caduti nell'adempimento del proprio dovere a servizio dello Stato.
L'incontro, teso a suscitare la sensibilità dei cittadini riguardo alla criminalità organizzata ed all'azione civile, ha inaugurato il Coordinamento Provinciale di Libera.
Le parole di apertura sono state quelle cariche di grinta dei giovani boy-scout beneventani, riferite alla necessità sia di una maggiore consapevolezza riguardo al proprio territorio che dell'acquisizione, da parte dei cittadini, di far proprio il concetto di "legalità", onde metterlo in pratica nella vita quotidiana.
Ha fatto seguito, poi, l’intervento di don Michele Villani, il quale non solo ha sottolineato l'importanza del discutere di tali problemi della società odierna, ma ha anche invitato gli adulti della comunità ad essere d'esempio per le giovani generazioni nella lotta contro la criminalità.
Il prefetto Galeone, dopo aver riportato l'esempio di esperienze di lotta condotte in prima persona a Platì (Reggio Calabria) ed a Casapesenna (Caserta), dove la strada in cui era residente il boss Michele Zagaria fu intitolata a don Peppe Diana, sacerdote ucciso nel 1994, simbolo dell'impegno e della lotta contro le mafie.
"Tutte le istituzioni, con l'aiuto del sindaco - ha sottolineato il prefetto - devono collaborare per costruire un futuro più luminoso per la nostra città.
Una città i cui ricordi devono essere radici per una nuova costruzione culturale, economica e politica".
L'intervento del procuratore Conzo si è, invece, concentrato sul dovere di aiutare gli ultimi, di tutelare le vittime dei reati della criminalità organizzata e dare loro giustizia.
Ha preso poi parola il sindaco Clemente Mastella, ricordando prima "l'esperienza di vicinanza ai ragazzi che lottano contro le mafie anche in questo organismo", invitando poi la cittadinanza ad "un accompagnamento pedagogico delle nuove generazioni, poiché esso può contribuire, negli anni, a debellare il problema.
Cammineremo assieme in un percorso solidale per l’aiuto degli ultimi.
Sarò con voi anche come sindaco di questa città", ha infine concluso.
L’importanza di un percorso solidale è stata ripresa anche dall'arcivescovo, monsignor Felice Accrocca, per il quale, dato che "il poco di molti può vincere sul molto di pochi", solo delle "sinergie virtuose possono combattere ed abbattere le mafie".
I cittadini di Benevento, così come ha anche sottolineato Fabio Giuliani, hanno dimostrato un grande entusiasmo nella partecipazione alle attività promosse dall'associazione di cui è referente, come quella che si è tenuta il 21 marzo scorso, giornata dedicata alla memoria di tre delle vittime della criminalità organizzata: Aldo Iermano, Raffaele Delcogliano e Tiziano Della Ratta.
Michele Martino, referente neoeletto di "Libera", ha parlato della memoria come strumento per la ricerca della verità e della giustizia, nonché della necessità di restituire dignità alla parola "onestà": L'onestà non è debolezza.
Onestà è riuscire a rispettare gli altri nel rispetto delle leggi.
Bisogna sradicare la cultura del "furbo".
Far parte di “Libera non è una semplice adesione: vuol dire esserci, compromettersi, vuol dire operare atti di coraggio, vuol dire essere tutti uniti e tutti uguali anche nella diversità".
Toccante ed a tratti tagliente il discorso di don Luigi Ciotti al pubblico, nel quale la "dolorosa coscienza" di ciò che accade nel mondo, anche attraverso la memoria, divenga tramite per la comprensione del contributo che ognuno di noi può dare a livello civile.
La memoria, dunque, non deve degenerare in mera retorica, ma essere viva, essere "una memoria delle coscienze e delle vite inquiete per la costruzione di un bene comune".
La criminalità organizzata è un problema della democrazia, la quale dà ai cittadini i doni della dignità e della libertà: secondo le parole di don Luigi Ciotti, tali diritti, nel momento in cui vengono a mancare, devono essere riconquistati non solo tramite l’intervento delle istituzioni pubbliche, ma soprattutto assumendosi le proprie responsabilità e vivendo nel rispetto delle regole civili.
La responsabilità e la conoscenza divengono così le armi per combattere la criminalità.
La conoscenza viene dall'esperienza che l'uomo fa nel mondo, entrando a contatto con gli altri uomini e vivere con essi in maniera solidale.
In questo senso, un ruolo importante devono giocare tutte le istituzioni che compongono la comunità.
"Chi cerca Dio trova le persone e chi serve le persone onora e serve Dio.
Tocca a noi trovare il coraggio per conoscere e avviare un processo di forte cambiamento, così da costruire un regno di Dio su questa terra.
Il senso alto della politica è proprio quello di vivere a tutela della città, della comunità e dell'ambiente.
E' necessaria una politica liberata dalla complicità e dalle cricche, una politica che sia davvero al servizio del bene comune, una politica dei fatti e non delle parole.
E' urgente una grande rivoluzione culturale".
Le foto sono di "Gazzetta di Benevento". Riproduzione vietata.
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