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Benevento, 22-04-2024 15:06 ____
Dopo 5 anni dall'avvio della nostra iniziativa chiediamo alla politica un maggiore impegno per modo che il cammino attivato non venga spento
Resistano gli amministratrori locali alla tentazione di tentare di salvarsi da soli andandosi a cercare il proprio sponsor politico. Sarebbe un suicidio collettivo, ha detto l'arcivescovo Accrocca alla presentazione dell'appuntamento del 6 e 7 maggio con la quinta edizione del Forum delle Aree Interne
Nostro servizio
  

L'arcivescovo Felice Accrocca ha convocato una conferenza Stampa per presentare il prossimo appuntamento, il quinto, con l'iniziativa del Forum delle Aree Interne.
All'incontro con i giornalisti hanno partecipato anche il questore, il presidente del Tribunale ed i comandanti provinciali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, assieme al sindaco del capoluogo.
Al Tavolo della presidenza anche i vescovi di Cerreo Sannita, Giuseppe Mazzafaro e quello di Ariano Irpino, Sergio Melillo.
Assenti gli altri prelati della Metropolia e quindi quello di Avellino, di Sant'Angelo dei Lombardi e l'abate di Montevergine.
L'arcivescovo ha ricordato che 5 anni fa, era il 13 maggio, non apparve la Madonna ma la famosa nostra lettera con la quale venne avviato un processo.
Dopo 5 anni se ne parla di più di queste nostra zone interne ma vorremmo anche che si facessero passi in avanti.
Quella di quest'anno, intitolata "La sfida possibile", è la lettera alla società civile (la pubblichiamo integralmente al termine dell'articolo di cronaca).
Le aree interne, ha proseguito mons. Accrocca, soffrono di una qualità che è logorante.
Dopo 5 anni dall'avvio della nostra iniziativa, vorremmo chiedere alla politica un maggiore impegno per modo che il cammino attivato non venga spento dalla rassegnazione.
Resistano gli amministratrori locali alla tentazione di tentare di salvarsi da soli andandosi a cercare il proprio sponsor politico. Sarebbe un suicidio collettivo.
L'arcivescovo ha quindi brevemente anticipato i contenuti dell'appuntamento di quest'anno al Centro "La Pace" previsto per il 6 e 7 maggio.
Il tema da trattare sarà: "Alta velocità. Partire, tornare... forse restare".
Ad esso prenderà parte Gianpiero Strisciuglio, amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana e Fabio Melia e Giulia Ritondale, dirigenti di Open Fiber relativamente al programma di realizzazione della rete in fibra ottica.
Nella seconda giornata sono previsti gli interventi di Jean Pierre el Kozeh, imprenditore culturale e di Alessio Zollo, digital innovation manager.
Discuteremo in questi due giorni, ha detto mons. Accrocca, sul tema della velocità, una questione importante per un territorio che sta morendo proprio perché risente molto di questa difficoltà nei collegamenti e negli spostamenti veloci da un territorio ad un altro.
Come si può avere con la "Telesina" una sola corsia di marcia per il collegamento tra il Tirreno e l'Adriatico?
Se stiamo morendo è anche perché non riusciamo a diminuire le distanze tra piccole città e borghi e le grandi realtà cittadine.
La metropolizzazione è un tema internazionale ma bisogna resistere nel convincimento che se muore una parte del territorio, le zone interne, muore il Paese.
Per questo i 7 o 8 personaggi dell'alta finanza internazionale, quelli che comandano il mondo, favoriscono questo momento che altro non fa che produrre persone manipolabili.
Mons. Accrocca ha poi fatto una tiratina d'orecchie ai sindaci del territorio invitati a partecipare al Forum ma non trattenendosi in aula solo cinque minuti solo per fare la passerella, ma restino ad ascoltare e partecipino alla discussione al posto di fare chiacchiere inutili.
Mons. Sergio Melillo, vescovo di Ariano Irpino e Lacedonia, ha sottolineato come questa lettera "La sfida possibile" parte dalla passione pastorale per la nostra gente.
E' una questione evidente quella delle zone interne che ci fa soffrire. Dobbiamo lavorare insieme anche per questa che appare essere ed è una forma pedagogica ed educativa. Chi ha la responsabilità penso però non ne abbia contezza.
Il vescovo di Cerreto Sannita, Telese e Sant'Agata dei Goti, Giuseppe Mazzafaro, ha sottolineato l'utilità di questo coinvolgimento da parte di monsignor Accrocca in questo fenomeno di fragilità della nostra terra.
Esso è anche la conseguenza di scelte che ci sono state o che, di contro, non ci sono state.
Non è un lavoro il nostro o un intervento per interessi di parte, ma solo la necessità di tutelare il dramma delle persone anziane, dei disabili, dei borghi che si spopolano giorno per giorno.
Solo la presenza di famiglie di migranti possono colmare i vuoti tra i banchi delle scuole e fare in modo che rimangano aperte.
Insomma, questo è un tempo di visioni diverse che dobbiamo accettare per frontreggiare un destino che appare essere irreversibile dove tutti siamo chiamati a fare qualcosa.
Vogliamo che la gente sia libera di scegliere e non di essere costretta ad assumere delle decisioni.
Nico De Vincentiis, che ha contribuito alla organizzazione del Forum, ha anche egli rivolto degli inviti a partecipare e lo ha fatto soprattutto nei confronti dei giovani. Vengano ad ascoltare, a confrontarsi con i vertici di Oper Fiber e di Rete Ferroviaria Italiana.
Tutto diviene più centrale se ad affrontarlo saranno i giovani che possono e devono essere il motore di ogni comunità.
Insomma deve scattare qualcosa rispetto all'autopropulsione.
Il presidente del Tribunale, Rinaldi, ha sollecitato l'utilizzo degli Uffici di prossimità che servono ai più deoli per districarsi all'interno del Palazzo, in questo caso quello della Giustizia.
Mons. Accrocca ha sottolineato che la soddisfazione è stata certamente maggiore quando si è puntato sui govani piuttosto che sugli amministratori delle istituzioni.
La parola è quindi passata al sindaco Clemente Mastella il quale ha sostenuto che oramai quella dell'Alta Velocità ferroviaria sia una realtà e l'area interna, da questo punto di vista, diventerà centrale.
Riguardo lo spopolamento, che non è una prerogativa solo delle nostre zone, si recupera o con gli immigrati o facendo più figli.
La motivazione di questa mancanza di prole tra le nuove generazioni non è la mancanza di lavoro.
Al tempo dei nostri genitori, neppure c'era lavoro ma le famiglie crescevano ed andavano avanti.
E' la politica della famiglia quella che manca.
Mastella ha quindi sottolineato di non essere d'accordo con i parlementari francesi che hanno introdotto la liceità dell'aborto nella loro Carta costituzionale.
Io sono personalmente contro l'aborto, ha detto Mastella che ha quindi difeso la cateria dei sindaci i quali attraversano difficoltà infinite e vorrei che fossero risparmiati da forme di attacchi.
Anche sulla Sanità abbiamo fatto il possibile ma nulla possiamo contro un direttore generale che non vuole riceverci.
Di più non posso fare.
Negli anni andati ho cantato alla Scala, oggi canto qui... ha concluso Mastella riferendopsi al suo passato di politico.
L'arcivescoo Accrocca, chiamato in causa dopo la sua reprimenda ai primi cittadini, ha ribadito di conoscere bene i sindaci, che peraltro assomigliano ai suoi parroci, e li ammiro. Ma ciò non toglie che mi sarei aspettato maggiore partecipazione e da soli noi non possiamo andare avanti.
Ci vuole una conversione al lavoro che deve essere fatto insieme.
O insieme o muoriamo tutti.
Sin qui la Conferenza Stampa.
A Mastella vogliamo però far notare che oggi egli dinanzi ai vescovi ha professato la sua contrarietà all'aborto, da buon cattolico praticante, come egli spesso ama dire.
Peccato però che pur di raggiungere, o tentare di farlo, i suoi obiettivi politici, ha alleato il suo movimento politico e candidato la moglie alle prossime europee con un raggruppamento che ha al suo interno componenti e leader importanti dichiaratamente ed apertamente abortisti che hanno peraltro svolto questa pratica.
Insieme ad essi solo per lucrare una candidatura confidando in un seggio per poi dichiararsi "indipendenti" a risultato raggiunto?
Qui dinanzi ai vescovi Mastella da buon cattolico si schiera a tutela della vita, nel solco del... viandante.

Questa la lettera integrale dal titolo "La Sfida possibile" presentata stamane e firmata dai prelati della arcidiocesi, Felice Accrocca, arcivescovo metropolita di Benevento; Arturo Aiello, vescovo di Avellino; Pasquale Cascio, arcivescovo di Sant’Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia; Giuseppe Mazzafaro, vescovo di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata dei Goti; Sergio Melillo, vescovo di Ariano Irpino-Lacedonia e Riccardo Guariglia, abate di Montevergine.
"Figlio dell'uomo, ti ho posto come sentinella per la casa d'Israele. Quando sentirai dalla mia bocca una parola, tu dovrai avvertirli da parte mia" (Ez 3,17).
Sentiamo rivolte anche a noi le parole dette al profeta, all’inizio della sua missione al popolo.
Anche a noi, posti a vegliare (episkopoi) sulle nostre Chiese, il Signore chiede di dire a tutti, ai giovani in primo luogo, una parola d’incoraggiamento e di speranza.
Esattamente cinque anni fa decidemmo, come vescovi e pastori di comunità sempre più fragili ed emarginate facenti capo alla Metropolia Beneventana, di rialzare le nostre voci a sostegno dei territori che le politiche dei governi, le sempre avverse contingenze economiche, la scarsa capacità di autodeterminazione, hanno finito per rendere veri e propri "scarti", nonostante il loro valore e le loro potenzialità.
La nostra lettera, "Mezzanotte del Mezzogiorno?", e le iniziative che ne sono susseguite, sembravano aver riportato la questione delle aree interne nell’agenda nazionale e nel dibattito sui sistemi economici e culturali del Paese, ma l'attualità ci consegna ancora vicende troppo disuguali e distanti dalla narrazione generale.
L'episodio dell’ennesima maxi frana, che ha coinvolto settimane or sono la zona su cui insiste il tracciato della nuova ferrovia ad Alta Velocità-Capacità Napoli-Bari, e che si riflette sui centri del Sannio, dell'Irpinia e della Capitanata, luoghi emblematici del Mezzogiorno d'Italia, è un plastico esempio di come il dramma dello spopolamento e dell’abbandono di certi territori incida sul dissesto idrogeologico, segnando ancora più marcatamente la spaccatura tra Nord e Sud.
In tutto questo, i possibili benefici derivanti dal Pnrr sembrano essere stati già vanificati dalla scarsa attitudine alla programmazione strategica. Inoltre, il diverso trattamento nell’erogazione dei fondi e la prospettiva di un’autonomia differenziata incombono sinistramente su ogni possibile azione di riscatto, nonostante le nostre comunità resilienti siano pronte a proporre la loro sfida, fatta di missioni originali e finalmente convergenti. Papa Francesco, lo scorso 20 gennaio, è intervenuto a sottolineare che «proprio le aree marginali sono quelle che possono convertirsi in laboratori di innovazione sociale, a partire da una prospettiva – quella dei margini – che consente di vedere i dinamismi della società in modo diverso, scoprendo opportunità dove altri vedono solo vincoli, o risorse in ciò che altri considerano scarti. Le pratiche sociali innovative, che riscoprono forme di mutualità e reciprocità e che riconfigurano il rapporto con l’ambiente nella chiave della cura chiedono di essere riconosciute e sostenute, per alimentare un paradigma alternativo a vantaggio di tutti."
Oggi, insieme a quanti si stanno adoperando perché le strade dello sviluppo passino anche per le aree interne, chiediamo che il precario, ma costante cammino intrapreso a favore delle zone più emarginate del Paese non venga interrotto dalla sfiducia e dalla rassegnazione; che gli Amministratori locali si tengano a distanza di sicurezza dalla tentazione di "salvarsi da soli" e pongano in essere politiche coraggiose di unità; che le istituzioni intensifichino il proprio impegno nell’esercizio della carità politica ed educativa.
Affidiamo ai giovani la speranza d'imprimere svolte eroiche nei territori così come di favorire partenze produttive per tutti, scelte, l'una o l'altra, all'insegna di un nuovo dinamismo partecipato e consapevole; agli Enti locali l’appello a sostenere la creatività e il protagonismo giovanile, a incentivare un dialogo più coerente tra le generazioni.
Attendiamo intanto la conclusione di opere come l'Alta Velocità-Capacità ferroviaria e le nuove infrastrutture digitali, per i significativi vantaggi in chiave di mobilità e di lavoro a distanza che esse promettono.
Sono proprio questi, del resto, i due temi al centro del Forum delle aree interne del 6 e 7 maggio prossimi al Centro "La Pace" di Benevento: un'importante occasione di confronto con i massimi esponenti nazionali dei rispettivi programmi infrastrutturali (collegamento ferroviario veloce Campania-Puglia e fibra ottica) al servizio dei centri più emarginati.
L'impegno delle nostre comunità è respingere ogni scelta che penalizzi ulteriormente le nostre realtà; contribuire alla costruzione di piani concreti di sviluppo; garantire la salvaguardia e la valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici; favorire una pianificazione che freni lo spopolamento e incentivi progetti seri e strutturali per il lavoro.
Vi attendiamo, il 6-7 maggio, al Centro "La Pace"!"

 

 

 

comunicato n.163562



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