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Benevento, 06-06-2023 17:04 ____
Netto e' il dissenso al progetto di utilizzo di piazza Cardinale Pacca per realizzare un info-point
Esso potrebbe essere la nemesi di se stesso perche' potrebbe servirebbe a spiegare al pubblico cosa si sarebbe potuto vedere in quella piazza se l'info-point non fosse stato costruito.. e' l'amaro commento di "Benevento nascosta"
Redazione
  

"Benevento Nascosta" è una associazione culturale che ha lo scopo di divulgare e valorizzare il patrimonio storico ed artistico del territorio beneventano senza mai avere intenti di promozione commerciale o politica.
La stessa, in una nota, è intervenuta per esprimere un netto dissenso al progetto di utilizzo di piazza Cardinale Pacca per realizzare un info-point turistico.
"Negli ultimi tempi - si legge - abbiamo assistito tutti alla polemica sorta intorno alla opportunità di eseguire scavi archeologici in piazza Cardinale Pacca (ex piazza Santa Maria) per la realizzazione di opere connesse alla progettualità Pics, una questione della quale a tutt'oggi risulta impossibile prevedere gli sviluppi.
I fatti in sintesi li conosciamo bene.
Non è necessario quindi ribadire ciò che quasi tutti si sono affrettati a puntualizzare.
E' scontato il nostro dissenso circa le scelte che si minaccia di intraprendere. Tuttavia, nello spirito che da sempre anima la nostra iniziativa, ci piace puntualizzare alcuni aspetti che ci sembra siano stati tralasciati da molti, probabilmente per mancanza di tempo e non certo di volontà di approfondimento.
Il primo aspetto di cui vogliamo parlare è questo: uno scavo di ispezione non è uno scavo archeologico. Uno scavo di ispezione mira a valutare le preesistenze e non altro.
Ci sembra che le preesistenze siano evidenti ed è giunto il momento che ciascuno faccia il proprio mestiere.
Gli scavi devono essere condotti in maniera approfondita con metodologie professionali, e non con mezzi e metodi più simili a un cantiere edile che non a uno scavo archeologico.
Abbiamo letto da più parti che si sapeva cosa c'era sotto quella piazza, che non si doveva scavare né tantomeno progettare di costruirci sopra alcunché.
Ovviamente chi fa queste affermazioni ha ragione da vendere ma lo scopo della nostra iniziativa (e di noi come cittadini) non può finire solo col criticare l'operato delle istituzioni quando crediamo che stiano sbagliando.
Il nostro ruolo è anche quello di proporre tenendo sempre al primo posto la salvaguardia di un pezzo della nostra storia.
Colorare politicamente queste critiche è quanto mai deleterio perché si rischia di perdere di incisività e credibilità.
Siamo stati tra i pochi a essere rimasti in silenzio finora e lo abbiamo fatto per due motivi: il primo motivo è riassumibile nella volontà di non condizionare l'opinione pubblica nell'interesse di quest'ultima.
Se lo avessimo fatto ci saremmo sentiti dire che avremmo operato come degli "influencer" cosa che non fa parte dei nostri modi oltre che dei nostri fini.
Il secondo motivo è la volontà di sfruttare questa occasione per poter valutare quanto l'opinione pubblica fosse convinta e matura rispetto a certe decisioni.
A distanza di alcune settimane nelle quali il terreno di coltura ha prodotto i suoi frutti possiamo ora dire che entrambe gli scopi sono stati raggiunti.
Vi è un terzo fine però che sentiamo il dovere di rimarcare: siamo restati in rispettoso silenzio attenendo il parere dei tecnici.
Abbiamo atteso e tuttora stiamo attendendo il parere della Soprintendenza che però, a parte vaghe allusioni, non si è finora sbilanciata.
Poiché siamo convinti che l'indagine archeologica sia una scienza e come tale sia una attività che non si può lasciare ai dilettanti, ci chiediamo con stupore come mai, finora, su questa vicenda ci sia un così assordante silenzio delle istituzioni preposte. Eppure gli specialisti non mancano.
Marcello Rotili ha scritto fiumi di documentazione sulla storia e l'attività monastica medievale di Benevento. Qual è la sua opinione? Ma soprattutto: gli è stata chiesta una opinione? E la Soprintendenza cos'ha da dire? Possibile che non ci sia nulla da dire in merito?
Eccoci arrivati al secondo punto della nostra critica. La mancanza di una visione strategica.
Si annaspa navigando a vista, abbiamo la sensazione che certe cose accadano per caso ma soprattutto che le decisioni vengano prese senza alcuna logica.
Non siamo degli urbanisti ma ci chiediamo con meraviglia se è possibile pensare che il problema turistico di Benevento sia risolvibile con la costruzione di un terminal o un punto di informazione turistica. Ma davvero crediamo che siano questi i problemi?
I turisti che vanno via da Benevento criticano altre cose, non certo la necessità di spostarsi a piedi nel centro storico (cosa che può essere un valore se lo si sa sfruttare, canalizzare e organizzare).
I turisti criticano i musei chiusi quando dovrebbero stare aperti, criticano la mancanza di servizi igienici pubblici, criticano la assenza di infografica adeguata sui monumenti, la situazione di degrado igienico, l'indisciplinatezza nel parcheggiare dei beneventani, la totale mancanza di visione nella gestione del bene storico che ci è stato tramandato.
Basta andare a visitare la Rocca dei Rettori per farsi una idea (tragica).
Ma come si vuole valorizzare Benevento? Con un paio di faretti spenti?
Mancano didascalie, a descrivere gli ambienti trovate squallidi fogli fotocopiati (mediante macchine col toner in esaurimento) e con evidenti errori di ortografia, mozziconi di sigaretta giacciono buttati su reperti privi di descrizione.
Queste crediamo siano le emergenze di Benevento e non si tratta di benaltrismo ma di semplice constatazione dei fatti e logica assegnazione delle priorità.
E qui veniamo al terzo ed ultimo punto: questa occasione ci fa capire quanti danni può causare la commistione di politica e scienza.
La politica dovrebbe gestire le decisioni strategiche senza mai scendere sul tecnico.
I tecnici, allo stesso tempo, dovrebbero essere lasciati liberi di fare il proprio mestiere senza timori di conseguenze politiche. Quando la politica mette il suo cappello sugli eventi si ottengono sovente distorsioni e la dimostrazione è sotto i nostri occhi.
Detto questo la nostra posizione è quella di un inequivocabile e netto dissenso al progetto di utilizzo di quella piazza per realizzare un info-point che potrebbe essere la nemesi di se stesso: l'info-point servirebbe infatti a spiegare al pubblico cosa si sarebbe potuto vedere in quella piazza se l'info-point non fosse stato costruito".

comunicato n.157418



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