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Benevento, 21-03-2023 20:21 ____
Mario Boscia era come un gentiluomo del '700, un beneventano di tre secoli fa con la passione per il collezionismo ed il disprezzo per il denaro
Un topolino alla ricerca del formaggio quando si trattava di rincorrere antiche carte e documenti. La sua vasta cultura lo rappresenta come il nostro Google beneventano. Morante, Pietronigro e Tirone hanno trattato la figura del bibliofilo presentando il libro contenente tutti i preziosi articoli scritti per Gazzetta di Benevento
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L'Auditorium "Gianni Vergineo" ha accolto il numeroso pubblico fatto di amici e di estimatori di Mario Boscia, lo storico ed il bibliofilo nella ricorrenza del ventesimo anniversario dalla morte.
Merito di questa celebrazione l'Associazione Archeoclub di Benevento presieduta da Francesco Morante che ha curato le edizioni del volume "Mario Boscia: Visioni beneventane. Articoli da Gazzetta di Benevento (1989-1997)".
In realtà Francesco Morante, con piglio, pazienza e competenza, è stato nella sede di Gazzetta più volte, ha visionato tutte le annate del giornale cartaceo dal 1989, anno del suo ritorno in edicola dopo la sosta a partire dal 1928, e fino al 1997, anno in cui si interrompe la collaborazione di Boscia con il giornale per dare spazio al restauro del suo palazzo a via Erik Mutarelli (oggi a dieci metri c'è la sede anche di Gazzetta ma all'epoca in esame il giornale era a via Napoli, di fronte lo stadio "Meomartini").
Morante ha fotografato le pagine con gli articoli di Boscia e poi ha trasformato quella immagini in testo scritto avviando così la composizione del libro il cui contenuto è stato formato proprio dagli articoli di Gazzetta in otto anni di continuata attività.
Morante nel suo interveto introduttivo ha ricordato che la sua conoscenza di Mario Boscia avvenne 40 anni fa proprio qui in questo Auditorium ed a questo tavolo.
Lì nacque una amicizia che non si è più interrotta se non con la morte di Boscia avvenuta il 27 gennaio del 2003, venti anni fa, appunto.
Boscia stava lavorando alla "Storia della nobilità beneventana", una ricerca che lo ha sempre affascinato. Ne doveva nascere un nuovo libro ma poi ciò non è più avvenuto.
Morante ha anche apprezzato il lavoro di conservazione fatto dal direttore di Gazzetta, Alfredo Pietronigro, atteso che nella sede del giornale sono disponibili e consultabili circa 30mila giornali tra quotidiani e periodici locali.
Questa è la nostra memoria che va tutelata anche con il concerto delle Istituzioni, ha detto il presidente.
Mario Boscia era preparatissimo soprattutto nel periodo settecentesco ed il suo pallino era la nascita della provincia di Benevento.
Molto puntuale la sua conoscenza anche sugli scrittori e gli storici locali.
Insomma una autentica miniera di informazioni, era il nostro Google beneventano.
Boscia, ha ancora detto Morante, era come un gentiluomo del '700, un beneventano di tre secoli fa con la passione per il collezionismo antiquario ed il disprezzo per il denaro.
A questo punto la parola è passata al direttore Pietronigro il quale ha portato testimonianza del suo rapporto con Mario Boscia, un rapporto non facile perché lo storico era riottoso a produrre i suoi articoli con le informazioni attinte dal suo immenso patrimonio librario.
Ogni volta il direttore lo telefonava a casa e dopo qualche tentennamento Boscia cedeva alle sollecitazioni e così prendeva il suo articolo, che aveva scritto a penna su fogli di ogni genere (spesso erano il retro dei mesi dell'anno strappati dai calendari) ed incaricava un suo "messaggero", dal nome Mario anch'egli, ma conosciuto nei vicoli come Carlo d'Inghilterra vista la somiglianza spiccata con l'attuale sovrano re Carlo III, di portare quel foglietto alla redazione di Gazzetta a via Napoli.
Lì Pietronigro, con santa pazienza, ricopiava quello scritto vergato a mano sul computer e cominciava il percorso della composizione.
E così è stato per tutti gli articoli di Boscia, meno di duecento, utili per l'iscrizione all'Ordine dei Giornalisti dove Mario Boscia, senza entusiasmo ma spinto da Pietronigro, si iscrisse.
La morte di Boscia, ha proseguito il direttore è stato un dramma per il giornale che nel giro di pochi mesi aveva perso due firme fisse di grande prestigio: Mario Boscia, morto a gennaio del 2003 e Gianni Vergineo, morto a giugno dello stesso anno.
Pietronigro al termine del suo intervento ha chiesto al presidente dell'Archeoclub di farsi carico di chiedere al sindaco Mastella di intitolare una strada a Mario Boscia, magari uno dei due vicoli posti a poche decine di metri da casa sua, vico I e vico II San Nicola.
A chiudere i lavori è stato l'intervento di padre Domenico Tirone, grande amico di Mario Boscia e con il quale ha condotto importanti ricerche storiche.
Boscia, ha detto padre Domenico, era come un topolino alla ricerca del formaggio quando si trattava di rincorrere antiche carte e documenti.
Padre Domenico ha detto: Porterò sempre con me il ricordo dell'amico, del ricercatore attento e dello storico impegnato che ho conosciuto il quale, con il suo lavoro, ha dato lustro alla città che amava incondizionatamente.
Un breve indirizzo di saluto è stato portato infine dal sindaco Clemente Mastella il quale ha sottolineato come la storia non ha ripetizioni ma si muove e va avanti.
Il sindaco ha quindi confermato quanto è stato già detto a Gazzetta da Rossella Del Prete, presidente del Rotary a proposito del fatto che il prossimo 1° aprile ci sarà il gemellaggio con la cittadina francese Benevent l'Abbaye mentre il successivo 14 aprile ci sarà il conferimento formale della cittadinanza onoraria, già sancita formalmente, a Francesco Zazo, l'ambasciatore italiano in Ucraina.
Mastella ha infine parlato della cura che la sua amministrazione sta ponendo per il recupero dei teatri. Da ultimo ci sarà il compimento del Teatro del Collegio de la Salle a palazzo De Simone.
Quindi, a proposito della cerimonia anche commemorativa di stasera, il sindaco ha detto che il ricordo non è solo guardare avanti ma anche non disconoscere la memoria.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

comunicato n.155846



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