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Benevento, 18-11-2022 13:58 ____
La vicenda del tetracloroetilene disciolto nell'acqua e' nota da almeno 4 anni ma si e' solo confidato nella buona sorte e null'altro
Oggi essa e' esplosa in maniera dirompente con il conseguente divieto all'uso di quell'acqua per l'alimentazione umana in quasi meta' della citta' fino alla chiusura annunciata del pozzo di Pezzapiana. L'opposizione tiene una conferenza stampa che stavolta invece avrebbe dovuto indire il sindaco
Nostro servizio
  

Metà città è senza la possibilità di usufruire dell'acqua che sgorga dai rubinetti, di casa o delle attività commerciali.
Gesesa ha comunicato che addirittura il pozzo è stato completamente chiuso, quindi niente acqua in assoluto.
E' esploso il caso latente degli inquinanti chimici disciolti nell'acqua.
Superate le soglie massime si è dovuto procedere all'ordinanza ed inibire l'uso umano di questo prezioso liquido ad un'ampia parte del capoluogo.
E' palese e naturale che con queste premesse l'opposizione consiliare ne cavalcasse la vicenda che peraltro, per una serie aggiuntiva di situazioni, è vissuta malissimo dalla cittadinanza.
Quello che invece è meno naturale è che non ci sia stata finora una conferenza Stampa del sindaco, stavolta con pieno merito, magari assieme ai vertici di Gesesa, per dare conto davvero e con dovizia di particolari di cosa stia succedendo veramente e di cosa si sia fatto finora per evitarlo.
Questo argomento del tetracloroetilene disciolto nell'acqua e che ha contamitato i pozzi di Pezzapiana e di San Vitale (quest'ultimo dovrebbe essere stato disattivato da tempo), è risaputa da almeno 4 anni, da quando cioè fu portata a conoscenza della opinione pubblica da "Altrabenevento".
Non è mai stato vietato l'uso dell'acqua distribuita alle utenze e derivante da queste sorgenti, in quanto i valori del teatracloroetilene sono rimasti sempre nei limiti di legge.
Così ci è stato sempre detto e non abbiamo motivo di dubitarne visto che non è solo prerogativa del Comune, per il tramite della sua partecipata Gesesa, l'accertamento della qualità dell'acqua ma anche e soprattutto di un soggetto terzo, l'Asl.
Il problema vero è un altro: Pur sapendo che quell'acqua fosse contamitata (poco o molto non conta) e che essa serve quasi metà della popolazione della città di Benevento, si è, in quattro anni, solo gestito l'emergenza che comunque c'era.
Come è stata gestita questa emergenza?
Verificando e pregando che i valori non aumentassero sino al punto da sospenderne l'erogazione, cosa che è avvenuta drammaticamente oggi.
Chi sta inquinando quei pozzi?
Da dove viene questo teatracloroetilene e come è possibile, se è possibile, deviarne il corso ovvero eliminarlo dai terreni?
Queste sono le vere domande a cui in tutti questi anni non si è dato risposta e qui sta la responsabilità del Comune e della Gesesa (che poi, magari, ribalterano su altri, Regione in primis), non aver pensato cioè che prima o poi la fortuna, perché solo di questo si è trattato visto che interventi concreti non ce ne sono stati, avrebbe potuto abbandonarci.
Scoppiata l'emergenza non ci sono state risposte adeguate.
Un generico annuncio ed una sfilza di nomi di vie e di contrade che sarebbero interessate ai divieti.
Non si dice se ci sono particolari limiti territoriali ad esempio tra zone servite dal Torano Biferno e quelle dal pozzo di Pezzapiana.
La zona di confine qual è?
E poi chi sta avvertendo gli operatori commerciali di questa emergenza?
Poniamo, la comunicazione è di ieri sera della non potabilità dell'acqua, ed allora, i panificatori ad esempio, che hanno agito nella notte, con quale acqua hanno impastato la farina ed oggi venduto il pane?
I bar della vasta zona interessata sono stati informati che non possono usare l'acqua dei rubinetti per fare il caffé? Le "case dell'acqua" se ci sono in queste zone, sono state chiuse visto che l'acqua che le alimenta è la stessa dell'acquedotto comunale?
La Polizia Municipale è stata mandata nelle aziende che distribuiscono alimenti e bevande ad informarle della questione? E la Protezione Civile perché non si utilizza per fare informazione?
Perché si dà per scontato che una volta pubblicata l'ordinanza sui siti e sui giornali la notizia dovrebbe essere risaputa da tutti?
Chi ce li dice tutte queste cose e chi ci dà le risposte?
A distanza di tante ore dal proclama, ancora non se ne sa nulla.
Le notizie sono scarse se non assenti e si limitano alle ovvietà.
In questo contesto doveva esserci la conferenza stampa del sindaco e della Gesesa.
L'ha fatta invece l'opposizione che ha chiesto la convocazione immediata di una seduta del Consiglio comunale con all'ordine del giorno: "Ordinanza sindacale 118143 del 17 novembre 2022, divieto utilizzo temporaneo di acqua a scopo potabile. Verifica delle informazioni disponibili sul fenomeo dell'inquinamento dell'acqua di distribuzione servita dai pozzi di Pezzapiana e verifica delle azioni intraprese dal Comune di Benevento e dal gestore del Servizio Integrato al fine della risoluzione della suddetta grave ed annosa problematica. Determinazioni conseguenti".
Ad aprire la breve conferenza stampa dell'opposizione delle 13.00 a Palazzo Mosti, è stato Angelo Miceli, il quale ha sottolineato l'insufficiena comunicativa per la qual cosa va fatta invece uno sforzo maggiore.
La stessa Gesesa ha dato solo la dislocazione delle strade alimentate da questa parte dell'acquedotto.
Da qui un Consiglio comunale urgente.
Ha proseguito Rosetta De Stasio che ha sottolineato come lei abbia, per ultimo, lo scorso 25 ottobre, proposto una interrogazione sulle falde acquifere ma che è dal 2018 che viene segnalata la presenza del tetracloroetilene nell'acqua dei pozzi.
Dal 31 luglio del 2020 l'agente inquinante è stato evidenziato ed è stato approvato il Piano di Caratterizzazione necessario per conoscerne le cause.
La Regione ha imposto al Comune di chiudere il tutto entro il 31 gennaio del 2021.
Ad oggi però questa attività di indagine non è nemmeno cominciata in quanto il Comune afferma di non avere la disponibilità dei fondi necessari, circa 70mila euro.
Qui viene da pensare, ha concluso De Stasio, ai tantri soldi spesi per altre facezie che potevano essere evitate.
Floriana Fioretti ha ripercorso brevemente le tappe del cammino intrapreso sia per Campo Mazzoni che per Pezzapiana.
Su tutto ciò ho presentato una interrogazione, inevasa, chiedendo la istituzione di un Tavolo permanente tecnico-scientifico.
Grazie ad Anta e ad Altrabenevento per l'interesse suscitato sulla vicenda.
Vincenzo Sguera ha anch'egli sottolineato come già in campagna elettorale egli ha parlato di questa problematica ma ad oggi non gli è giunta nessuna risposta alle sue domande. Più volte è stato anche chiesto di ampliare l'apporto dato dal Torano-Biferno ma anche qui risposte zero.
Questa è una pagina tragica che poteva essere risolta nei tanti anni che sono passati dalla scoperta di questo inquinante.
Occorreva poi una comunicazione precisa sulla reale problematica anche ricordando che sulla gestione dell'acqua a Benevento c'è un fascicolo penale aperto che porta il nome di "Affare fatto" dove i privati fanno gli affari a discapito dei cittadini.
Infine, Luigi Diego Perifano ha sottolineato come la gente lo abbia saputo stamane di tutta questa vicenda ma c'è anche di più e cioè gli abitanti di contrada Pino, essendo stati inseriti nell'elenco delle zone dove l'acqua non è potabile, hanno saputo solo ora di essere serviti dai pozzi di Pezzapiana mentre era loro stato assicurato che venivano alimentati dal Torano-Biferno.
Sin qui la conferenza stampa dell'opposizione.
Scarno il comunicato stampa del sindaco Mastella: "In merito alla non potabilità dell'acqua in alcune zone della città, il sindaco Clemente Mastella ha chiesto al prefetto di Benevento, Carlo Torlontano, un incontro urgente con Asl, Arpac e Gesesa al fine di definire un percorso condiviso per la immediata risoluzione della problematica e per l'adozione dei necessari provvedimenti tesi a ridurre il disagio per la comunità".

 

comunicato n.153458



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