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Benevento, 18-09-2022 09:37 ____
Eleonora non avrebbe mai lontanamente immaginato di dovere un giorno provare il dolore piu' grande che una madre possa avere, la perdita di una figlia
E' la mamma della giovanissima Michela, 19 anni, scomparsa qualche giorno fa, colpita da un male ribelle ad ogni cura. Quando da bambina ti carezzavo tu piangevi perche' avevi paura del medico. Non immaginavi quante lacrime un giorno avresti dovuto ingiustamente versare, ricorda Peppino De Lorenzo
Nostro servizio
  

Il cassettino della memoria che, questa settimana, apre Peppino De Lorenzo ha un contenuto molto triste che permette, ancora un volta, di considerare la realtà della vita in un periodo, come l'attuale, in cui, giorno dopo giorno, assistiamo allo smarrimento di tutti i valori.
"Qualche giorno fa, d'improvviso e con me tanti, l'attenzione è stata attratta da un annuncio funebre.
La particolarità dello stesso, diverso da quelli cui, quotidianamente, siamo usi, ha stimolato l'interesse.
Ho così appreso che una ragazza, Michela (foto), colpita da un male ribelle ad ogni cura, a 19 anni, aveva chiuso i suoi giorni.
E' stato, allora, che, d'improvviso, un altro cassettino della memoria che, tra i tanti, serbano, gelosamente custodite, innumerevoli esperienze professionali, si è aperto lasciandomi immobile innanzi all'annuncio pubblicato da "Gazzetta".
Sono ritornato agli esordi della mia attività di medico. Non ero ancora ospedaliero.
I primi pazienti che arrivavano, per me fresco di laurea, ogni volta, costituivano una conquista.
Una sera si presentarono allo studio due signori che mi invitarono a recarmi con loro in contrada Pino ove tale Silvio, da settimane, era febbricitante e refrattario ad ogni trattamento.
Con una 600, di colore giallo fiammante, che avevano rilevato da una dismissione di autovetture da parte dell'Agip, raggiunsi il capezzale del paziente.
Il caso volle che Silvio, dal giorno dopo la mia visita, si avviasse verso la guarigione.
Per gli abitanti della contrada divenni un medico da non sottovalutare. Così, quasi tutti, una quarantina di persone, tra cui una discreta quantità di anziani, divennero miei assistiti.
In contrada Pino ho lasciato parte della mia giovinezza professionale.
Tra i novelli pazienti, Carmine, con la moglie Evelina e due figlioletti Eleonora e Pellegrino.
Eleonora era una bellissima bambina. Divenuta, poi, ragazzina, il suo tratto divenne delicato e di una incarnata finezza.
Negli anni spensierati della gioventù non avrebbe mai lontanamente immaginato di dovere, un giorno, provare il dolore più grande che una madre possa avere, la perdita di una figlia.
Eleonora è la mamma della giovane Michela, oggi, scomparsa.
Ho seguito tutte le tappe della sua formazione e, per la famiglia, nel corso di lunghi anni, non ero solo il medico, ma l'amico.
Un legame talmente intenso al punto che partecipai anche alla sua festa di nozze in un noto locale di Ariano Irpino.
Era una sposa molto bella con un abito meraviglioso che ancora ricordo.
Dinanzi all'annuncio funebre di qualche giorno fa, ho rivissuto la gioia di questi novelli sposi rincorsi, senza saperlo, da un destino crudele, in agguato dietro la porta.
Poi, la nascita di Michela e le prime avvisaglie del male.
Questa è la miserevole realtà della vita!
Se è vero che dinanzi al dolore di una mamma sia doveroso rimanere in silenzio come dinanzi al Cristo, in questa circostanza, non posso tacere.
Cara, dolce, indimenticabile Eleonora, ti ricordo bambina quando venivo a visitarti perchè avevi la febbre.
Con tuo padre, Carmine, scomparso dopo una terribile malattia, con mamma Evelina, con tuo fratello Pellegrino, siamo stati legati da un mondo di bene.
Quando, da bambina, ti carezzavo, tu piangevi perché avevi paura del medico.
Non immaginavi quante lacrime, un giorno, avresti dovuto, ingiustamente, versare.
Che Iddio e la tua Michela, dall'alto, ti aiutino a superare questo terribile momento, in un sereno e dolce ricordo!
Il dolore, però, ti accompagnerà finchè la vita duri".

comunicato n.152278



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