Benevento, 30-06-2022 12:20 |
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Episodio violento per il quale due agenti sono rimasti feriti nel carcere minorile di Airola
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Redazione |
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Una nuova denuncia giunge dal Sappe, il sindacato autonomo della Polizia Penitenziaria, su un episodio violento per il quale due agenti sono rimasti feriti nel carcere minorile di Airola.
"Un detenuto di origini brasiliane - scrive Carmine D'Avanzo, coordinatore nazionale Sappe per il settore minorile - ha creato il panico nella struttura.
Ha opposto resistenza per rientrare in cella, ha poi aggredito a calci e pugni un poliziotto (fino a rendere necessari punti di sutura ad una mano per la presenza di schegge di vetro) ed ha dato fuoco alla cella.
Follia allo stato puro, aggravata dal fatto che l'Amministrazione della Giustizia Minorile non adotta adeguati provvedimenti disciplinari verso i detenuti violenti e non assegna all'Ipm di Airola un direttore e un comandante del reparto di Polizia Penitenziaria in pianta stabile, oltre al personale che manca".
Per protestare contro gli episodi registrati negli ultimi tempi nelle carceri campane, il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria annuncia che non parteciperà alla cerimonia celebrativa del 205° anniversario della fondazione del Corpo di Polizia Penitenziaria, che si è terrà domani, giovedì 1° luglio, a Napoli, al Centro Penitenziario di Secondigliano, alla presenza tra gli altri del provveditore regionale della Campania, Lucia Castellano, e delle autorità cittadini, militari e religiose.
"Non ci saremo - spiega il segretario nazionale del Sappe per la Campania, Emilio Fattorello - perché, come diciamo da alcuni anni, per la Polizia Penitenziaria non c'è nulla da festeggiare e la situazione delle carceri italiane sta tornando a livelli allarmanti.
Non capisco perché durante la nostra Festa si prediliga la disamina sulla realtà delle carceri e sulle possibili riforme d'intervento piuttosto che valorizzare il ruolo di Corpo di Polizia dello Stato dei Baschi Azzurri.
La realtà è che continuano ad aumentare gli episodi violenti all'interno delle carceri italiane: con il regime penitenziario "aperto" e la vigilanza dinamica, ossia con controlli ridotti della Polizia Penitenziaria, la situazione si è ulteriormente aggravata.
Llasciare le celle aperte più di otto ore al giorno senza far fare nulla ai detenuti, lavorare, studiare, essere impegnati in una qualsiasi attività, è controproducente perché lascia i detenuti nell'apatia: non riconoscerlo vuol dire essere demagoghi ed ipocriti.
La proposta è proprio quella di sospendere la vigilanza dinamica: sono infatti state smantellate le politiche di sicurezza delle carceri preferendo una vigilanza dinamica e il regime penitenziario aperto, con detenuti fuori dalle celle per almeno otto ore al giorno con controlli sporadici e occasionali, con detenuti di 25 anni che incomprensibilmente continuano a stare ristretti in carceri minorili".
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