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Benevento, 15-05-2022 09:03 ____
Addio Roberto Capobianco, amico che in pochi mesi eri riuscito a farmi conoscere quanto sia forte il legame con la nostra meravigliosa terra
Beneventano d'origine si era trasferito da molti decenni in Piemonte ma non mancava di interessarsi della sua citta' e per lui era divenuto un chiodo fisso scoprire che fine avesse fatto la targa al Rione Ferrovia posta a ricordo della disastrosa alluvione del 1949, ricorda De Lorenzo
Nostro servizio
  

Peppino De Lorenzo, questa settimana, prende lo spunto dalla morte di un beneventano, Roberto Capobianco (foto), lontano da anni, per motivi di lavoro, dalla nostra città, ma rimasto, per una vita intera, legato alla sua terra natale, per soffermarsi sui tanti giovani che, quotidianamente, sono costretti ad emigrare.
"Il legame con la propria terra, segnatamente per alcuni, è tale da essere il più forte e tenace di tutti.
Ed è così che, dopo i miei interventi domenicali su "Gazzetta", sono tanti i beneventani che, costretti a vivere lontano per motivi lavorativi, mi contattano.
In questo modo, spesso, si genera un rapporto amichevole che non si esaurisce al momento, ma che, poi, prosegue nel tempo.
E' questa una opportunità che mi permette, di volta in volta, di conoscere tanta gente.
Un anno fa, giunse in redazione una lunga email, datata 13 aprile 2021 (foto in basso), a me indirizzata, da parte di un beneventano, Roberto Capobianco, residente, sin da giovane, a Ciriè in provincia di Torino.
In essa, tra l'altro, era scritto: "Egregio dottor Peppino De Lorenzo, molto volentieri e con tanta nostalgia, leggo i suoi amarcord di vita vissuta nella mia città.
Il direttore le potrà rendere edotto della mia storia di beneventano residente in provincia di Torino dal 1961.
Forse in lei ho trovato la persona giusta perché venga soddisfatto il mio desiderio di vedere ripristinata la targa posta in ricordo della disastrosa alluvione del fiume Calore del 2 ottobre 1949 che non so per quale motivo venne rimossa dal fabbricato posto all'angolo di piazza Bissolati e viale Principe di Napoli (c'era il Supercinema)".
E qui, Roberto Capobianco, elencò, l'una dopo l'altra, tutte le richieste inviate agli uffici comunali competenti, una delle quali, nel settembre 2019, inoltrata, direttamente, al sindaco Clemente Mastella.
L'email così si concludeva: "Tutto ciò esposto, spero tanto che con la sua autorevolezza, guadagnata attraverso la meritoria opera al servizio dei cittadini, abbia una concreta possibilità di accedere a quell'ufficio comunale preposto alla conservazione dei monumenti. Ringrazio per l'attenzione ed in attesa di una cortese assicurazione, porgo distinti saluti."
Dopo quello scritto, inatteso ed imprevisto, con Roberto Capobianco si stabilì un ottimo rapporto e lo stesso mi ha suggerito ricordi e personaggi di cui rinverdire il ricordo.
Il nostro contatto è proseguito ed è stato piacevole, in ogni circostanza, constatare il legame dello stesso alla nostra terra.
Legame rimasto indissolubile sin dal giorno in cui, a 23 anni, vincitore di concorso in un ente statale, lasciò Benevento.
Destinazione l'allora Ufficio del Registro di Ciriè, in provincia di Torino.
Lì ha trascorso tutta la sua vita con la famiglia che aveva costruito, dopo avere spostato una beneventana, Alberta Rossit.
Nel 1985 divenne capo dell'ufficio di Ciriè che lo aveva, tempo prima, accolto.
Poi, per dieci anni, dal 1985 al 1995, ha guidato la sede dell'Agenzia delle Entrate di Chivasso per giungere, in ultimo, a Torino, fino al pensionamento nel 2004.
Intenso anche il suo impegno politico. Per un decennio, consigliere ed assessore al Comune di Ciriè.
Malgrado juventino sfegatato, quando, domenica 5 novembre 2017, il Benevento, in Serie A, andò a giocare contro la Juventus, lui, su "Gazzetta", scrisse: "...malgrado sia tifoso di questa squadra da quando, con i miei familiari, si andava al vecchio "Meomartini" a tifare per la nostra squadra e, poi, per la "Sanvito", domenica metterò insieme la sciarpa bianconera e giallorossa.
Vivrò, certamente, un pomeriggio particolare, ogni oltre possibile risultato e ricorderò quante volte si ripeteva, ritenendolo un evento impossibile, che non si sarebbe mai verificato che il nostro Benevento potesse affrontare la Juventus...".
Anche in questa circostanza, Capobianco ebbe modo di dimostrare il suo legame indistruttibile per la nostra città, sua terra natale.
Dolcissimi ricordi che, ogni volta, mi facevano sentire fortunato per avere avuto la possibilità di rimanere qui.
Da parte mia, solo qualche mese fa, in tre domeniche, ho soffermato l'attenzione sulla tragica vicenda dell'alluvione, con la speranza che il desiderio del nostro concittadino venisse soddisfatto.
Come da consuetudine, il silenzio da parte degli organi comunali preposti.
Capobianco, anche se deluso, ancora una volta, intuì la mia apertura.
Gli scrissi: "...questo è il modello dei personaggi che, qui, a Benevento, operano e che non rispondono neanche alle semplici richieste, come la sua, segnatamente, se provenienti da chi, a questa terra è rimasto legato..."
L'estate scorsa, mi rese partecipe di una sua venuta a Benevento.
Mi comunicò: "...mi sono recato sia presso la redazione di Gazzetta che presso il suo studio. Non sono stato fortunato. Di sicuro, la conoscerò di persona nel corso di una mia futura visita in città..."
Una prossima volta, però, non ci sarà.
Alcune settimane fa, la moglie mi ha comunicato che il marito, dopo una fulminea malattia, si è spento.
Di vicende simili a quella di Roberto Capobianco accadono, è vero, da tanti anni.
Moltissimi, infatti, i beneventani sparsi nelle località più disparate, in Italia ed all'estero.
La variante odierna è che, all'epoca, fossero casi sporadici, oggi, invece, per tanti ragazzi è divenuta una scelta inevitabile.
Benevento, giorno dopo giorno, perde i suoi giovani migliori, costretti ad emigrare alla ricerca di un lavoro.
Che tristezza!
Tra pochi anni, qualora non intervenga un cambio di rotta nelle scelte politiche, del che, personalmente, dubito fortemente, la popolazione sannita sarà rappresentata solo da persone mature ed anziane.
Di questo, i nostri governanti non si rendono conto, o meglio, fingono di non rendersene conto.
Addio, Roberto Capobianco, amico che, in pochi mesi, eri riuscito a farmi conoscere quanto, per molti, sia forte il legame con la nostra meravigliosa terra".



comunicato n.149592



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