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Benevento, 11-01-2022 09:15 ____
Siamo riusciti ad appiccare un fuoco che ormai nessuno potra' piu' spegnere. Ma chi si riscaldera' a questa fiamma o cosa vi sara' cucinato?
Sull'utilizzo dell'acqua della Diga di Campolattaro ci saranno ancora solo tanti bla'-bla'-bla' o finalmente si apriranno le carte per farvi attente letture? La Regione, l'Ente Idrico Campano ed il Consorzio di Bonifica debbono darci delle spiegazioni
di Roberto Costanzo
  

Caro direttore, consentimi di sottolineare il merito del nostro giornale su una tematica di grande importanza per la nostra provincia, quale il consistente finanziamento delle opere di adduzione a valle della diga di Campolattaro, di cui ampiamente si parla e si scrive in questi giorni.
Non voglio elencare i numerosi articoli pubblicati negli ultimi tre anni da "Gazzetta di Benevento", riguardanti analisi e riflessioni non tanto sui finanziamenti quanto piuttosto sulla natura, la localizzazione e la destinazione dei servizi di quelle opere.
L'ultimo dei nostri articoli, pubblicato il 28 dicembre scorso, dal titolo "Opportunità o rischio di perdere un'occasione...", ha provocato, come avrai notato, un'inondazione di dichiarazioni e prese di posizione sull'utilizzo dell'enorme finanziamento destinato a quelle opere a valle della diga.
Per un'intera settimana la carta stampata, televisioni e giornali on-line si sono concentrati sull’argomento, con ripetuti servizi a piena pagina della cronaca provinciale del primo quotidiano del Mezzogiorno, in seguito vi ha dedicato una ripresa, piuttosto retorica, il Tg regionale della Rai.
Va riconosciuto, intanto, al presidente della Coldiretti, Gennarino Masiello, di aver colto la nostra provocazione a riflettere, prima che sia troppo tardi, sul rischio di assistere ancora una volta all'insediamento sul nostro territorio provinciale di opere i cui servizi e benefici trovano poi ben altre destinazioni.
Ai ripetuti interventi di Masiello hanno fatto seguito le dichiarazioni di leader di altre organizzazioni agricole, nonché del facente funzioni di presidente della Provincia, di parlamentari e sindaci.
Siamo riusciti, caro direttore, ad appiccare un fuoco che ormai nessuno potrà più spegnere. Ma chi si riscalderà a questo fuoco o cosa vi sarà cucinato? Ancora tanti blà-blà-blà o finalmente si apriranno le carte per farvi attente letture?
Gli oltre 1.300 lettori che sistematicamente seguono i nostri articoli ricorderanno che abbiamo ripetutamente sollecitato la Regione, l'Ente idrico campano ed il Consorzio di Bonifica a spiegarci: Pe0rché è stato progettato quel lungo traforo di otto chilometri per trasferire l'acqua da Campolattaro a Ponte: perché a Ponte con quel costoso traforo e non a Fragneto senza traforo? Quali terreni agricoli della Valle del Tammaro, del Medio Calore e della Valle del Sabato potrebbero essere irrigati, visto che le competenze del Consorzio di Bonifica, a norma della legge regionale numero 4 del 2003, sono limitate ai territori situati a sud del Comune di Benevento, cioè alla Valle Telesina e soprattutto all'area alifana della provincia di Caserta? Perché l'Ente idrico campano contestualmente al progetto di potabilizzazione dell’acqua del fiume Tammaro non ha previsto un piano di ristrutturazione delle condotte che distribuiscono l’acqua delle sorgenti ai vari Comuni del Sannio, se è vero quanto abbiamo appreso negli anni scorsi che è l’inefficienza della rete idrica a far disperdere oltre il 40% dell’acqua naturalmente potabile, estratta dal sottosuolo?
Questi non sono quesiti secondari e non è detto che non possano trovare risposte positive.
Abbiamo appreso che presto si aprirà un tavolo di analisi e proposte, costituito da Regione, Enti tecnici, Istituzioni locali e rappresentanze di categorie interessate.
Auguriamoci che si affrontino anche i suddetti quesiti, con la convinzione che quel grande invaso, che rappresenta la più vasta raccolta d'acqua della Campania, non debba ancora lasciare tutti i costi all'area del Tammaro e riversare la quasi totalità dei ricavi ad altri territori.
Ti faccio queste considerazioni, caro direttore, nella speranza che la nostra "Gazzetta" non rinunci al percorso seguito finora: cioè anticipare e suggerire, nella convinzione che prima o poi chi ne ha competenza e potere raccolga le nostre provocazioni.

comunicato n.146445



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