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Benevento, 07-12-2021 18:16 ____
Hai vinto non una battaglia stupida ma quella dell'amore ha detto Oreste Vigorito a Gianpaolo Imbriani presentando "La storia di una promessa"
Interventi emozionati anche quelli di Enzo Lauro, Pino Taglialatela, Ghigo Gori e Clemente Mastella. Dopo il viaggio intorno al mondo per non far dimenticare il fratello Carmelo, l'autore ora punta a cinque stadi, uno per ogni continente
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Sul filo della intensa emozione si è svolta a Palazzo Mosti la presentazione del libro di Gianpaolo Imbriani, "La storia di una promessa", un volume di circa 300 pagine in cui l'autore ripercorre il viaggio intrapreso dopo la prematura scomparsa del fratello, l'ex calciatore di serie A ed allenatore Carmelo Imbriani, deceduto prematuramente il 15 febbraio dl 2013, a 37 anni di età.
Alla manifestazione hanno preso parte, tra gli altri, il sindaco Clemente Mastella, zio di Imbriani, il presidente del Benevento Calcio, Oreste Vigorito, l'allenatore e calciatore Pino Taglialatela ed il calciatore Ghigo Gori.
Ad aprire l'evento della presentazione del libro trasformatasi nella non prima né ultima commemorazione di Carmelo Imbriani, è stato Enzo Lauro, introdotto d Luigi Trusio, giornalista, che ha condotto l'evento.
Lauro ha sottolineato come ci sia sempre gioia ed entusiasmo quando si parla di Carmelo Imbriani, una persona certamente rappresentata dalla sua bontà e serietà oltre che dal suo perbenismo. Io tutto questo l'ho riscontrato in lui e talvolta mi sono anche chiesto cosa ci facesse un uomo come lui nel mondo del calcio.
Gianpaolo Imbriani lo possiamo definire invece un testardo che concretizza le cose che pensa e tra queste c'è anche quella di portare in giro per il mondo il nome ed il ricordo del fratello Carmelo, che resterà sempre il rappresentante dei valori fondamentali dello Sport.
Trusio ha, quindi, ricordato che in sette anni Gianpaolo Imbriani ha percorso tanti chilometri, 355mila, quanti ne servono per fare nove volte il giro del mondo. Ha attraversato 107 Paesi in autostop. In queste 300 pagine del libro c'è il periodo dello scoprimento della malattia del fratello, la promessa che Gianpaolo fa a Carmelo di non farne dimenticare la memoria e poi l'idea di non mollare che egli porta in giro per il mondo. Si tratta di un libro avvincente ed appassionante, ha ribadito Trusio, che è stato scritto con il cuore. La degenza in Ospedale cementa fortemente il legame tra i due fratelli dove si assiste ad un'alternanza di gioia e di solidarietà che giunge da ogni dove, ma c'è anche la preoccupazione per la malattia che avanza.
Il primo ad essere stato avvertito della morte di Carmelo Imbriani fu Pino Taglialatela.
Ho vissuto con la famiglia Imbriani momenti bellissimi, ha detto lo stesso Taglialatela molto emozionato nel riportare alla mente quei ricordi. Carmelo l'ho conosciuto a Napoli dove era venuto da ragazzino nel settore giovanile della squadra partenopea. Poi a Soccavo ci ritrovammo in una vera famiglia di sportivi e per lui ci fu subito amore ed affetto. Quando io ho avuto problemi fisici, ha proseguito Taglialatela, il calcio si è subito dimenticato di me. Ed è stato allora che Carmelo mi ha accolto nella sua famiglia e mi ha portato nel Benevento Calcio. Sono stato a casa sua sei mesi e ricordo ancora quelle discussioni lunghe ad animate dinanzi alla fiamma del camino.
Per me lui c'è sempre.
Piergraziano (Ghigo) Gori ha ricordato di essere stato compagno di squadra di Carmelo Imbriani e di averlo avuto anche come allenatore. Con il suo sorriso sapeva trasmettere momenti di serenità anche quando le cose si facevano difficili, sia in campo che al di fuori di esso.
A questo punto la parola è passata all'autore del libro, Gianpaolo Imbriani che ha dovuto interrompere più volte il suo racconto fermato dalle lacrime che gli sono scese copiose e da un groppo alla gola.
Questo libro mi ha permesso di viaggiare con la mente e di ritornare a ricordare i luoghi del mio lungo viaggio anche quando il virus ha loccato tutti nelle proprie abitazioni.
Pensavo, fino ad un anno e mezzo fa, di non avere più memoria ed invece tutti i ricordi si erano nascosti solo per non farmi soffrire.
Ed allora ho pensato che bisognava tirarli fuori e raccontarli.
In tantissimi hanno apprezzato il lato umano di Carmelo pur non conoscendo il calciatore.
Ora che il mio viaggio può dirsi concluso, mi auguro di poter raggiungere l'altro obiettivo che è quello di vedere intitolato a Carmelo almeno uno Stadio in ogni continente.
In quello europeo c'è il nostro antistadio, l'altro è a Itigi, in Tanzania e si è a buon punto per un terzo in Argentina.
E' la promessa che ho fatto a mio fratello in un letto di Ospedale, quella di non dimenticarlo.
A questo punto la parola è passata ad un emozionatissimo Oreste Vigorito il quale ha subito detto di condividere con Gianpaolo la perdita di un fratrello. Mio ftratello Ciro aveva scritto un libro su di me mentre Gianpaolo ne ha scritto uno su Carmelo.
Debbo riconoscere, ha proseguito Vigorito, che non credevo in ciò che Gianpaolo stesse facendo. Non lo ritenevo certamente un gesto di puro esibizionismo, questo no, ma un gesto inutile perché chi si vuole bene deve essere tenuto nel cuore.
Ed invece devo chiedergli pubblicamente scusa perché non è detto che il dolore si debba tenere necessariamente dentro. Hai vinto, ha ancora detto Vigorito rivolto a Gianpaolo Imbriani, non una battaglia stupida ma quella dell'amore.
Uno degli ultimi momento del ricordo che ho di Carmelo Imbriani è quando mano nella mano su quel letto d'Ospedale io e lui ci intrattenemmo così a parlare.
Vigorito ha salutato anche i genitori di Imbriani presenti in sala ed a promesso di acquistare tanti libri quanti ne servano a poter fare per Natale un bel regalo a tutti i ragazzi del settore giovanile del Benevento. Li inviterò a legge la storia di uomini veri.
Per concludere, la parola è passata a Clemente Mastella, zio di Carmelo e Gianpaolo Imbriani.
Fatico a ritrovarmi in questo doloroso ma sereno ricordo, ha detto Mastella. La cosa più stupefacente di questa vicenda è stata la esemplarità di questa mission che si è data Gianpaolo e nelle quale sono in pochi credevano.
Carmelo non è stato un grandissimo calciatore ma un grandissimo uomo sì.
In maniera pedagogica io vorrei che il comportamento di Carmelo fosse seguito da tanti giovani.
Ultimata la presentazione Viorito ha donato a Gianpaolo Imbriani una maglietta del Benevento con il numero 7 e la scritta Imbriani per modo che egli possa regalarla a chi ritiene. Ce ne saranno altre.

 

 

 

 

 

 

comunicato n.145722



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