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Benevento, 07-12-2021 09:13 ____
Protestare contro l'insediamento selvaggio, rapace ed aggressivo di pale eoliche e' piu' che comprensibile
Ma non si rinneghi l'opportunita' di sviluppo che puo' derivare dal corretto rapporto tra fonti energetiche rinnovabili e territorio del Fortore. Nelle nostre aree interne il 10% dell'energia elettrica prodotta si eroghi gratis ad abitanti ed imprese: Che attrattivita'!
di Roberto Costanzo
  

Nei giorni scorsi, due vivaci eventi hanno documentato che nel Fortore permangono distinte e spesso divergenti valutazioni sulle energie rinnovabili, che oggi in larga misura vengono ricavate proprio in quelle alture sannite.
Da una parte, a San Bartolomeo, con spirito paesaggistico hanno detto No all'impianto di un parco eolico nella contrada Sant'Angelo; da un'altra parte, a Foiano, con spirito ambientalista hanno detto Sì all'energia del vento, se intelligentemente prodotta. Paesaggisti da una parte, ambientalisti dall'altra. Però potremmo supporre che, sia a Foiano che a San Bartolomeo, abbiano voluto dire No all'eolico selvaggio e rapace, e Si all'eolico controllato e subordinato allo sviluppo del territorio.
In maniera certamente più esplicita la pensano i governanti delle Nazioni che, al recente Forum mondiale di Glasgow, il Cop26, hanno almeno concordato che clima, ambiente e paesaggio vengono tutelati con la riduzione dell'uso di carburanti fossili, e quindi con l'incremento delle fonti energetiche rinnovabili, in primis sole e vento.
Intanto, però, le multinazionali petrolifere hanno iniziato una guerra a tutto campo per screditare le rinnovabili e rendere più lungo e tortuoso l'iter burocratico per le pale eoliche ed i pannelli solari.
Quelle multinazionali, benché tendano a ricattare i Paesi importatori dei loro prodotti con improvvisi aumenti dei prezzi, trovano comunque sostegno in qualche ambiente giornalistico italiano che, anzichè incoraggiare l'alternativa delle rinnovabili, quasi le considera responsabili del caro bollette.
Pertanto, secondo una certa stampa, le rinnovabili non saprebbero essere un'alternativa positiva ai fossili.
Oggi, se è vero che la parte d'Italia più fertile di energia eolica è appunto l'Appennino meridionale, dovremmo pensare che il vento possa rappresentare l'oro del Fortore. Oro o piombo?
Sarà piombo se si consente di estrarre e sottrarre l'energia rinnovabile con un metodo colonialista, così come facevano le famose “sette sorelle” dei petrolieri multinazionali un secolo fa nel Medioriente.
Diventerà oro se, invece, verrà adottata la politica energetica che formulò negli anni Cinquanta Enrico Mattei. Una politica volta a riconoscere alle aree di estrazione la capacità ed il diritto di cogestire la produzione e la cessione di quella risorsa.
L'Italia si è impegnata a produrre con le rinnovabili, entro il 2030, il 70% dell'elettricità che consuma. Un obiettivo forse ambizioso, ma comunque significativo.
Al convegno di Foiano, meritoriamente promosso dal sindaco Giuseppe Ruggiero, in partnership con l'Associazione nazionale Energia del vento, Anev e con l'intervento della presidenza regionale di Legambiente è stata affrontata la tematica inerente la produzione di energia eolica ed il relativo rapporto col territorio sannita. Quanti se ne sono accorti? Eppure in questa nostra provincia l'eolico determina il principale fatturato industriale, che peraltro equivale al doppio dell'elettricità che si consuma in tutto il Sannio.
Se i manager italiani dell'industria elettrica avessero affrontato queste tematiche già trent'anni fa, quando vedemmo le prime pale eoliche lungo i nostri colli, certamente oggi, anche in un convegno come quello di Foiano, sarebbe stato meno complicato discutere del rapporto tra energie rinnovabili e territorio di produzione.
Alla manifestazione di protesta di San Bartolomeo, che nell'intenzione del sindaco Carmine Agostinelli non voleva essere una rivolta contro l'eolico tout court, vi hanno preso parte, oltre ad amministratori e cittadini fortorini e dauni, anche alcuni parlamentari e consiglieri regionali, animati pure loro da spirito paesaggista.
Tuttavia non sembra che quei politici si siano impegnati a sollecitare il Governo e la Regione, oltre che a revocare l'autorizzazione all'insediamento di pale eoliche nella contrada Sant'Angelo, anche ad assumere specifici provvedimenti volti a regolare e regolamentare i rapporti, anche quelli economici, tra imprese energetiche e amministrazioni locali.
A tal proposito, chiediamoci cosa succederebbe se nelle aree interne il 10% dell'energia elettrica ivi prodotta venisse erogato gratuitamente ai comuni e relativi abitanti e imprese.
I nostri paesi diventerebbero fortemente attrattivi di residenti e insediamenti produttivi.
Tutto ciò, non in conseguenza di finanziamenti calati dall'alto ma come risultato di attività economiche originate dal basso, cioè dalle risorse naturali del territorio.
Infine, si potrebbe rilevare che protestare contro l'insediamento selvaggio, rapace ed aggressivo di pale eoliche nella contrada Sant'Angelo è più che comprensibile, purché non si rinneghi l'opportunità di sviluppo che può derivare dal corretto rapporto tra fonti energetiche rinnovabili e territorio del Fortore.

comunicato n.145701



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