Benevento, 14-10-2021 21:25 |
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Dopo tanti mesi di stress pandemico proprio non meritavamo una campagna elettorale tanto volgare, esasperante e snervante
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Redazione |
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Una campagna elettorale e una contrapposizione esasperante e snevante.
Senza fine, che i beneventani non meritano.
A sostenerlo, in una nota di commento, Piero Mancini (foto).
"Caro direttore - scrive - dopo tanti mesi di stress pandemico proprio non meritavamo una campagna elettorale tanto volgare, esasperante e snervante.
La maggioranza dei beneventani non ne può più e spera di liberarsi dal disagio subito dopo le elezioni, chiunque vinca.
Ciò potrebbe avvenire solo se la vittoria sarà schiacciante, senza possibilità di ulteriori polemiche.
La legge elettorale, di chiaro stampo neoliberista, che favorisce la gestione dell'amministrazione in forma oligarchica, non aiuta a far tornare la calma nella nostra comunità.
Anzi, è proprio la legge ad alimentare e legittimare la sete di potere individuale.
Lo scontro proseguirà.
I social, sempre più a-social, rozzi e volgari, aumenteranno il volume di fuoco incrociato di frustrati, di ogni ceto sociale e politico, alimentando il litigio che diventerà una costante incivile.
Nei prossimi mesi dall'uso spregiudicato e fuorviante della comunicazione si passerà a grandi e insanabili litigi all'interno del Consiglio.
In cui il nuovo sindaco avrà l'opposizione più agguerrita di sempre, perché la sconfitta sarà bruciante e indigesta.
Un conflitto paralizzante.
Non tra innovatori e conservatori, ma per il potere personale inserito in un quadro di scontro ben delimitato da leggi imposte da una cinica visione neoliberista. Antidemocratica.
In cui il vincitore conquista tutto il potere, diventando il padrone assoluto.
Relegando in secondo piano gli assessori diventati suoi subalterni e rimuovibili dipendenti: yes man, per legge!
In terzo piano i consiglieri. Utili solo per alzare le mani e approvare le decisione del padrone.
Una patetica parvenza di organo democratico.
Ipocrisia utile solo per salvare l’immagine.
Più che un Consiglio comunale è un Consiglio di Amministrazione di una grande azienda, con il sindaco avente i poteri assoluti dell’amministratore delegato.
Con tutti gli effetti collaterali del caso.
Se il sindaco è un signore illuminato la comunità se ne giova.
Se, invece, il sindaco è un rozzo, avido e violento padre padrone, sono guai.
Per questo si corre il rischio di un litigio, dagli alti toni, infinito e senza alcuno sbocco. Che inciderà anche sui rapporti sociali.
L’esasperazione non è una buona condizione mentale individuale e collettiva.
Il litigio permanente, alimentato ad arte da chi, livido, non accetterà mai un verdetto per cui aveva tanto lavorato, utilizzando ogni mezzo, anche il più spregiudicato, dall'interno del Consiglio si trasferirà in città.
Non tornerà quella serenità, necessaria, e da tutti auspicata.
Altro che crescita economica impetuosa!
Ennesima irreale promessa.
Spero fortemente di sbagliare, ma si corre il forte rischio di altri cinque anni di grande degrado e disagio".
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